Spente le telecamere, chiusi i televoti, sparati i coriandoli, e ora tutti a casa. Con la vittoria di Sabrina Mbarek al Grande Fratello 12 e quella di Antonella Elia all’Isola dei Famosi 9, nel giro di una settimana si è conclusa la stagione dei due reality show più famosi in Italia. La prima considerazione da fare è che è stata un’annata tutta al femminile. La seconda è che il genere dei reality forse non è proprio morto come auspicato da qualcuno, ma di certo dev’essere rivisto se vuole continuare a sopravvivere.
E’ stato l’anno delle vecchie glorie: in tempi di crisi, si sono cercate nei fasti del passato le soluzioni ai problemi del presente. Nel caso del GF, il ritorno degli ex doveva aggiustare un cast deludente, ma il suo annus horribilis soffriva di ben altre scelte sbagliate oltre a quella del cast, che almeno Paolo Bassetti ha riconosciuto con grande onestà. Per l’Isola, l’incognita del post-Ventura ha fatto in modo che si puntasse sugli ex naufraghi e su poche azzeccate new entry per andare sul sicuro. Ne è nata un’Isola che ha saputo appassionare e coinvolgere.
Non è bastato per risollevare gli ascolti ma quanto meno per manterli a livelli discreti. Ciò che forse nessuno si aspettava è arrivato, invece, dai trenta minuti della striscia quotidiana raccontata dall’Honduras da Vladimir Luxuria: ascolti in costante crescita con il record toccato lunedì di oltre tre milioni di telespettatori e il 12.52% di share. Cifre che aprono nuovi possibili scenari sull’evoluzione del format soprattutto perché contrasta con la media delle puntate in prima serata che è la più bassa di sempre (aiutata solo nello share dalla durata molto più prolungata rispetto all’ultima edizione targata Ventura).
Il nodo del problema allora potrebbe essere questo: la prima serata con le sue dirette fiume di tre e passa ore hanno ancora senso? Troppo lunghe e, nel caso del GF, troppe puntate. E troppe puntate significano troppi concorrenti, troppe storie e conseguentemente troppa confusione. E il troppo stroppia. Per cominciare, si potrebbe pensare di rientrare nei canoni di una durata accettabile.
C’è poi da chiedersi se la puntata di prima serata, per entrambe i reality, non sia da ripensare: soprattutto nel caso dell’Isola, c’è da chiedersi perchè il daytime abbia funzionato così bene e il prime time no. Possibile che sia tutta colpa di Nicola Savino? Insomma, tutti i conduttori alla guida di un reality hanno avuto stagioni alterne, segno che forse chi è al timone non incide tanto sul risultato finale, o almeno non tanto quanto il cast.
Forse è il caso di trovare nuovi modi di raccontare o addirittura, dopo tanti anni, di stravolgere quella che ormai è diventata una liturgia, aggirando i tempi morti e gli obblighi della diretta che, ad ogni modo, resta fondamentale per il televoto (anche se all’estero insegnano che non è proprio così).
1. Vincenzo ha scritto:
6 aprile 2012 alle 16:11