28
marzo

Gli attori italiani fanno causa a Netflix: «Compensi insignificanti»

Netflix

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Gli attori italiani dichiarano “guerra” a Netflix perché ritengono il loro compenso non equo né proporzionato. Artisti 7607, società fondata dagli stessi artisti a tutela dei loro interessi (Elio Germano, Neri Marcorè, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Alberto Molinari, Carmen Giardina, Kasia Smutniak e altri), annuncia infatti una causa al Tribunale civile di Roma contro la piattaforma streaming.

“La causa è l’inevitabile conseguenza di sterili e lunghe trattative nel corso delle quali la piattaforma non ha ottemperato agli obblighi di legge; non ha fornito dati completi sulle visualizzazioni e i ricavi conseguiti in diverse annualità. Tutti elementi indispensabili per ottenere una remunerazione adeguata e proporzionata per gli artisti”

dichiara la presidente di Artisti 7607, Cinzia Mascoli. L’accusa è chiara: non condividendo informazioni in merito a film e serie trasmesse (ascolti, seguito e ricavi), Netflix non ricompenserebbe gli attori come meriterebbero, riservando loro cifre ritenute risibili.

Anche per opere di grande successo, gli artisti si vedono corrispondere cifre insignificanti e totalmente slegate dai reali ricavi. Per questo, ci aspettiamo sostegno e vigilanza da parte delle istituzioni per tutelare i nostri diritti. Le norme oggi ci sono: bisogna solo farle rispettare”

aggiunge la Mascoli. C’è un decreto legislativo (35/2017) che, come ricorda la donna, impone di comunicare i dati sullo sfruttamento delle opere, ma l’assenza nella legge di sanzioni effettive avrebbe indotto le emittenti a condividere il minimo indispensabile.

La posizione di Netflix

Netflix, interpellata sulla vicenda, fa sapere che il compenso degli attori coinvolti nelle sue produzioni è frutto di accordi ufficiali firmati con tante società; tali accordi “hanno preso forma sia in Italia sia all’estero”. Un’intesa – riporta Repubblica – è stata raggiunta con il Nuovo Imaie, che pure rappresenta tanti artisti (addirittura il 75-80% degli attori, stima Netflix). C’è anche traccia di una “pace” sottoscritta in Spagna, con l’Aisge. Secondo Netflix, il fatto che in Italia ci siano tre società che rappresentano attori e creativi (a differenza di altre Nazioni) non avrebbe favorito il dialogo.

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1 Commento dei lettori »

1. rosita ha scritto:

28 marzo 2023 alle 17:00

Immagino che un artista prima di fare un film o fiction discuta il proprio compenso e firmi un contratto con una cifra scritta sopra; troppo comodo poi ridiscuterne i termini di un qualcosa che hai firmato su carta e accettato solo perche’ l’opera ha ricevuto un tot di visualizzazioni o ha avuto un successo strepitoso, se non lo hai messo per iscritto in precedenza.



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