20
luglio

ANTONIO ROSSI A DM: “L’ATMOSFERA DELLE OLIMPIADI E’ UNICA. TROPPO ‘ORSO’ PER BALLANDO CON LE STELLE MA SE RIFACESSERO REALITY CIRCUS…”

Antonio Rossi

Non lo dite in giro ma lui, eroe di quattro Olimpiadi con tre ori, un argento e un bronzo conquistati, finora non ha mai messo piede a Londra. La sua prima volta nella City però sarà speciale perché, assieme ad altri superbig dello sport, vestirà i panni di commentatore dei Giochi Olimpici per Sky. Il campione di canoa Antonio Rossi si accinge a preparare le valige con una certa emozione. Lui che sa cosa vuol dire lottare per una medaglia, per la prima volta si troverà a raccontare le gesta degli atleti azzurri sulla piattaforma satellitare a partire dal 27 luglio.

Sky ti ha inserito nel “dream team” di commentatori. Che atmosfera si respira fra voi?

Siamo davvero una “squadra”, anche perché con alcuni colleghi come il “Signore degli anelli”  Juri Chechi, la leggenda del salto in lungo Fiona May e l’ex maratoneta Stefano Baldini mi vedo spesso. Poi  ci sarà anche il mito della boxe Patrizio Oliva e tanti altri campioni che seguiranno i loro sport. Penso a Cipollini, a Rosolino, alla schermitrice Diana Bianchedi. Insomma credo che oltre che una squadra professionale siamo un bel gruppo di amici, si respira una bella atmosfera e penso che sarà un’esperienza  divertente e allo stesso tempo impegnativa. Sky ha  2200 ore da seguire, dovremo lavorare molto non solo sulle telecronache, ma anche sulle sintesi e gli approfondimenti.

Il tuo compito non sarà quello del giornalista sportivo in senso classico…

Assolutamente no. Più che altro avremo la funzione di dare al pubblico qualche informazione in più sul nostro sport, commentando le emozioni che si provano prima della partenza e durante la gara e poi fornendo informazioni sulla tecnica e sullo stile dei vari atleti. Vogliamo davvero fare una bella figura, per me sarà un’emozione nuova, diversa da quelle provate nelle gare, ma comunque molto forte, perché l’atmosfera che si respira durante le Olimpiadi è unica.

Invece qual è il tuo rapporto con la città di Londra?

Mi vergogno a dirlo ma sono stato dappertutto tranne che a Londra. Per me si tratterà della prima volta. Conosco alcune zone del Regno Unito ma non sono mai stato nella City. Il fatto di stare un mese mi darà modo di recuperare. Quando sei atleta purtroppo non vivi a pieno le città in cui ti trovi e non metti piede fuori dal Villaggio Olimpico. Stavolta sarà sicuramente diverso.

Toto-medagliere. Senza dover utilizzare la sfera di cristallo, in quale discipline credi che l’Italia abbia più possibilità?

Credo che scherma, boxe, canottaggio e nuoto qualche medaglia la porteranno sicuramente. Gianni Petrucci, presidente del CONI, ha dichiarato che l’obiettivo da raggiungere è di 26 medaglie. Secondo me abbiamo 22 medaglie quasi certe e se tutto va bene potremmo arrivare anche a 28-30. Me lo auguro.

Non solo canoa. Tu sei uno sportivo a 360 gradi. Quanti sport pratichi?

Tanti, tantissimi. Io sono di Lecco, in quella zona ci sono tante opportunità per fare sport. Io ad esempio ho iniziato con lo sci, poi ero troppo spericolato e allora mia mamma ha pensato bene di iscrivermi a un corso di canoa con mio fratello. Però ho fatto corsa in montagna, vela, sci nautico, di tutto. E poi sono appassionato di motori. Con Yuri Chechi sono testimonial della Nissan GT-R, una belva da 530 cavalli. E’ emozionante guidarla, adrenalina pura.

Al volante quindi esce fuori la tua vena più spericolata?

Decisamente si. Crescendo, forse diventando papà, sono diventato molto scrupoloso quando mi trovo alla guida su strada. Quando ho la possibilità di andare in pista però mi piace scoprire le potenzialità dell’auto che guido e forse lì esce la mia natura più audace.

Hai citato il tuo ruolo di padre. Hai due figli, Angelica di 11 anni e Riccardo Juri di 10. E’ vero che il nome del maschio è stato scelto in onore di Juri Chechi?

Con Juri c’è una forte amicizia da anni, siamo quasi fratelli. Gli avevo promesso che avrei chiamato mio figlio come lui, poi però il nome piaceva solo a noi due e allora con mia moglie abbiamo optato per Riccardo lasciando Juri come secondo nome.

Parliamo di Antonio papà. Porterai i tuoi figli con te alle Olimpiadi? Per un ragazzino che ama lo sport dovrebbe essere un’esperienza forte ed entusiasmante…

A dir la verità i biglietti per loro e per mia moglie li ho fatti in tempi non sospetti. Ad oggi però non sappiamo se mi raggiungeranno. Fra Sky e gli altri impegni con il CONI avrò davvero poco tempo per stare con loro mentre mi piacerebbe essere più presente in un’occasione di questo tipo. Magari potremmo tornare a Londra in un secondo momento per fare una bella vacanza tutti assieme.

Ora approdi a Sky con lo sport. Nell’intrattenimento invece ti sei improvvisato artista circense nello show di Canale 5 Reality Circus. Che ricordo hai?

E’ stata una bella esperienza. Devo essere sincero, mi è piaciuto mettermi in gioco in un mondo che non conoscevo, fatto di professionisti. Chissà magari il programma lo faranno di nuovo…

Invece se Milly Carlucci ti chiamasse a Ballando con le Stelle? Fiona May insegna che gli olimpionici hanno una marcia in più…

No, credo che per me sarebbe impossibile. Sono un orso, non ho proprio il senso del ritmo. Ballando lo guardo spesso, proprio perché ci sono tanti atleti, ma credo che nel mio caso sarebbe dura fare progressi, anche perché la mia timidezza avrebbe la meglio.

 Nei momenti morti, a Londra, potresti farti dare qualche lezione da Fiona May…

Lei è bravissima, sulla pista è davvero elegante. Certo, se mette i tacchi è anche più alta di me, non so se saremmo equilibrati come coppia..

E invece dopo Londra 2012 dove va in vacanza Antonio Rossi assieme ai suoi figli e alla moglie Lucia Micheli (a sua volta ex campionessa di kayak)?

Andremo tutti insieme all’Isola d’Elba…e poi da solo andrò a fare un camp sportivo a Paganella sulle Dolomiti con Juri. Sarà un periodo formativo per tanti giovani in cui si potranno praticare tante discipline. Io ad esempio porterò i ragazzi in canoa sul lago di Molveno, sarà ancora una volta l’occasione per confrontarmi con le nuove generazioni e trasmettere i valori positivi dello sport.

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