E’ il divulgatore scientifico per eccellenza, il più amato ed autorevole del piccolo schermo. Da trent’anni, Piero Angela porta in tv i temi della storia, dell’economia, della tecnica e li spiega al suo pubblico con un linguaggio chiaro, comprensibile a tutti. La sua trasmissione, Superquark, è da sempre un sinonimo di qualità riconosciuto ed apprezzato dai telespettatori. A partire dal 21 dicembre prossimo il programma tornerà alle 21.10 su Rai1 con una serie di tre speciali dedicati alla storia: per l’occasione, abbiamo intervistato l’ottantaquattrenne giornalista e conduttore.
Trent’anni in onda: qual è il segreto che ha garantito al programma una tale longevità?
Non c’è una formula particolare, se non quella di aiutare il pubblico a capire dei problemi complessi che riguardano la scienza, la tecnologia, l’economia, la demografia… Bisogna mettersi nei panni dei telespettatori ed usare molta creatività per aiutare l’esposizione con un linguaggio attrattivo. Per questo noi usiamo tanto le animazioni, le ricostruzioni, gli effetti speciali, ma anche gli sceneggiati, come accadrà nei tre Speciali in onda nel periodo natalizio.
Quali argomenti affronterete in queste tre puntate?
Racconteremo tre vicende storiche. Il primo appuntamento, intitolato Quella notte a Mayerling, tratterà il caso del Principe Rodolfo d’Asburgo, figlio di Sissi ed erede al trono del più grande impero dell’epoca. Il 30 gennaio del 1889 venne ritrovato morto con due colpi di pistola in un castelletto di caccia, assieme ad una baronessa di 17 anni. Si pensò subito ad un complotto per evitarne l’ascesa al trono, e su questo si è romanzato molto.
Anche voi allora tratterete un fatto di cronaca nera, come oggi accade spesso in tv…
L’episodio è sì di cronaca nera, ma va ben inquadrato storicamente: non parliamo di una massaia o di un tabaccaio che vengono uccisi. Di fronte a tale vicenda, noi siamo andati sul posto a parlare coi discendenti dei due protagonisti, abbiamo filmato tutti i documenti e, per la prima volta, mostreremo anche alcune carte sulla tragedia custodite nell’Archivio Segreto Vaticano.
Come riuscirete a coniugare i contenuti storici con le esigenze spettacolari di una prima serata tv?
Il filo conduttore delle puntate speciali saranno degli sceneggiati. Il primo di essi sarà una coproduzione Rai con protagonista l’attore Klaus Maria Brandauer. Il secondo, dedicato al santone russo Rasputin, avrà come interprete Gérard Depardieu. L’ultimo, intitolato Uccidete il Re!, sarà recitato da Tim Roth. I temi trattati e i personaggi sono fortissimi, gli sceneggiati ben fatti: noi realizzeremo tutto il contorno.
Nella tv di oggi molti programmi di divulgazione cedono al sensazionalismo. Come giudica questa deriva, sempre più diffusa?
Il mio slogan è sempre stato quello di stare dalla parte degli scienziati per i contenuti e da quella del pubblico per il linguaggio. Si possono raccontare argomenti seri con molta spettacolarità, ma restando al servizio degli scienziati… Ben diverso, invece, è prendere come spunto una cosa di scienza per fare spettacolo!
A proposito di spettacolarizzazione: si fa un gran parlare della profezia dei Maya sulla fine del mondo. Lei cosa ne pensa?
E’ una cosa per vendere libri, per fare articoli e programmi televisivi. In qualche modo mi ricorda quella teoria secondo cui l’uomo non sarebbe mai stato sulla luna: una scemenza da non discutere nemmeno, sulla quale però scrissero un libro che io sconsigliai di acquistare. Tuttavia, quella mia critica fu riutilizzata a scopo pubblicitario per quello stesso libro! Vede, non si tratta solo di fare del sensazionalismo con una notizia fasulla, ma anche di creare polemica perché così la gente si incuriosisce. Questo è un meccanismo per fare soldi.
Dunque il prossimo 21 dicembre 2012 non ci sarà nessuna Apocalisse?
No, finirà semplicemente uno dei tanti calendari dei Maya, i quali erano dei “poveracci” (ride, ndDM), gente che ogni giorno sgozzava decine di persone nei templi affinché l’indomani sorgesse il sole. Ma ci rendiamo conto a che livello siamo?
Il suo collega Roberto Giacobbo ha dedicato diverse puntate di Voyager alla profezia Maya…
Non commento il lavoro degli altri…
Di recente lei ha scritto un suo libro sul tema della politica. Ora che le elezioni si avvicinano, come vede la situazione politica italiana?
Io sostengo che qualunque società abbia due pilastri: il produrre e il distribuire ricchezza. Il primo è affidato al mondo del lavoro, l’altro è un compito della politica. Ma qui c’è un grande equivoco, perché la gente pensa che cambiando la legge elettorale, le alleanze o le maggioranze si possano risolvere i nostri problemi. Questa è un illusione ottica, infatti la politica non crea ricchezza ma può soltanto distribuirla!
Qual è il segreto o lo stile di vita che le ha permesso di arrivare ad 84 anni così in ottima forma?
(ride, ndDM) E’ merito dei due genitori e dei quattro nonni che mi hanno lasciato in eredità dei geni buoni.
In suo figlio Alberto ritrova qualcosa del suo stile divulgativo?
Sì, anche se siamo un po’ diversi come origine: io sono un giornalista di formazione, lui invece è un paleontologo. Pochi sanno che Alberto ha iniziato questo lavoro sulla tv svizzera e poi su TeleMontecarlo, e solo dopo è venuto a lavorare con me anche se io ero abbastanza contrario per ovvi motivi. Noi non siamo assunti alla Rai, ma abbiamo un contratto limitato alla realizzazione di alcune puntate… E’ il pubblico a decidere se continuiamo a vivere televisivamente.
Superquark è un programma di cultura e di servizio pubblico. Ma secondo lei la Rai riesce sempre ad offrire queste due qualità?
La questione è da porre in altri termini. Quasi il 30% dei telespettatori non paga il canone e questo crea dei problemi di bilancio. Se si vuole aiutare la Rai, invece di criticarla, i politici dovrebbero mettere l’azienda in condizioni di poter competere attraverso un canone che sia pagato e che dipenda meno dalla pubblicità. Il vero problema è lì.
1. MisterGrr ha scritto:
19 dicembre 2012 alle 13:14