L’addio a Zelig sembra averla segnata, creando una sorta di spartiacque tra un prima e un dopo. Il prima fa di Vanessa Incontrada una delle showgirls più capaci del piccolo schermo, tanto spontanea quanto simpatica, genuina nel suo essere una donna in carriera ma con la testa sulle spalle. Il dopo è invece tutt’altra storia, fatta di rimpianti e delusioni, dichiarazioni al veleno e voglia di riscatto. Dopo l’accusa alle veline e in generale al ruolo della donna in tv (leggi qui), ora la bella spagnola ha deciso di vuotare il sacco e rivelare i reali motivi che l’hanno spinta ad abbandonare il programma comico di Canale 5.
Lo fa in un’intervista a Vanity Fair, in cui ammette che “si era rotto qualcosa con le persone con cui lavoravo. L’ambiente è sempre stato maschile – ci lavorano cento uomini e forse una quindicina di donne – e maschilista. Ma la cosa più triste è che proprio delle donne ho un brutto ricordo“. E l’accusa più pesante è, infatti, rivolta a loro: “A parte tre o quattro di loro, tra cui la sarta e la mia vocal coach, non hanno mostrato alcuna solidarietà nei miei confronti quando sono diventata mamma. Già durante la gravidanza, mentre tutti mi attaccavano per il peso, non una che mi abbia detto ‘mi spiace’. E poi, quando è nato Isal, le cose sono persino peggiorate”.
La Incontrada confessa di essere stata praticamentre abbandonata da chi invece avrebbe dovuto mostrare maggiore sensibilità: “Non c’era la minima comprensione se dicevo che la domenica non potevo andare alle prove, o se arrivavo alle 5 e non alle 4 perché il bambino aveva 38 di febbre. Neanche fossi andata con le amiche a prendere l’aperitivo. Il tempo per mandarmi un messaggio con scritto ‘Convocazione alle due’ ce l’avevano sempre, ma quello per scrivermi ‘Come sta il bimbo?’ in due anni non l’hanno mai trovato”.
Ma quando le viene chiesto cosa la fa stare più male, non ha alcun dubbio su quale sia la risposta: il suo più grande rammarico è quello di aver dato tutto per il lavoro, di non essersi risparmiata neanche quando il bambino era appena nato. E il risultato, ora, la fa “vivere con eterni sensi di colpa, soffrire come un cane“. Costretta ogni settimana a 800 km di viaggio per dividersi tra la famiglia e il lavoro, ha trovato solo chi non ha saputo supportarla in un periodo in cui, per dovere materno, non doveva certo essere Zelig la priorità.
“Non capivano che un bambino, dopo essere stato nove mesi dentro di te, nei primi anni di vita ha ancora bisogno di quel calore, di quella presenza. Ho chiesto che mi venissero incontro, un aiuto, ma non me l’hanno dato. Allora il mio atteggiamento nei loro confronti è diventato di indifferenza. Ma il dolore è rimasto e me lo porterò sempre dentro, a quarant’anni e anche a cinquanta. Per questo me ne sono andata. Con Zelig è finita quando sono diventata mamma“.
Ma non tutto è da buttare. E qui subentra il compagno d’avventura, Claudio Bisio, tenuto all’oscuro di tutta la faccenda (fino a ieri) per evitare di metterlo in una posizione scomoda, tra due fuochi: “Lui va oltre Zelig. A una diffidente come me ha fatto scoprire che, anche in questo ambiente, l’amicizia tra colleghi può esistere. Il nostro è un rapporto unico, ci frequentiamo con le nostre famiglie. Sono innamorata di sua moglie più che di lui”.
E ancora una volta è la tv a dare prova di come la solidarietà nel mondo femminile sia spesso un fattore sconosciuto. Ma è quasi raccapricciante, nel 2011, sapere di una donna in difficoltà sul lavoro per il solo motivo di essere diventata mamma.
1. shameboy ha scritto:
12 luglio 2011 alle 16:30