In molti l’hanno definito la voce che mancava. Lorenzo Cilembrini detto Il Cile, toscano classe 1981, dopo aver riscosso un buon sucesso radiofonico approderà sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2013, dal 12 al 16 febbraio su Rai1, nella categoria giovani. Impossibile non ricordarsi il suo primo singolo “Cemento armato” che ha conquistato le radio grazie a versi che sono la polaroid dei ragazzi italiani: “lo ti ho dato prati di viole e tu cemento armato” o “Senza uno stipendio sei un difetto sociale“.
Il Cile è pop senza essere popolare ed è rock senza urlare e la sua musica ha conquistato il pubblico. Il videoclip del brano ha superato il milione di visualizzazioni su YouTube. Lorenzo, parallelamente, grazie allo stretto rapporto con la band e al suo talento, ha collaborato alla scrittura di alcune canzoni di “Dannato Vivere”, l’ultimo album dei Negrita, e ha aperto diverse date del loro lungo tour.
A luglio del 2012 si esibisce all’Heineken Jammin’ Festival come unico artista italiano nel cast della prestigiosa manifestazione. Il 28 Agosto esce per Universal Music Italia il suo primo album intitolato “Siamo Morti a Vent’Anni” prodotto artisticamente da Fabrizio Barbacci. In poche ore dall’uscita si piazza al numero 1 della classifica di iTunes ed entra direttamente nella Top 5 della classifica ufficiale di vendita FIMI risultando il quinto disco più venduto della settimana. Ora, dopo i primi consensi, dovrà cercare la conferma a Sanremo.
Ecco testo e video della canzone:
LE PAROLE NON SERVONO PIU’
(Musica e testo de “Il Cile”)
Idi di giugno e poesia cerebrale
ti regalo aforismi da mercato rionale
sei una barbie sfregiata da una felicità
parziale e aiutata da flûte di champagne
Le tue lacrime lisce arrotate nei bagni
di locali alla moda dove perdi mutande
chissà se mantieni la testa al suo posto
oppure la doni alla iena di turno
Le parole non servono più per riaverti
le canzoni che ho scritto per te
rotte in mille pezzi
Luna furtiva che brilli nel cielo
arrivale addosso e stendi il tuo velo
sulle case stregate dagli universitari
dille che mi manca e che negli alveari
Alle quattro di notte per i vicoli stretti
compri veleni e non compri confetti
il miele scompare in un accento straniero
e al risveglio il fondo del pozzo è più nero
Le parole non servono più per riaverti
le canzoni che ho scritto per te
rotte in mille pezzi
Le parole non servono più per riaverti
le canzoni che ho scritto per te
rotte in mille pezzi
Bastimenti di giorni corrosi
masticando gli avanzi di noi
Quante stelle annegate in bicchieri
posso darti ogni dramma che vuoi
Cataclismi di attimi sparsi
la dinamica resta così
Siamo solo destini impigliati
siamo martiri del nostro vivere
Le parole non servono più per riaverti
le canzoni che ho scritto per te
rotte in mille pezzi
Le parole non servono più per riaverti e
le canzoni che ho scritto per te
rotte in mille pezzi
Le parole non servono più per riaverti e
le canzoni che ho scritto per te
sono come spettri
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1. amazing1972 ha scritto:
7 febbraio 2013 alle 18:20