19
gennaio

GAD LERNER NON FA IL SANTORO E ABBANDONA LE POLEMICHE: IL SUO INFEDELE PIACE ANCHE SENZA LA D’ADDARIO

Gad Lerner

A volte è solo questione di stile, basta davvero poco a far la differenza. Soprattutto nel panorama dei talk show politici, tutti così prevedibili e simili a se stessi, dove anche un piccolo dettaglio più diventare una caratteristica in grado di differenziare dalla massa. Nell’informazione “i diversi” stanno nascosti per lungo tempo, come se ci tenessero a passare inosservati; fissano le mosse ripetitive dei loro concorrenti e poi zum, d’un tratto piombano sulla scena e tutti si accorgono del loro valore aggiunto. Tra questi il massimo esponente è Enrico Mentana, direttore di un notiziario che in pochi mesi è diventato a buon diritto uno dei più apprezzati e seguiti. Il Mitraglia dice le cose come stanno, piace per questo. Ma a La7 c’è un altro esemplare di Calimero delle news: Gad Lerner. Da qualche tempo il conduttore de L’Infedele ha deciso di liberarsi della definizione di ‘giornalista di nicchia’ per ritornare, pur nel suo stile discreto, nell’agone dei programmi d’approfondimento che contano.

Lunedi sera il giornalista ha messo in piedi una puntata che univa le vicende degli operai Fiat, dopo il voto sull’accordo per il rilancio dello stablimento, a quelle del caso Ruby, con le ultime notizie emerse dalle carte della Procura di Milano. Per entrare a capofitto nei segreti del bunga bunga (e pompare gli ascolti) Lerner aveva invitato all’Infedele nientemeno che Patrizia D’Addario, la escort barese passata agli onori della cronaca per la notte passata con il premier Berlusconi nel lettone di Putin. Le domande impertinenti alla gentile signora erano già pronte, come pure i titoloni che i giornali le avrebbero riservato l’indomani. Ma qualcosa è andato storto, e all’ultimo minuto l’editore di La7 ha preferito bloccare la partecipazione dell’ospite, forse ritenendola inopportuna.

Il vicepresidente esecutivo di Telecom Italia Media, Giovanni Stella, mi ha comunicato una disposizione di revoca dell’invito di Patrizia D’Addario alla puntata dell’Infedele di stasera; con la motivazione che la sua presenza non si giustificherebbe sul piano giornalistico. Ciò naturalmente non impedirà all’Infedele, nell’ultima parte della serata, di occuparsi come previsto dell’inchiesta a carico del presidente Berlusconi“. Con queste parole Lerner ha annunciato sul suo blog il cambio di programma, scusandosi con il suo pubblico e con la D’Addario. Il giornalista non si è comunque perso d’animo, ed è riuscito a realizzare una puntata ugualmente ‘pepata’ sul bunga bunga Gate.

Stralci di intercettazioni, domande incalzanti agli ospiti, previsioni sul futuro panorama politico, voci dal Palazzo e dalla gente comune: L’Infedele non si è fatto mancare (quasi) niente, nonostante la presenza della super ospite fosse stata annullata a tradimento, solo poche ore prima della messa in onda. I dettagli contano, si diceva: vi immaginate cosa sarebbe successo se a subire il ‘torto’ fosse stato Michele Santoro? Il paladino della libera informazione si sarebbe stracciato le vesti in diretta, denunciando l’ennesimo complotto politico per ostacolarlo. Le sue lamentele avrebbero tenuto banco sui giornali, nei confronti parlamentari e nelle sedute del Cda Rai per un mese, minimo. Poi ovvio, un bel vaffanbicchiere al DG Mauro Masi non l’avrebbe certo negato. Bontà sua, Gad Lerner ha risparmiato tutto questo al pubblico e, anzi, si è dato da fare per imbastire in poco tempo una serata altrettanto frizzante, in grado di richiamare l’attenzione dei telespetattori.

I risultati non si sono fatti attendere: l’Infedele nell’ultima puntata andata in onda ha fatto segnare 1.324.000 spettatori e il 5.56% di share, confermando il suo buon andamento. Questione di stile, ma anche di numeri allora. Lerner, pur con i bastoni tra le ruote, ha trovato la buona onda che lo faccia navigare spedito nel mare magnum dei talk, nonostante il suo programma mantenga quel retrogusto di ‘elitario’. Giovedì tocca a Santoro, che con il bunga bunga dovrebbe tornare ai record ai quali ci ha abituato quando ad essere protagoniste sono le vicende di Berlusconi.



