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Raffa non fa rumore su Disney+

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

29/12/2023 - 16:17

Raffa non fa rumore su Disney+

2.5 /5

Dall’agiografia non se ne esce. Del resto ormai si decantano cantanti con due anni di carriera, figuriamoci se si osa sovvertire alla ‘regola’ con Raffaella Carrà, lei che icona lo è per davvero. Disney+ ha scelto di raccontare la diva del Tuca Tuca con una docuserie in tre puntate e un grande sforzo di mezzi. L’approccio è quello didascalico che non fa troppo rumore.

Si ripercorre la storia di Raffaella Carrà in maniera cronologica, forse un po’ pigra ma sicuramente funzionale a tratteggiare una linea continua nella vita dell’artista dando immediata comprensione allo spettatore. Il buon lavoro di ricerca di contributi di repertorio  (non solo immagini ma anche ritagli di giornale) è affiancato dalle testimonianze, non sempre efficaci, di personaggi vicini o legati a Raffaella come il nipote, figlio del fratello, Barbara Boncompagni (che è anche autrice della docu), Salvo Guercio (anche lui autore della docu), Fiorello, che parla di Raffaella ma anche di se stesso, o Tiziano Ferro, con l’aria funerea di chi sembra essere appena stato al funerale della showgirl. La testimonianza più interessante è quella dell’assistente di una vita, anche se non è poi così tanto sfruttata.

E’ mancato il popolo ma soprattutto è mancato quel Sergio Iapino, il compagno di una vita che ha accettato di farsi vedere soltanto in video con delle immagini evocative all’Argentario, buen ritiro di Raffaella. In generale la vita privata è scandagliata sì ma negli aspetti che conosciamo, non ci sono particolari elementi di novità che pure incuriosirebbero o aiuterebbero a capire il personaggio. Così come non si va a fondo sugli ultimi mesi di vita della showgirl che ha lasciato il suo pubblico senza salutare, informando pochissime persone della sua malattia.

Capita che nel ritratto dell’icona di talento e di successo emergano anche difetti o insuccessi ma sono sempre minimizzati o giustificati (la maggior parte delle cose viene fatta risalire all’abbandono paterno). Lo stesso dualismo Carrà vs Pelloni ci si chiede se davvero sia esistito o non sia una mera suggestione narrativa. L’impianto manca un po’ di concretezza: dalla rampante Disney+ (che non è Rai Storia) e da una roboante carriera, era lecito attendersi più enfasi e maggiore colore. Non si danno mai numeri, che si tratti di guadagni, di dischi venduti o di programmi presentati.

Colpisce pure la scelta di interrompere il racconto di Raffaella Carrà con Carramba che Sorpresa, e se è vero che è stato il suo ultimo grande lascito, taglia ultima parte della sua vita (singolare pure che la produttrice Fremantle si dimentichi di The Voice, ultimo suo grande show), che dubitiamo possa far parte di un sequel.

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