14
febbraio

Matilda De Angelis, Eduardo Scarpetta, Matteo Rovere presentano La Legge di Lidia Poet a DavideMaggio.it: «Le scene di nudo finalizzate alla contemporaneità del racconto»

la legge di lidia poet protagonisti

Matteo Rovere, Matilda De Angelis, Eduardo Scarpetta

Sono il nuovo che avanza nella fiction e nel cinema e ora Netflix li ha riuniti. Matilda De Angelis ed Eduardo Scarpetta sono i protagonisti del procedural in costume La Legge di Lidia Poet, disponibile da domani in streaming sulla piattaforma. Un racconto che parte da una storia vera per raccontarne altre di fantasia facendosi portatore altresì di messaggi molto attuali sulla parità di genere. Abbiamo incontrato gli attori principali, insieme al regista e produttore, l’ormai ex enfant prodige, Matteo Rovere di Groenlandia (ha diretto, tra le altre cose, Romulus e Veloce come il vento con la De Angelis),

Intervista a Matteo Rovere, Matilda De Angelis, Eduardo Scarpetta

Nella serie abbiamo un impianto classico in cui sono inseriti elementi più moderni e spregiudicati, il che mi porta a chiedervi il pubblico al quale vi state rivolgendo.

Matteo Rovere: L’idea di partenza era ed è quella di raccontare un personaggio principale che avesse caratteristiche che in qualche modo risuonassero anche col contemporaneo, caratteristiche che ci parlassero anche dell’oggi. Quindi, per esteso, il pubblico è chi ha voglia di divertirsi, con una storia sicuramente di grande intrattenimento, ma che allo stesso tempo ha voglia di qualcosa di un po’ stratificato che ci racconti un tema soprattutto quello della condizione femminile – mi sento di sintetizzare – che risuona anche col contemporaneo.

Matilda,  è  anche tuo un modo per unire l’intrattenimento a una causa sociale?

Matilda De Angelis: Ogni volta che scelgo un ruolo cerco sempre di pormi una domanda: perché ho voglia di raccontare questa storia? Perché ho voglia di farmi portavoce di questo personaggio e di questa storia? Credo sia sempre importante scegliere dei personaggi ai quali ci si affeziona in prima persona, e dei quali si ha voglia di parlare, di raccontare, di indagare. Quindi non ho la pretesa di immolarmi per la causa. Sicuramente è un personaggio che, a me per per prima, interesserebbe moltissimo e di conseguenza sono stata contenta di poterlo interpretare.

In conferenza stampa si parlava di Sanremo, la tua risposta non è ben chiara: intendevi dire che Sanremo è un mondo patriarcale?

Matilda De Angelis: No, assolutamente non lo dicevo, mi sembrava una polemica abbastanza sterile in un contesto che fondamentalmente è quello che è. Sono sicura che si potrà dare sempre più spazio alle donne ma sempre nell’ambito della meritocrazia, non è una quota.

Se dici “il contesto è quello che è” mi fai capire che c’è un sottotesto.

Matilda De Angelis: E’ un contesto semplicemente televisivo nazionalpopolare, sono cose che non competono a me, diciamo. Io per prima ho co-condotto una serata di Sanremo e mi sono trovata molto bene, ho trovato tutte persone, uomini e donne, molto molto disponibili. Non volevo scatenare questo tipo di polemica, avevo capito poco anche la domanda in conferenza.

Parlando di parità di genere, nella prima puntata vediamo un nudo frontale maschile di Eduardo Scarpetta. In America c’è stata una grande polemica per l’assenza di nudi maschili, cosa pensi di questa tipo di parità?

Matilda De Angelis: L’ha proposto lui (ride, ndDM).

Eduardo Scarpetta: L’ho già fatto, finché è lineare con quello che si sta raccontando, o si vuole raccontare, si può fare.

Matilda: Sono d’accordo.

Rispetto alla storia, non può spiazzare un determinato tipo di pubblico che si aspetta l’indagine e si ritrova una scena osè?

Matteo Rovere: Secondo me è interessante raccontare una vicenda con le chiavi del contemporaneo anche dal punto di vista dello storytelling. E’ stato trovato un po’ quel codice di racconto, realista, naturalista che porta il personaggio di Lidia all’interno di dinamiche il più possibili reali, raccontate come tali. Tutto quello che ne fa da corollario mi sembra molto naturale.

Voi 3 siete stati considerati o siete considerati il nuovo che avanza: è una responsabilità, una definizione che non vi appartiene o alla quale non pensate?

Matilda De Angelis: Questo forse sta più agli altri dirlo, semplicemente facciamo il nostro lavoro se funzioniamo bene altrimenti

Matteo Rovere: Ci rimandano a casa.

Matilda De Angelis: Si cerca di essere all’altezza delle aspettative sempre, di lavorare bene e impegnarsi sempre di più. Questa è una cosa alla quale non penso tanto, non fa parte del mio processo creativo.

Matteo Rovere: E’ vero che il nostro è un paese nel quale il conflitto generazionale è continuamente attivo, sicuramente nella conversazione. L’idea è anche che persone relativamente giovani, o giovani nel loro caso, lavorino sembra di per sé rivoluzionario. Io mi chiederei se non è strano il pensiero che genera questo pensiero più che l’azione in sè.

Eduardo, che dici?

Matteo Rovere: Sta pensando ancora al nudo!

Matilda De Angelis: Sta pensando ancora al nudo, ci mette un po’.

Eduardo Scarpetta: Siamo felici di essere il nuovo che avanza. Non so cosa dire.

Matteo Rovere: Il nuovo che è rimasto nel piatto!

Matilda De Angelis (dopo i saluti): Edo non puoi fare così, riprenditi per favore!



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