19
gennaio

Non mi lasciare e l’insopportabile sensazione di apnea

Non mi Lasciare - Vittoria Puccini

Non mi Lasciare - Vittoria Puccini

Che si tratti di gialli, polizieschi o commedie leggere, la fiction Rai non sbaglia un colpo. Tranne rarissimi casi, le proposte seriali della tv pubblica sono capaci di appassionare il pubblico, merito di una scrittura forte, di attori nella parte e di registi in grado di valorizzare ogni elemento a loro disposizione. Non mi Lasciare, la serie prodotta da Paypermoon e diretta da Ciro Visco, non fa eccezione, rivelandosi ben confezionata e tecnicamente riuscita; peccato che si faccia fatica a seguirla. E’ cupa e per molti versi respingente.

Il tema trattato è forse il più difficile da mettere in scena, soprattutto su una rete generalista e in un orario in cui la famiglia dovrebbe essere interamente riunita davanti alla tv: la violenza sui minori e la pedopornografia sono argomenti duri, dolorosi, che non lasciano spazio a quella leggerezza necessaria per dare una pausa emotiva allo spettatore.

Qui, oltre ai rapimenti e alle scene angoscianti che vedono coinvolti i bambini, c’è una tristezza imperante che impregna l’umore dei protagonisti e, soprattutto, i rapporti tra loro. Musica, luci ed inquadrature sottolineano una costante tensione, che non lascia scampo e comunica più di tutto un senso di inquietudine.

Nel contesto nel quale siamo calati ormai da quasi due anni, con la pandemia divenuta costante compagna di vita per ognuno di noi, dalla fiction ci si aspetta un minimo di intrattenimento. E ne è cosciente la Rai: proprio qualche giorno fa, in occasione della conferenza stampa di presentazione de La Sposa, il vicedirettore di Rai Fiction Francesco Nardella parlava del bisogno di evasione del pubblico e della scelta dell’azienda pubblica di offrire al momento storie portatrici di speranza, come appunto è il melodramma della domenica sera con Serena Rossi.

Ma in Non mi Lasciare, dov’è la speranza? Forse solo nelle intenzioni dei poliziotti Elena (Vittoria Puccini) e Daniele (Alessandro Roja), che cercano di distruggere dalle fondamenta il sistema malato sul quale indagano. Per il resto pubblico e privato dei personaggi si sviluppano tra atmosfere tetre e un’insopportabile sensazione di apnea che si può tollerare al massimo per la durata di un singolo film e ci fa stupire di quel 19.3% di share registrato dalla seconda puntata, dopo il 20.3% della prima.

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5 Commenti dei lettori »

1. Antonio ha scritto:

19 gennaio 2022 alle 13:34

Non si capisce perché le piattaforme streaming debbano avere un catalogo variegato in tematiche e stili mentre un canale generalista debba proporre sempre la stessa cosa: ben venga una serie più cupa del solito (anche se non è del tutto innovativa per la Rai). Ma quando vedremo una serie fantasy o horror o un vero thriller ? Per quelle al momento si ci può rivolgere solo alle piattaforme. Peccato perché la Rai è capace di realizzare serie di grande qualità, peccato sperimenti molto poco



2. Lorenzo78 ha scritto:

19 gennaio 2022 alle 15:34

D’accordissimo con Antonio. A me questa fiction piace tantissimo proprio perché è diversa dalle altre che per carità sono belle ma fatte tutte con lo stampino.

Mi piace moltissimo l’atmosfera cupa, mi piace moltissimo anche la tensione che aleggia, forse perché a me piace il genere. Ma per esempio io ho trovato molto più insopportabile la prima parte de La sposa (esagerata e respingente), fiction che comunque alla fine mi è piaciuta molto, soprattutto nella seconda parte.

Poi se qualcuno cerca la speranza nelle fiction penso che siano problemi suoi.



3. luisella ha scritto:

27 gennaio 2022 alle 11:28

Mi piace moltissimo l’atmosfera di tensione, mi piace moltissimo Venezia immersa nella nebbia, e finalmente si trattano argomenti inquietanti e non è vero che si fà fatica a vederla, anzi io la rivedo nella replica perchè qualcosa sfugge sempre, bravi tutti.



4. Anna velardi ha scritto:

1 febbraio 2022 alle 16:02

Ho trovato questa serie bellissima avvincente ed elegante



5. Luisa ha scritto:

14 febbraio 2022 alle 19:44

Credo che ci sia ancora da imparare tanto dagli americani per il genere poliziesco. In questa fiction tutto è lento e sommesso: dalle azioni alle voci dei poliziotti. Come si può abbinare la visione della compravendita di bambini con toni di voci bassi e pacati come quello delle signore che prendono il te’ ne “il paradiso delle signore”? Mettiamoci pure la copia di “Law and Order” quando appare lo screen che segnala il luogo..Non credo inoltre che Venezia sia la location adatta…suono e luci ovattate e nebbiose Troppe barriere che ostacolano l’azione.. E la Puccini? Bellissima.. Ma andrebbe doppiata! Il segreto dei polizieschi è l’adrenalina che prende lo spettatore. È la voglia di vedere le puntate tutto d’un fiato.Stavolta invece ci si addormenta sul divano



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