28
gennaio

Questa Caserma non è un Collegio… ma quasi

taglio capelli caserma

Il Taglio di Capelli alla Caserma

Dare un parere su La Caserma, docureality partito ieri sera in prima serata su Rai2, senza paragonarlo a Il Collegio, è difficile, perché le similitudini sono molte, forse troppe, ed il nuovo format non è riuscito ad affrancarsi dal suo precedessore, almeno nello stile narrativo. Partiamo però dalle peculiarità che connotano La Caserma, in primis il focus del format, ovvero il faticoso percorso di formazione militare a cui ventuno ragazzi si sottopongono per trenta giorni.

Il programma introduce il telespettatore nell’inedito universo militare, fatto di disciplina, fatica e una rigida tabella di marcia giornaliera. Dalle regole ferree che riguardano orari e pulizie ai momenti clou di una giornata tipo di una recluta, dalla cerimonia dell’alza bandiera all’insindacabile legge del cubo (ovvero come rifare il letto), La Caserma è interessante perché introduce una terminologia nuova, un modo di essere e di formarsi, attraverso addestramenti fisici e schemi comportamentali fissi, ormai da molto tempo ‘caduti in disuso’ e che le generazioni di oggi non conoscono. Peccato che ad uno sforzo nel proporre alcuni contenuti originali non corrisponda un’altrettanta innovazione nel linguaggio e nel cast.

Come per Il Collegio, il racconto è un po’ caricato, il gruppo di ragazzi è variegato ma a tratti sopra le righe, troppo consapevole del mezzo televisivo e per questo attento a doversi adattare alla telecamera (d’altronde tra i protagonisti ci sono influencer e tiktokers!). Così la vita dei giovani ‘in caserma’ perde naturalezza tra ragazzi sbruffoni allergici alle regole e ragazze che fanno intrufolare i compagni di notte nelle loro camere per far festa fino a tardi. E poi le sgridate degli istruttori, le punizioni a suon di flessioni e quel tocco di immancabile trash che rende il programma troppo vicino a Il Collegio, diventandone a tutti gli effetti uno spin-off, con la differenza che qui i protagonisti sono più grandi.

La narrazione per differenziarsi dovrebbe puntare più sulla componente adventure e sulla sana competizione da gioco, meno invece sulla parte reality. Non a caso il blocco della puntata incentrato sulle esercitazioni fisiche in cui si è cimentato il gruppo (addestramenti, arrampicate e training) è stata interessante, sia perché allontanava in parte la sensazione di de ja vù, sia perché ha permesso ai ragazzi di esprimere lati inediti della loro personalità, le loro debolezze e difficoltà. In sintesi, per ora il format regala qualche spunto ma non ha trovato ancora una chiave propria che lo distingua dal Collegio, di cui sembra più che altro una costola.

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