Alexandra Dinu, signori, è la nostra nuova eroina. Il suo volto angelico sta sbaragliando quello di Rossella O’Hara, quello di Giovanna d’Arco e anche quello della Monnalisa perché lei può arrivare dove nessuna donna è arrivata mai. Non proprio lei in realtà ma il suo personaggio, Laura Argenti, protagonista della nuova serie di Rai 1 “Rosso San Valentino” di cui martedi sera è andato in onda il primo episodio e ieri sera il secondo. E oggi… niente! Strano: tradizione napoletana vuole che il giovedì sia il giorno in cui si cucinano le polpette (e quindi anche i polpettoni).
Laura Argenti è davvero forte. In sole due prime serate ha: lasciato un lavoro a Parigi e inventatosene uno nuovo in Italia, ricreato il profumo che nessuno era mai riuscito a ricreare, perso il padre, incontrato il grande amore, ritrovato colui che credeva essere il grande amore e invece era meno di un calesse, rivissuto il trauma della perdita di un figlio, corso in bicicletta con un tacco quasi 10, subito un’aggressione, sventato un’esplosione, stretto amicizia con la futura moglie del suo grande amore, salvato la vita ad un bambino, diventata drammaticamente amica di quel bambino dopo averci quasi fatto a botte, ricevuto la visita dell’ex datore di lavoro nonché ex amante, trovato lavoro al fratello, trovato casa alla sua migliore amica, imparato a nuotare, e dunque rischiato di affogare, organizzato l’addobbo floreale per il matrimonio del suo grande amore, litigato con una più cattiva di Crudelia De Mon ma soprattutto baciato il grande amore sotto la pioggia proprio come Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”.
Scusate se è poco. La Dinu può essere davvero contenta: dopo anni di fiction e ruoli più o meno importanti, finalmente uno da protagonista. Peccato che la produzione sembra non stesse cercando proprio lei per il ruolo di Laura; difatti l’ha alquanto snaturata, costringendola a tagliare e scurire i capelli e doppiandola in maniera clamorosa: della bellissima chioma bionda fluente e dell’accento straniero che sfoggiò a suo tempo in “Capri 2” non ci è rimasto nulla. Ma, dopotutto, non conta: la sua interpretazione meglio riuscita finora è stata quella dell’ingenua Melody in “Sposami” e lì non parlava né italiano, sua lingua d’adozione, né rumeno, sua lingua madre, ma mezza ciociara.
Chissà però che non si superi con il suo naso, Laura: di questo passo, con altre quattro serate a disposizione potrebbe portarci addirittura un Nobel.
1. Luigi ha scritto:
25 aprile 2013 alle 19:21