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Usigrai inchioda Roberto Sergio

"Lui da direttore della radiofonia attaccò su Facebook il direttore di Radio1, quindi avrebbero dovuto licenziarlo?", tuona Usigrai contro l'AD Rai dopo le forti dichiarazioni su Serena Bortone

Fabio Fabbretti

di Fabio Fabbretti

08/06/2024 - 22:25

Usigrai inchioda Roberto Sergio

E’ guerra aperta tra Usigrai e Roberto Sergio, rianimata dalle forti dichiarazioni di oggi dell’Amministratore Delegato contro Serena Bortone: “Doveva essere licenziata”, ha detto. L’Unione Sindacati Giornalisti Rai parla di affermazioni “inaccettabili e gravissime”, anche perché rilasciate mentre è in corso un procedimento disciplinare contro la conduttrice, ma non solo.

Arrivare a ipotizzare pubblicamente il licenziamento di una dipendente mentre è in corso un procedimento disciplinare, ha il sapore della minaccia

sostiene il sindacato in una nota, che continua inchiodando direttamente Sergio, reo un anno fa di un comportamento – fa notare Usigrai – per il quale oggi lui stesso invoca il licenziamento:

Se Serena Bortone deve essere licenziata, quale sanzione avrebbe dovuto meritare Roberto Sergio che nell’aprile del 2023 da direttore della radiofonia attaccò su Facebook il direttore di Radio1 Vianello, accusandolo di “amplificare la violenza”? L’Ad dell’epoca avrebbe forse dovuto evocare il suo licenziamento?

Fa eco al sindacato il senatore del PD Francesco Verducci, che nel definire le dichiarazioni dell’AD “vergognose”, a suo dire sintomo di “arroganza di un potere che è diventato censura e intimidazione”, sottolinea:

Di Roberto Sergio peraltro ricordiamo perfettamente le uscite social contro l’azienda Rai (ai tempi di un Sanremo) e in altro contesto contro il suo collega direttore Andrea Vianello. Quindi evidentemente per lui vale tutto. Altri invece vanno licenziati.

Per l’Esecutivo Usigrai, infine, è inaccettabile che Sergio abbia annunciato il nome del prossimo Amministrato Delegato Rai, che sarà Giampaolo Rossi, attuale Direttore Generale:

E’ inoltre rappresentativo del clima di onnipotenza di questo vertice aziendale annunciare, come se nulla fosse, il nome del prossimo AD. Ci chiediamo se al Parlamento e ai prossimi componenti del Cda, stia bene essere esautorati del loro ruolo.

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