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3 Commenti dei lettori »

1. Carlo ha scritto:

19 gennaio 2011 alle 14:51

“ vi immaginate cosa sarebbe successo se a subire il ‘torto’ fosse stato Michele Santoro? Il paladino della libera informazione si sarebbe stracciato le vesti in diretta, denunciando l’ennesimo complotto politico per ostacolarlo ”
Non c’è bisogno di ricorrere all’immaginazione. Era il primo ottobre 2009. La puntata di Annozero si intitolava “No Giampi no party” vedeva fra gli ospiti invitati ad intervenire la escort Patrizia D’Addario. Santoro riceve due ore prima della messa in onda del programma un fax con cui l’ufficio legale della Rai esprime parere sfavorevole rispetto alla partecipazione della D’Addario, accompagnato da una “stringata letterina” del Direttore di rete. Santoro chiede chiarimenti: “E’ una direttiva o solo un parere di cui tenere conto?” e riceve come risposta “non ci sono indicazioni aziendali in merito”. Decide così d’andare in onda.
È con la stessa pacatezza di Gad Lerner (e con le parole che ho riportato, virgolettate, sopra) che Santoro spiega quanto avvenuto nell’anteprima della puntata. Nessuna scenata paragonabile a quella descritta dall’autore Leardi.

Piuttosto è interessante rileggere come esponenti politici (e non solo) commentarono l’ospitata della escort.
Berlusconi impartisce un ordine di scuderia ai suoi: “non accettare di prendere parte alla trasmissione”. E infatti, gli esponenti del centrodestra contattati dalla redazione di Annozero hanno declinato l’invito.
Romani: “la completezza e l’obiettività dell’informazione devono risultare evidenti anche nelle modalità di comunicazione radiotelevisiva. No ad atteggiamenti faziosi e esasperato protagonismo individuale ma spirito di equilibrio attraverso il contraddittorio”.
Tarantini: “Agcom e governo intervengano! Annozero ha fatto disinformazione con strumentalizzazione politica”.

Sono proprio curioso, a questo punto, di vedere la puntata di questa sera di Kalispera: farà informazione obiettiva o disinformazione? Signorini sarà fazioso? Ci sarà contraddittorio?

Posso fare un’”insinuazione”? Ruby, spalleggiata dal fido Signorini, tenterà di “rubare il cuore” dell’opinione pubblica… E, giusto per prendere due piccioni con una fava, gli ascolti in calo del programma di Signorini aumenteranno, sperando di imitare il risultato auditel della puntata di Annozero (7.338.000, share al 28,92%).



2. Marco Leardi ha scritto:

19 gennaio 2011 alle 15:09

@ Carlo. Su Santoro citi un episodio (in cui il conduttore ha fatto comunque di testa sua)..e a me vengono in mente mille altri, diversi. Non ricordi intere aperture di puntata dai toni polemici dedicate agli screzi tra il giornalista e la Rai?

Sulla partecipazione strumentalizzata delle escort: Ruby, lo ricordo nel pezzo, ha sempre rifiutato tale definizione. E nessuno può contraddirla se non le carte delle indagini. Santoro intervistò (scelta legittima, per carità!) ragazze che in pochi giorni avevano affermato tutto e il contrario di tutto.

Sinceramente non credo che a Kalispera ci sarà alcun contraddittorio, anche perchè il programma non è un talk politico in senso stretto. Vedremo;)



3. Carlo ha scritto:

19 gennaio 2011 alle 15:18

“intere aperture di puntata dai toni polemici dedicate agli screzi tra il giornalista e la Rai?”: sì, le ricordo, ma ritengo fossero giustificate.

“Ruby, lo ricordo nel pezzo, ha sempre rifiutato tale definizione”: sono d’accordo. Sto parlando del ruolo che Ruby avrebbe nella vicenda, nonchè dell’immagine con cui si presenta al pubblico! Poi se effettivamente fa la escort lo chiariranno le indagini…

“Santoro intervistò ragazze che in pochi giorni avevano affermato tutto e il contrario di tutto”: non mi sembra che Ruby sia invece un esempio di coerenza, soprattutto dal confronto fra le sue dichiarazioni pubbliche (che potrebbero essere “pilotate”) e le intercettazioni…

“Sinceramente non credo che a Kalispera ci sarà alcun contraddittorio, anche perchè il programma non è un talk politico in senso stretto”: è facile fare “politica” (insisto sulle virgolette) e rifiutare il contraddittorio perchè l’etichetta del programma non è “talk politico in senso stretto”. Sarebbe sufficiente comunque che Signorini si limitasse al buongusto, ad una obiettività di cui si è dimostrato sprovvisto nella puntata in cui telefonò il premier.



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