24
settembre

Virologi in TV con l’autorizzazione: la (discutibile) proposta fa insorgere la casta dei tele-esperti

Matteo Bassetti, L'Aria che tira

Matteo Bassetti evoca addirittura il fascismo. E il professor Galli gli fa eco: “Nemmeno Mussolini è arrivato a tanto“. Andrea Crisanti invece cita la Corea del Nord. Ai virologi diventati simbolo del racconto televisivo della pandemia non è piaciuto affatto l’ordine del giorno a firma del deputato del gruppo Misto (ex M5s) Giorgio Trizzino, accolto ieri dal Governo, con cui si chiede che virologi, immunologi, infettivologi intervengano sui media solo se autorizzati dalla struttura di appartenenza.

Gli esperti che il pubblico ha imparato a conoscere nell’ultimo anno e mezzo invocano diversamente libertà di azione. E di partecipazione televisiva. Il loro, dunque, è stato un coro unanime sollevatosi contro la proposta politica. “Io sono professore universitario e come tale parlo quanto voglio e nessuno mi mette il bavaglio“, ha tuonato Bassetti, che ieri ha ribadito il concetto anche in diretta su La7. Fabrizio Pregliasco, virologo e docente della Statale di Milano, ha invece evidenziato il rischio che con questa mossa si facciano “sparire i virologi che hanno studiato, continuando a far parlare gli altri“.

Critici anche il già citato Massimo Galli e Roberto Burioni. “Pensare di mettere dei vincoli alla voce della scienza o di limitarla è preistoria“, ha da parte sua osservato Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. A giudicare dall’unanime levata di scudi, possiamo notare come la controversa proposta del deputato Trizzino un risultato lo abbia già ottenuto: quello di mettere d’accordo virologi ed esperti che spesso sul tema del Covid avevano invece espresso posizioni differenti tra loro (soprattutto nella prima fase dell’emergenza).

Pensare di vincolare la libertà di partecipazione mediatica ci sembra in effetti azzardato, anche perché – aspetto non trascurabile – questa ipotesi limiterebbe la libertà dei giornalisti e dei conduttori di interpellare chi preferiscono o meglio credono. La misura in questione, insomma, non ci convince affatto. D’altra parte, però, è altrettanto vero che nell’ultimo anno abbiamo assistito alla progressiva trasformazione di alcuni esperti in vere e proprie star tv, in primedonne della divulgazione. Tale fenomeno ha sottoposto il ruolo degli scienziati ad un vero e proprio stress mediatico che in alcuni casi ha esposto la nobile professione a inevitabili strumentalizzazioni. Il tritacarne televisivo, da questo punto di vista, non fa sconti a nessuno.

Più che una discutibile (e pure dannosa) limitazione all’accesso ai media servirebbe un ridimensionamento al protagonismo ormai vanesio di certi tele-virologi.

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2 Commenti dei lettori »

1. Lucius ha scritto:

24 settembre 2021 alle 17:07

Lo facessero con gente tipo Paragone, Maglie, Sgarbi, Citro Della Riva, Borgonovo, Brosio, Donato, Giarrusso, Donzelli, Red Ronnie, Montesano, Brigliatori. L’unico caso in cui una dittatura servirebbe davvero……



2. vicky ha scritto:

24 settembre 2021 alle 20:51

Io in tv voglio tutti anche quelli che non mi piacciono. Mi limito a cambiare canale quando non li sopporto ma devono parlare. W LA DEMOCRAZIA!!!!!



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