Altro che cime di rapa, carciofi e kiwi in offerta. Adesso son cavoli amari! E’ guerra aperta tra Alessandro Di Pietro e la Rai, che venerdì scorso ha licenziato in tronco il conduttore con l’accusa di aver fatto pubblicità occulta durante tre puntate del suo Occhio alla Spesa andante in onda nel 2012. Il giornalista, che ha ribadito la propria estraneità alle accuse, ha subito impugnato il provvedimento, annunciando in una lettera aperta la propria intenzione di “dare battaglia“.
Dopo aver rassicurato tutti sul malore di natura cardiaca che lo aveva colpito giovedì notte (prima che gli avvocati lo informassero del licenziamento), Di Pietro si è dichiarato pronto a reagire. Sul fronte della salute e, soprattutto, su quello professionale.
“…ho dato mandato ai miei avvocati di dare battaglia perché la mia volontà primaria è di far fare presto una figuraccia alla Rai, non tanto come azienda verso cui ho grande rispetto e riconoscenza, ma nei confronti di chi con un gesto improvvido ha voluto ingiustamente colpire me, volendo dare all’esterno l’idea del cosiddetto ‘esempio’ , scegliendo Alessandro Di Pietro come ‘capro espiatorio’ per nascondere le numerose magagne interne” ha scritto il conduttore.
Ora Di Pietro attende che il Giudice del Lavoro si esprima sul provvedimento da lui stesso impugnato. Tuttavia – ha spiegato - anche se la sentenza fosse a suo favore, egli non rientrerà più in Rai. Dopo quindici anni di “ascolti milionari e share sempre a due cifre“, il rapporto con Viale Mazzini può considerarsi rotto. Con ogni probabilità, Occhio alla Spesa non andrà più in onda e questo – ha affermato il giornalista – “è l’unico aspetto negativo della vicenda che dimostra la miopia della attuale dirigenza“.
“E’ un vero peccato mortale commesso dall’Azienda che tra i molti e bravissimi colleghi conduttori poteva tranquillamente sostituirmi senza penalizzare il suo pubblico. Così come è un peccato mortale disperdere le preziose intelligenze autorali, cresciute in questi anni, che hanno fatto grande Occhio alla spesa. Forte della mia onestà e della mia cristallina correttezza professionale ribadisco, anzi urlo, che non ho mai preso soldi da nessuno per fare pubblicità occulta e chi si è permesso di scriverlo su qualche giornaletto on-line se la vedrà con me in Tribunale avendolo denunciato per diffamazione aggravata” ha scritto il giornalista nella lettera aperta dai toni infuocati.
Per lui si chiudono così le porte della Rai, ma si aprono allo stesso tempo nuove prospettive. “Insieme ad amici produttori e ad artisti di livello stiamo studiando un nuovo format” ha infatti spiegato il conduttore, aggiungendo che tale progetto televisivo lo vedrà protagonista nel prossimo inverno tra la gente a spiegare l’alimentazione salutare. Per ora non si sa dove e quando lo vedremo in azione, ma di certo – se questo è un grido di “guerra“ – ne vedremo delle belle. Occhio a Di Pietro…
1. Taichi ha scritto:
7 aprile 2013 alle 11:27