14
luglio

Lucio Presta e Matteo Renzi indagati per finanziamento illecito e false fatturazioni

Lucio Presta e Matteo Renzi

Lucio Presta e Matteo Renzi

L’accusa è di finanziamento illecito ai partiti e false fatturazioni. Gli indagati sono il manager tv Lucio Presta e Matteo Renzi. La vicenda riguarda “Firenze secondo me”, il documentario sul capoluogo toscano, prodotto dalla Arcobaleno Tre della famiglia Presta (l’ad della società è il figlio Niccolò, anche lui indagato), e trasmesso dal Nove nella stagione 2018/2019.

Per il progetto Renzi incassò 454.000 euro a fronte del prezzo irrisorio – pari a poche migliaia di euro – con cui Arcobaleno Tre ha venduto il documentario a Discovery. La procura di Roma e gli uomini del nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza vogliono vederci chiaro; i bonifici del documentario già due anni fa finirono in una relazione della Uif, l’antiriciclaggio di Bankitalia. L’ipotesi è che dietro il cachet di Renzi si nasconda un finanziamento illecito al politico, essendo la cifra di quasi mezzo milione di euro considerata spropositata. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, i soldi sarebbero serviti a Renzi per ripagare il prestito di 700.000 euro che aveva ricevuto da Anna Picchioni, vedova dell’imprenditore Egiziano Maestrelli, per comprare la villa di Firenze dove oggi vive.

I sospetti maggiori comunque non riguardano tanto il documentario, visto che il prodotto – al di là dei compensi anomali e fuori mercato per Renzi – è stato realizzato e messo in onda, ma i dubbi – scrive il quotidiano Domani – toccano soprattutto due contratti e relativi bonifici da centinaia di migliaia di euro a favore di Renzi, scoperti dopo una verifica fiscale nella sede dell’Arcobaleno Tre. Denaro versato dalla società del manager all’ex premier per la cessione dei diritti d’immagine e per alcuni progetti televisivi che i due avrebbero dovuto fare insieme”.

Dopo la perquisizione a casa di Lucio e Niccolò Presta e nella sede della loro società, i pm Alessandro Di Taranto e Gennaro Varone parlano infatti di rapporti contrattuali fittizi, con l’emissione e l’annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell’utilizzazione quali costi deducibili inerenti all’attività d’impresa, costi occulti del finanziamento della politica. I programmi ipotizzati non sono ancora stati realizzati, mentre i pagamenti al leader di Italia Viva – riporta il quotidiano – “non sono stati iscritti al bilancio”. Ai Presta, in sostanza, è contestata una serie di reati fiscali per prestazioni mai effettuate: è così che avrebbero frodato l’Iva.

La replica di Renzi e di Arcobaleno Tre

La prima reazione sul fronte indagati è di Matteo Renzi, che in una diretta Facebook ha tenuto a ribadire che “le mie attività sono lecite e legittime (…) Non ho nulla da nascondere, buon lavoro ai magistrati”. E aggiunge:

“Qualcuno forse pensa che possa fermarmi di fronte a questo, che io possa perdere il buonumore e innervosirmi. Ma chi mi conosce sa che io vado controcorrente, non ho paura di andare contro tutto e tutti anche per cambiare un Governo. Figuriamoci se possono farmi paura con un avviso di garanzia. Ci sono casualità che si ripetono. L’altra volta, quando presentai il mio libro, furono arrestati mio padre e mia madre. Stavolta si sono limitati ad un avviso di garanzia. Verrebbe da ridere di fronte a tutto questo ma non c’è niente da ridere. Quindi vado avanti con più decisione di prima”.

In una nota, Federico Lucarelli, legale di Arcobaleno Tre, spiega invece:

“Abbiamo saputo di questa indagine solo pochi giorni fa e ci siamo subito messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, per chiarire rapporti di collaborazione nel campo delle prestazioni artistiche e autorali da parte di Matteo Renzi, che risalgono a quasi tre anni fa, inerenti il documentario “Firenze secondo me”, di cui si era parlato pubblicamente al momento in cui la società Arcobaleno Tre aveva proposto a Matteo Renzi di produrla con la sua collaborazione autorale e conduzione (…) Contrariamente a quanto si legge, si tratta di prestazioni esistenti, regolarmente fatturate all’Arcobaleno Tre e pagate alla persona fisica, quale corrispettivo dell’attività svolta, non al politico o al partito. Stiamo presentando una memoria con documentazione contrattuale e bancaria che certamente sarà motivo di attenta valutazione da parte della procura, onde fugare ogni dubbio sulla posizione dei signori Presta”.

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2 Commenti dei lettori »

1. Lucius ha scritto:

14 luglio 2021 alle 17:13

Questo è karma.



2. Lucius ha scritto:

14 luglio 2021 alle 17:16

Questo è karma…



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