31
gennaio

Testimonianza shock a Le Iene: «Festini a Palermo con Matteo Messina Denaro e un noto politico italiano» – La ricostruzione di La Vardera (vicepresidente Antimafia Sicilia)

Ismaele La Vardera e Filippo Roma - Le Iene (Foto US Mediaset)

Ismaele La Vardera e Filippo Roma - Le Iene (Foto US Mediaset)

“Sto andando a denunciare ai Ros dei carabinieri una storia che quando me l’hanno raccontata, onestamente, non ci potevo credere”. Comincia così lo scioccante racconto che Ismaele La Vardera, ex “iena”, oggi vicepresidente della Commissione Antimafia della Regione Sicilia, decide di fare ai microfoni de Le Iene.

Nella puntata di questa sera del programma di Italia 1 condotto da Belen Rodriguez senza più Teo Mammucari, Filippo Roma ricostruisce così la testimonianza – raccolta dal deputato regionale e subito denunciata agli inquirenti – di un presunto testimone che parla di alcuni festini in una villa a Palermo a cui avrebbe partecipato – prima dell’arresto del 16 gennaio 2023 - Matteo Messina Denaro e in cui avrebbe visto anche un uomo appartenente alle forze dell’ordine, un medico e un noto politico italiano.

“Il testimone è una persona per bene, che fa una vita normale, che aveva paura di parlare perché le cose che poteva raccontare erano molto delicate e parlavano proprio di quella zona d’ombra che avrebbe potuto proteggere il boss latitante”

dichiara La Vardera a Le Iene, senza troppo sbilanciarsi in dettagli che potrebbero far risalire all’identità dell’uomo.

Ricostruzione della testimonianza raccolta da Ismaele La Vardera

Testimone: “Due anni fa, dopo il periodo del Covid ho avuto la possibilità di essere presente ad una festa”.

La Vardera: “Chi è che ti chiama per invitarti a questa festa?”.

Testimone: “Un amico di … (nel servizio nome e cognome saranno nascosti, ndr). Prima di entrare veniva fatta una specie di perquisizione e non potevi portare all’interno il telefono”.

La Vardera: “Ma ti hanno perquisito fisicamente?”.

Testimone: “Sì”.

(Intervista Filippo Roma a Ismaele La Vardera)

La Vardera: “Questa persona sostiene di esserci stata più di tre volte e quello che vedeva erano ostriche, champagne, gente ben vestita, notabili”, spiegando che il testimone fa capire come tra i presenti ci fossero delle persone che non si sarebbe mai aspettato di trovare per il ruolo delicato che hanno nella vita di tutti i giorni.

Testimone: “Se sei un uomo delle forze dell’ordine non vai ad una festa privata per fare sniffare gli amici tuoi. Tu lavori per la legge, tu hai questo ruolo importante. Questa cosa mi fa arrabbiare… ho notato che alcuni dei presenti entravano in una stanza”.

La Vardera: “Cioè, tu vedevi che c’era cocaina sul tavolo? C’era qualcuno che sniffava?”.

Testimone: “C’era cocaina. Non era farina 00; sì, quasi tutti”.

“Questi festini esattamente da chi erano frequentati e cos’altro si faceva?”, domanda l’inviato a La Vardera a questo punto.

Testimone: “Quelli che erano lì mi si presentano solo per nome, e mi hanno spiegato che chiunque di quelle persone incontrate lì dentro, se io le avessi viste fuori, avrei dovuto far finta di non conoscerle”.

La Vardera: “Che tipo di persone c’erano?”.

Testimone: “Tutte persone di classe. Mangiavano, conversavano”.

La Vardera: “Cosa si mangiava?”.

Testimone: “Base di pesce: ostriche, ricci di mare, c0era anche il Mont Blanc, champagne e vini molto costosi. Fino alla mezzanotte c’erano le cameriere normali, poi, dopo, arrivavano le escort. Ragazze di lusso”.

La Vardera: “Si faceva sesso dopo mezzanotte?”.

Testimone: “Si. E’ stata data l’opportunità una sera”.

A questo punto del racconto, entrerebbe in scena, sotto falso nome, Matteo Messina Denaro.

La Vardera: “E com’è che tu arrivi a capire chi è Andrea Bonafede, cioè Matteo Messina Denaro?”.

