30
gennaio

GIOVANNI VERNIA A DM: CORONA? UN BRAVO RAGAZZO CHE FATICA A CONTROLLARSI

Giovanni Vernia

Il prossimo 23 agosto entrerà negli “anta” eppure, sebbene vicino ai quarant’anni, Giovanni Vernia non vuole smetterla di ridere, e far ridere. Dopo il successo con Jonny Groove, quest’anno è tornato a Zelig dove per tutta la stagione vestirà i panni dell’”uomo del momento”: Fabrizio Corona. Malgrado la condanna inflitta all’ex re dei paparazzi, Vernia non ha alcuna intenzione di smettere di indossare i suoi panni, ogni lunedì sul palcoscenico di Canale 5. Nato a Genova, da madre siciliana e padre pugliese, Giovanni ha un percorso professionale a dir poco atipico. Di questo e molto altro ci ha parlato nella nostra intervista…

Quest’anno ti abbiamo ritrovato a Zelig nei panni di Fabrizio Corona. Perché imitare proprio lui?

E’ un personaggio discusso, e mi divertono molto alcuni suoi comportamenti. Il suo atteggiamento è a tratti comico, e sono convinto che dietro quella corazza si nasconda una parte debole. È quello che salterà fuori nelle prossime puntate, insieme a un Corona incorreggibile, che a un certo punto viene costretto dai giudici a cambiare davvero.

I magistrati lo “perseguitano”, però lui cammina sempre “a testa alta”.

Corona dorme “a testa alta”, mangia “a testa alta”, esce dal carcere “a testa alta” e, incredibilmente, il collo non ne risente! “A testa alta” è il nuovo tormentone, insieme ad “assolutamente”, un’altra delle sue risposte-tipo alle domande degli intervistatori.

Quando hai scelto esattamente di diventare Fabrizio Corona?

La lampadina mi si è accesa lo scorso marzo durante una puntata di Tv Talk, in cui ero ospite. Mentre si annunciava l’arrivo di uno show di Corona, ho pensato che il suo fosse un personaggio da mettere in scena sul palcoscenico.

Sai se lui ha apprezzato l’imitazione?

Mi hanno detto che a Verissimo ha dichiarato che la parodia, per lui, è un riconoscimento al suo carattere e alla sua popolarità. Ma, a parte tutto, spero che Fabrizio non se ne abbia a male. È una persona intelligente e credo capirà che sto solo scherzando. Detto questo, dopo quest’intervista cambierò località segreta, e porterò con me anche Roberto Saviano, che nel frattempo è chiuso nell’altra stanza ad aspettare!


Forse adesso avrà altro a cui pensare…

Ne sono convinto. Devo dire che è riuscito a sorprendermi ancora, la sua fuga è stata degna di un romanzo.

Secondo te perché l’ha fatto?

Sicuramente è scappato perché non era intenzionato a finire in galera. Ma quando si sceglie la latitanza si rischia grosso.

Ritieni che la sentenza sia stata proporzionata?

Non posso commentarla perché non ho le competenze giuridiche necessarie. Prendo atto, però, che già oggi si parla di un aumento della pena fino a 7 anni, mentre prima della fuga ne doveva scontare solo 5.

Al suo posto, saresti fuggito?

Io sono talmente fifone che pago ancora il biglietto dell’autobus! (ride, ndDM) Ma confesso che sono stato contento della sua decisione. Facevo il tifo perché restasse dove fosse! Avrei avuto tanto materiale da mettere da parte per il mio personaggio. E poi, se fosse andato a Santo Domingo, sicuramente avrebbe incontrato un sacco di vip in vacanza e avrebbe potuto ricominciare a lavorare direttamente da lì, a scattare foto e fare scoop dalla latitanza!

Conoscevi già Corona?

Non lo conoscevo, ma ho letto il suo libro e seguito tutte le sue vicende.

Perciò ti sarai fatto anche un’idea su di lui.

Certo, e il mio giudizio è positivo. A me è diventato anche simpatico, a volte mi fa quasi tenerezza per certi suoi atteggiamenti. Penso che sia un bravo ragazzo che però fa una fatica enorme a controllarsi.

Come hai cominciato a preparare la sua parodia?

Non è stato facile rappresentare la sua gestualità, anche se le difficoltà più grandi le ho incontrate quando ho cercato di riprodurre il timbro della sua voce, tant’è vero che non ci sono riuscito. Così, ho cercato solo di calcare il suo accento siciliano.

Da Jonny Groove a Fabrizio Corona: perché hai abbandonato il personaggio che ti aveva regalato il successo?

Jonny era piaciuto molto, ma a un certo punto bisogna cambiare. Lui era dolce, ingenuo e candido, un personaggio esattamente agli antipodi rispetto a Corona. Insomma, ho preferito cimentarmi con una personalità diversa.

Non solo tv, però: nel 2013, al cinema, sei anche Michele, in Mai Stati Uniti.

Il film è stata un’esperienza eccezionale. Carlo Vanzina mi ha chiamato dopo avermi visto a Zelig, dicendomi che lo facevo ridere per la maniera in cui mi muovevo. Mi disse, con mia grande soddisfazione, che non aveva mai visto nulla di simile in Italia.

Perché un ragazzo laureato, che lavora in azienda, sceglie la carriera del comico?

Cosa? (ride, ndDM) In realtà, nel mio caso, una scelta vera e propria non c’è mai stata. Non c’è stato un giorno in cui ho deciso di lasciare il lavoro per intraprendere questa carriera. Ho sempre fatto il comico, e tutto è nato dalle imitazioni dei miei capi. I dipendenti delle aziende in cui lavoravo facevano la fila per assistere, a fine giornata, ai miei spettacoli improvvisati. Poi, un bel giorno, quasi per scherzo, è arrivato Zelig.

Proprio nella popolare trasmissione di Canale 5 hai conosciuto Bruno Arena dei Fichi d’India, che si trova ancora in ospedale. Cosa ti senti di dirgli?

Bruno è una persona solare, non meritava tutto questo. Prima di Zelig non ci eravamo mai incrociati, ma dopo averlo conosciuto mi è dispiaciuto tantissimo per quello che gli è successo. Dopo la prima puntata era ombroso, dispiaciuto perché sul web aveva letto dei commenti negativi sulla sua esibizione.

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1 Commento dei lettori »

1. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

30 gennaio 2013 alle 17:31

e basta con le lodi a Corona.
questi sono peggio di lui.



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