In una stagione televisiva in continuo cambiamento, Rai3 vive di una costante: il programma d’inchiesta in prima serata. Se, fino allo scorso anno, la serata dedicata era il lunedì, con la staffetta Presa Diretta – Report (e viceversa), quest’anno le cose vanno diversamente. Complici gli addii di Fazio e Berlinguer, la dirigenza Rai è corsa ai ripari puntando (sin troppo) sulle indagini giornalistiche sul campo.

Alla domenica è approdato Report al posto di Che Tempo Che Fa, collezionando risultati positivi nelle 18 puntate andate in onda. Dal 25 febbraio, al posto di Sigfrido Ranucci e della sua squadra, ci sarà Sabrina Giannini con Indovina chi viene a cena. Il programma torna con 7 nuove puntate incentrate, come sempre, su inchieste ambientali. Il lunedì, da anni baluardo del genere, ha visto Presa Diretta e Riccardo Iacona mantenere il consueto ciclo di 8 puntate passando poi il testimone a Salvo Sottile e al suo nuovo Far West. Un’inedita staffetta (infatti da lunedì scorso è tornato Iacona) ma pur sempre tra reportage di informazione.

Veniamo alla serata del martedì. Come noto, Cartabianca è stato rimpiazzato da Avanti Popolo, il talk show già defunto di Nunzia De Girolamo. Per cercare di risollevare la complicata serata, dal 27 febbraio, andrà in onda Petrolio, il programma d’inchiesta di Duilio Gianmaria, in arrivo dal sabato pomeriggio (in onda nella versione Gocce di Petrolio).

Negli anni, si è sempre parlato di eccesso di talk show contrapposto alla scarsità di programma d’inchiesta. In questo caso, la situazione si è completamente ribaltata. Dalla prossima settimana il palinsesto di Rai3 sarà ‘colonizzato’ dalle inchieste per ben 3 giorni consecutivi. Per quanto riguarda i talk d’approfondimento nella prima serata della terza rete (e dell’intera Rai), per ora, nemmeno l’ombra.

L’approfondimento sul campo è un genere di per sé pregiato che supera i limiti dei talk show in cui spesso il confronto tra gli ospiti genera caos e confusione. Tuttavia, anche se i programmi sono validi,  si corre il rischio di creare un po’ ‘l’effetto Rete 4‘ con i talk cioè una sovrabbondanza di offerta, rispetto ad una domanda non così smisurata. L’unico titolo che ha avuto un riscontro importante, infatti, è stato il capostipite Report, forte di un pubblico fidelizzato da anni e di uno stile unico e riconoscibile, oltreché di reportage coraggiosi e apprezzati.

Il rischio è quello di spremere troppo il genere, penalizzando negli ascolti i singoli programmi nel breve termine, e nel lungo termine l’inchiesta stessa.

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