17
gennaio

BBC, canone congelato per 2 anni. Sul tavolo l’ipotesi di cancellarlo del tutto dal 2027

Bbc

Clamorosa svolta per la Bbc. Anzi, ai danni della Bbc. Dal 2027 l’emittente del servizio pubblico britannico dovrà – a quanto pare – rinunciare al canone. Sebbene non vi sia ancora un annuncio ufficiale da parte del governo presieduto da Boris Johnson, a esprimersi sull’argomento in modo esplicito è stata con tweet la Segretaria alla cultura del Regno Unito, Nadine Dorries.

A commento di un’anticipazione pubblicata dal Daily Mail sul tema, l’esponente di governo ha dichiarato:

Questo sarà l’ultimo annuncio sul canone. I giorni in cui gli anziani erano minacciati con pene detentive e gli ufficiali giudiziari bussavano alle porte sono finiti. È ora di discutere e dibattere su nuove modalità di finanziare, supportare e vendere ottimi contenuti britannici“.

Un’affermazione forte, alla quale probabilmente seguiranno misure altrettanto drastiche. Secondo quanto riporta la stampa britannica – senza smentite da parte della diretta interessata – Dorries avrebbe deciso di congelare l’importo del canone Bbc per i prossimi due anni, mantenendolo a 159 sterline. Il che sarebbe un duro colpo per le finanze dell’emittente pubblica. Attualmente, infatti, il canone garantisce alla Bbc 3,2 miliardi di sterline l’anno e il blocco sull’importo significherebbe che l’azienda radiotelevisiva dovrà risparmiare oltre 2 miliardi di sterline nei prossimi sei anni per far quadrare i conti.

Ma lo stop vero e proprio al canone, qualora venisse perseguita sino in fondo questa politica, arriverebbe dal 31 dicembre 2027, quando scadrà l’attuale Royal Charter (il contratto di servizio tra l’emittente e il governo). A quel punto, secondo quanto teorizzato e auspicato dalla stessa Dorries, la Bbc dovrà trovarsi nuove modalità di sostentamento. Come riporta Variety, l’ipotesi in campo non sarebbe un’idea isolata della Segretaria alla Cultura ma avrebbe incontrato pareri favorevoli nel governo.

Sulle “nuove modalità di finanziamento” chieste dalla Segretaria britannica alla cultura le supposizioni si sprecano. C’è chi immagina una tassa su ogni connessione broadband (con un rincaro sugli accessi a internet), l’introduzione di una sovvenzione governativa annuale, la possibilità per Bbc di raccogliere la pubblicità. The Guardian ipotizza anche una tassa speciale sui redditi per finanziare i servizi pubblici media o la privatizzazione di alcune parti della Bbc.

La doccia fredda per l’emittente britannica arriva a sole poche settimane da una lettera con cui – dalle pagine del Sunday Times – il direttore generale della Bbc, Tim Davie, aveva difeso il modello dell’attuale canone. Parole che in qualche modo rimandano a quanto, in tempi non sospetti, aveva affermato in Italia l’Ad Rai Carlo Fuortes. Quest’ultimo, in realtà, aveva utilizzato toni allarmistici definendo il canone italiano “una risorsa del tutto incongrua rispetto agli impegni del futuro”.

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