Il suo ritorno in Rai è quello che ha fatto maggiore rumore. C’è, infatti, chi lo attribuisce esclusivamente alla vicinanza, mai nascosta, con l’attuale compagine di Governo. Eppure, come egli stesso tiene a ribadire, Pino Insegno vanta una carriera lunga 40 anni tra teatro, televisione e doppiaggio. E tra i programmi da lui condotti c’è anche Il Mercante in Fiera, nato su Italia1 nel lontano 2006, ora pronto a tornare su Rai2. Il perchè ce lo spiega lo stesso conduttore, che sarà anche al timone de L’Eredità, a partire da gennaio 2024. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione dei Palinsesti Rai dell’autunno 2023.
Torni in Rai, con Il Mercante in Fiera.
La scelta è stata ponderata non troppo lungamente perchè Il Mercante in Fiera ebbe già un bellissimo successo. E’ vero che il tempo è passato ma non cambia l’ideale di quello che vogliamo fare. Andava in uno slot fortissimo contro il Tg1 e il Tg5 intercettando tantissimi giovani tant’è che qualcuno in quel periodo si arrabbiò. “Fate un ascolto un po’ troppo alto, cerchiamo di mitigarlo”.
Antonio Ricci?
Ah, non l’ho detto! Non sapevamo come fare, non potevo entrare e dire una parolaccia, insomma. Ci fu gioia da parte di Tiraboschi di Italia1, ci fu un po’ meno gioia da altre parti, però abbiamo continuato ad inanellare un successo dietro l’altro. Rai2 ha bisogno in questo momento di un “rilancio”, di ringiovanire. Ci sono programmi già di successo, come Il Collegio, Stasera Tutto è Possibile, ma un po’ troppo random. Ne parlammo già con Ludovico Di Meo, povero amico che non c’è più, e questa è una scelta giusta perché può dare una possibilità ad un pubblico alternativo rispetto a quello di Tg1 e Tg5. Il nostro pubblico è quello dei ragazzi dagli 8/10 anni ai 28. E’ un gioco conosciuto, si gioca in famiglia da sempre, e ha delle carte molto intelligenti che realizzò un disegnatore. Lasceremo il Lattante ma magari ci saranno L’Influencer, il Rapper.
Ci stai dando una notizia?
Sì, è vero, siete i primi a cui lo dico. Ovviamente ci sarà la Gatta Nera, la stiamo cercando. Ainett (Stephens, ndDM) è diventata un po’ più grande, sono passati tanti anni, resta indimenticata icona di quel programma.
Quindi Ainett non ci sarà?
Ci sarà un altro tipo di scelta. Bisogna sempre cercare di cambiare un minimo le cose perché sono passati 15 anni. Oggi la mia conduzione sarà un po’ più matura, cercherò di essere più mirato. Mi sono rivisto, ero troppo esuberante anche se ha portato bene. Da lì in poi ho avuto un’esperienza più importante nei preserali, con 500 puntate di Reazione a Catena etc. Ho avuto modo di essere sempre quello che sono, di mettere all’interno di una conduzione sì il presentatore ma anche l’attore, il doppiatore, per cui è bene giocare con tutto questo e non fare il piacione. Ci ho provato a dire di essere stanco di essere considerato un sex symbol ma purtroppo la gente ride quando dico questo, per cui va bene così.
Se va bene Il Mercante in Fiera, come pensi di riuscire a conciliarlo con L’Eredità?
Questa è una bella domanda alla quale ti risponderò dopo che è andata bene. Non so che dirti, mi hai preso in castagna, è inutile che mi arrampichi sugli specchi. Non lo so quello che potrà succedere, mi auguro vada bene, magari ci sarà un’alternanza nella conduzione. Magari ci sarà la possibilità che un vero giovane bravo possa prendere il mio posto. Può essere tutto. L’importante è che ci sia anche un cambio generazionale, lo dico anche contro i miei interessi.
C’è stato un chiacchiericcio attorno al tuo nome. Cosa ti ha dato più fastidio?
Quello di non essere stato io a parlare di me. L’unica cosa che mi è piaciuta è quando mi hanno fatto CT della Nazionale! Conosco Roberto Mancini, stavo scegliendo le parole giuste per dirglielo. D’altronde non si era qualificato ai Mondiali, che devo fa’. Avrei fatto giocare i centrali della Lazio. Lì ci sarebbe stato un altro chiacchiericcio perchè tifo Lazio ma se uno poi va a vedere che la Lazio è quella che ha preso meno gol in campionato, si chiede: perché c’è il chiacchiericcio? Perché quest’uomo che sono quarant’anni che fa televisione, con ascolti ancora record… Non devo parlare di me, è la gente che deve parlare di me, nel bene e nel male. Lascio parlare perché chi giudica è la gente. Voi fate bene a dire ‘boom, succede questo’, l’importante è che non mi si attribuiscano cose mai dette. Dopo 2 mila puntate in televisione, 450 film doppiati, 42 anni di teatro vero, che posso dire? Posso dire soltanto che spero sia come la prima volta. La prossima settimana doppio un altro film importante – non posso dire il titolo se no mi arrestano – ma io lo affronterò come fosse il primo film della mia vita. E la gente che va al cinema, o lo vede in televisione, se ne accorge di questo. L’empatia, l’analogico vince ancora sul digitale secondo me. Chi ti incontra o chi ti vede attraverso lo schermo, sente se sei finto o se stai a piglia’ per culo la gente.
E’ tempo di reunion, si riuniscono tutti. E la Premiata Ditta?
Magari. Ma io e Ciufoli lavoriamo ancora insieme, ad ottobre siamo in teatro, Francesca è la mia direttrice di doppiaggio, con la quale faccio American Dad e tante altre cose, Tiziana è ancora lì. E’ che abbiamo lasciato un ricordo così bello, siamo così amici noi quattro… Siamo cresciuti e c’è il rischio di dare un impatto diverso da quello che la gente ricorda. Vorremmo lasciare quel ricordo. Ci hanno chiesto pure di fare il Palasport a Roma.
Neanche per un’ospitata a Sanremo o un evento potreste riunirvi?
Può essere una cosa speciale, l’ha fatta anche il magico Trio, Marchesini, Lopez e Solenghi, che noi adoriamo, ci vogliamo bene a vicenda, abbiamo lavorato parallelamente per tanti anni. A noi ci chiamavano ogni tanto un quartetto del trio o, una volta, anche I Marchesini. Per cui non lo so, ci hanno prospettato un’idea del genere, fare una serata d’onore com’è giusto che sia. Il rischio è come quello di tornare, dopo 20 anni, in un posto dove sei stato bene con tua moglie, magari c’è una crisi e non ritrovi quell’emozione. L’unica paura è questa.
1. Pat ha scritto:
12 luglio 2023 alle 02:45