I vestiti di Ilary Blasi, amati e criticati, meriterebbero un pezzo tutto per loro. L’incastro nella conduzione di quest’ultima con Teo Mammucari, non brillantissimo ma forse per questo adatto al contesto più degli ultimi conduttori, pure. Perché è facile parlare di un programma come Le Iene, soffermandosi sulle inchieste e sui servizi che in oltre quattro mesi sono stati presentati al grande pubblico la domenica sera, meno facile è trovare quel quid in più che ha donato, come ogni anno, nuova vita al programma, ricandidandolo per una nuova edizione.
Ma torniamo ai conduttori: la scorsa edizione la giostra di nomi che ha affiancato l’inossidabile Ilary ha fatto venire il mal di mare anche agli affezionatissimi. Un’edizione di passaggio, quella del 2012, in cui non è stato semplice trovare i degni eredi di Luca e Paolo, alla guida del programma sin dai tempi di Alessia Marcuzzi e affiancati, successivamente, prima alla Chiabotto e poi alla Blasi, diventata lei stessa punto fermo del programma, anche dopo la rottura della produzione con i due.
E allora Argentero, Brignano, Gassman, Pippo Baudo e Claudio Amendola, per finire a Brignano e per passare diversi mesi dopo ad un’edizione certamente vincente con Mammucari e la Gialappa’s Band da terza spalla. Un’edizione fortunata nella forma e nella sostanza che ha portato avanti le solite interviste (anche se meno doppie del solito), e molti servizi destinati a rimanere impressi nella mente di chi li ha realizzati e seguiti.
Su tutti, però, hanno spiccato le nuove leve: Pio e Amedeo. I due, vere rivelazioni dell’edizione 2013, alla ricerca del vip di turno hanno aperto l’edizione 2013 e hanno proseguito il loro tour tra Sanremo, calciatori, soubrette e consenso sempre maggiore. Grandi assenti, però, nell’ultima puntata. Alto il successo delle “Olimpiadi dell’illegalità” che sono riuscite a trovare un senso nella penultima puntata, quando uno dei protagonisti, un bengalese, è riuscito a trovare lavoro grazie alla sua onestà, dimostrata diverse puntate prima in un servizio targato Angelo Duro.
Ma non solo risate. Questo è stato l’anno di Pablo Trincia e delle sue inchieste tra droghe, abusi e guerra. L’anno di Nadia Toffa e della questione slot. Di Giulio Golia e della questione staminali. Ma anche l’anno dell’interattività visto il successo sui social network del programma e dei suoi inviati. Intanto, tutti al lavoro, perché la ricerca dell’inchiesta perfetta non finisce mai, in attesa della nuova edizione.
1. Dasmix ha scritto:
4 giugno 2013 alle 11:43