La nuova fiction di Canale 5 Buongiorno, Mamma! segna il ritorno in tv di Domenico Diele, l’attore senese che nel giugno del 2017 fu arrestato dopo aver investito con la sua auto la quarantottenne Ilaria Dilillo, che viaggiava in scooter e morì nell’incidente, avvenuto nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel salernitano. Dal momento che nel dicembre 2020 Diele è stato condannato in via definitiva per omicidio stradale a 5 anni e 10 mesi di pena, ritrovarlo sullo schermo ci ha stupiti, così abbiamo chiesto chiarimenti in merito alla Lux Vide, che ha prodotto la fiction. L’ufficio stampa della casa di produzione ha risposto con la seguente nota stampa.
“In merito ad alcune richieste pervenute da organi di stampa, Lux Vide precisa che Domenico Diele è stato scritturato come attore da persona libera e non ancora condannato definitivamente a scontare la pena. La Costituzione Italiana sancisce il principio di non colpevolezza fino a definitiva sentenza di condanna, intervenuta in un momento successivo alle riprese della serie. Domenico Diele, inoltre, è un bravo attore ed è stato scelto perché ritenuto idoneo ad interpretare il ruolo. In ogni caso Lux Vide crede nel valore riabilitativo della pena previsto anch’esso dalla Costituzione italiana (art. 27, co. 3)”
Le riprese della fiction, il cui inizio era previsto inizialmente per marzo 2020, sono slittate a causa dell’emergenza sanitaria, concludendosi in estate in alcune località del Lazio e in particolare sul lago di Bracciano, dove è ambientata la storia. La condanna definitiva per l’attore, come già scritto, è arrivata nel mese dicembre, cosa che gli ha evidentemente permesso di interpretare il suo personaggio: ironia della sorte, si tratta di un Vicequestore di Polizia, Vincenzo Colaprico.
Diele – che prima dei fatti aveva preso parte a Don Matteo, 1992, 1993, In Treatment, Di Padre in Figlia e Non Uccidere - al momento dell’incidente non era in possesso della patente, che gli era stata sospesa per uso di sostanze stupefacenti, e agli esami del sangue risultò positivo sia ai cannabinoidi che agli oppiacei. In primo grado era stato condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione, ridotti poi in Appello.