Testimone: “Io sono consapevole che questa che mi è capitata è una situazione più grande di me. Finché non ho visto i giornali però non avevo collegato. Poi quando ho visto il suo viso, l’ho riconosciuto. Lui era lì”.

La Vardera: “Cioè Matteo Messina Denaro era lì?”.

Testimone: “Era lì, a quella festa. Quando l’ho visto, lui era lì seduto con uno che lavora a … (il testimone fa il nome del luogo che nel servizio sarà nascosto, ndr), un appartenente alle forze dell’ordine ed uno che fa il medico”.

Il testimone aggiunge una serie di dettagli che porterebbero tutte all’identikit del boss latitante.

La Vardera: “Come fai a dire che è lui?”.

Testimone: “Il viso di adesso, era lui là. Quello che ho incontrato alla festa a… (indica una data che nel servizio sarà nascosta, ndr), si vedeva che era malato e sofferente”.

La Vardera: “L’hai notato tu?”.

Testimone: “Sì, sì”.

La Vardera: “Come si è presentato?”.

Testimone: “«Ciao sono Andrea» e aveva ferite post operatorie”.

La Vardera: “Come l’hai capito?”.

Testimone: “Me l’ha detto lui, aveva una ferita fresca… aveva lo stesso occhiale scuro. E si vedeva un occhio difettoso sotto l’occhiale”.

La Vardera: “Com’era vestito?”.

Testimone: “In camicia e pantaloni. Sembrava una persona per bene, io ho notato un orologio importante. Aveva scarpa stile Hogan, ma della Hermes”.

La Vardera: “Lui parlava con altre persone?”.

Testimone: “Sì. Uno che io conosco che lavora nelle forze dell’ordine”.

La Vardera: “Come fai a sapere che faceva parte delle forze dell’ordine?”.

Testimone: “Perché… (spiega dove l0ha conosciuto ma nel servizio sarà occultato, ndr). Poi, comunque sia, abbiamo parlato e mi ha fatto capire che lì non ci siamo mai visti”.

La Vardera: “Ah quindi lui ti ha detto non ci siamo mai visti?”.

Testimone: “«Noi non ci siamo mai incontrati. Tu ti fai i fatti tuoi ed io i fatti miei e viviamo tutti felici e contenti»”.

(Intervista Filippo Roma a Ismaele la Vardera)

Inviato: “Ti ha detto come si chiama il rappresentante delle forze dell’ordine e che grado ha?”.

La Vardera: “Questa cosa non mi sento proprio di dirtela perché ho paura. Gli ho detto «guarda, io comunque uscendo da qua parlerò con la Procura»”.

Inviato: “Ma ti ha detto, ad esempio, se era un personaggio importante nell’ambito delle forze dell’ordine?”.

La Vardera: “Mi ha detto che aveva una particolare funzione all’interno delle forze dell’ordine. E’ giusto che i riscontri li faccia la Procura. Onestamente mi potrò sbagliare, ma le cose che diceva mi lasciano presagire che questa persona dice cose vere, aggiunge in più il dettaglio del medico, entra nello specifico dove lavora, cosa fa, qual è il ruolo, perché ha avuto a che fare con questo medico, e me l’ha fatto vedere”.

Inviato: “Tu lo sai chi è questo medico? Ce lo puoi dire?”.

La Vardera: “No. Ritengo che non sia opportuno”.

Testimone: “Se sei una persona, per esempio come quell’Andrea Bonafede, non puoi stare seduto allo stesso tavolo con qualcuno che dovrebbe fare rispettare la legge”.

La Vardera: “Quando tu dici che in quella festa c’erano persone che lavoravano in tribunale come fai a saperlo?”.

Testimone: “Perché io sentivo cosa dicevano. Cose del tipo: «allora com0è andata la settimana scorsa quell’udienza?»”.

La Vardera: “Cioè, parlavano di questioni giudiziarie tra di loro?”.

Testimone: “Sì, parlavano di cose di lavoro”.

La Vardera specifica all’inviato che questo testimone parla di soggetti che sarebbe in grado di riconoscere qualora la Procura glielo chiedesse. Nella conversazione si fa anche riferimento a un politico, visto da questa persona in uno di questi festini.

Testimone: “Ad uno di questi eventi c’era anche un noto politico”.

La Vardera: “Chi era?”.

Testimone: “Era … (il testimone fa nome e cognome ma nel servizio sarà omesso, ndr)”.

La Vardera: “Lo puoi affermare con certezza?”.

Testimone: “Sì, certamente”.

La Vardera: “E quella stessa sera c’era pure Messina Denaro?”.

Testimone: “No”.

La Vardera: “Ma anche quando c’era il politico si faceva uso di cocaina?”.

Testimone: “Tutte le sere, droghe leggere e pesanti”.

(Intervista Filippo Roma a Ismaele la Vardera)

La Vardera: “Ha aggiunto che a uno di questi incontri ha preso parte un notissimo politico. Non un politico qualsiasi, un politico importante”.

Inviato: “Te l’ha fatto il nome?”.

La Vardera: “Sì”.

Inviato: “Ci puoi dire chi è?”.

La Vardera: “No, fino a prova contraria vorrei tanto che la Procura facesse delle indagini per stabilire la presenza o meno di questi soggetti all’interno di queste feste”.

Inviato: “Maggioranza o opposizione?”.

La Vardera: “Non te lo posso dire”.

Inviato: “Politico nazionale o locale?”.

La Vardera: “La sua caratura può essere assolutamente definita come politico nazionale”.

Inviato: “Quando ti ha fatto questo nome?”.

La Vardera: “Non ci credevo”.

Inviato: “Non ci credevi perché è un insospettabile?”.

La Vardera: “No, non ci credevo perché già questa storia è assurda di per sé”.

Inviato: “Ma è uno che la gente riconosce per strada?”.

La Vardera: “Sì, tant’è che quando io vado via da lì, chiedo subito di essere ascoltato dalla Procura immediatamente, lo stesso giorno faccio la chiamata. Io voglio sapere tutta la verità. Cioè, io pretendo di sapere se ho avuto a che fare con un mitomane o con uno che sapeva. E a questo punto, se è una persona attendibile, questa persona va protetta”.

Inviato: “E non hai paura che invece possa essere una polpetta avvelenata?”.

La Vardera: “Me lo sono chiesto e ti posso dire che in tutte le cose che ho trovato su questa storia non c’è stata nemmeno una che mi ha detto no, questa non è possibile. Quando tu ti trovi davanti una persona che è veramente preoccupata, che hai come l’impressione che quasi si sta pentendo delle cose che ti sta raccontando, ma ormai non può tirarsi indietro”.

La Vardera: “Come mai hai parlato con me e non con un magistrato o con dei Carabinieri?”.

Testimone: “Per paura. Credimi, in questo momento sto tremando. Mi rendo conto di essere a rischio, che questa storia è troppo più grande di me e quasi quasi mi pento di averti parlato”.

(Intervista Filippo Roma a Ismaele la Vardera)

La Vardera, rispondendo alla domanda di Filippo Roma che chiede se è possibile incontrare il testimone, spiega: “In questa fase mi ha detto che non se la sente, ha paura, non vuole parlare. E io l’ho fatto presente, gli ho detto che mi batterò fino alla morte con tutti, perché il suo nome non verrà mai fuori sulla stampa, però chiaramente agli inquirenti lo devo fare perché devono capire se quello che dici sia vero oppure no”.

In attesa che la Procura faccia tutti gli accertamenti del caso, è una notizia che il vicepresidente dell’Antimafia siciliana sia andato a sporgere denuncia dai Carabinieri su tutto quello che ha sentito. Filippo Roma spiega che, nella ricerca di riscontri al racconto del deputato La Vardera, uno su tutti ha confermato la veridicità di quanto gli è accaduto, ma per proteggere l’identità del testimone non può aggiungere altro. Esattamente una settimana fa anche il testimone è stato sentito a lungo dai Ros, che verificheranno cosa ci sia di vero in questa storia suggestiva, ma così incredibile da non poter escludere alcuno scenario.

Infine, il deputato a Le Iene dice: “Potrebbe essere una storia totalmente inventata da un mitomane, oppure una storia scritta a tavolino di sana pianta, ma sinceramente non sapremmo dirvi da chi e perché o potrebbe essere una storia vera raccontata da un testimone che ha messo a repentaglio la propria vita e che quindi va protetto”.

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