Sono pochi i titoli seriali, italiani o stranieri, che hanno lasciato il segno in questo 2020, caratterizzato già di per sé da ritardi produttivi causati dalla pandemia. Ma quei pochi lo hanno fatto davvero, offrendo qualcosa di nuovo ed originale, anche in alcuni titoli consolidati, riuscendo ad appassionare i telespettatori e consolandoli in un momento storico nel quale la tv, con la sua compagnia, è stata davvero una grande alleata. Ecco un elenco delle dieci fiction e serie tv, di generi vari e molto diversi tra loro, che incorniciamo al termine di quest’anno e che, qualora non lo aveste già fatto, vi esortiamo a vedere.
Classifiche 2020: le migliori fiction e serie tv
La fiction Lux Vide con Luca Argentero è stata la rivelazione televisiva dell’anno. Partita durante la pandemia, ha vissuto sulla propria pelle gli stop causati dal virus; le riprese sono state interrotte e poi riavviate dopo mesi, e la commovente ed avvincente storia di Andrea Fanti si è conclusa su Rai 1 solo a novembre, lanciando una seconda stagione nella quale il Covid-19 sarà protagonista. Sostenuta da una scrittura molto valida ed incorniciata dall’interpretazione di Argentero, la fiction è già cult.
Ipnotica, avvolgente, a tratti inquietante, la serie Netflix con protagonista una Anya Taylor-Joy in stato di grazia ha appassionato il pubblico e si lascia “divorare” in un boccone. La storia di quest’orfana dotata di un talento naturale per gli scacchi, il suo percorso di crescita solitario e difficile e le tante partite affrontate, con coraggio e stupefacenti, si è rivelata vincente ed ha insegnato che anche in tv i silenzi valgono più di mille parole.
Star Wars, a distanza di 43 anni dal lancio del primo film della saga, continua ad appassionare con la sua prima serie tv live action, che, con un racconto avvincente e perfettamente in linea con l’universo dal quale proviene, ha creato nuovi miti e riacceso l’interesse del pubblico. Il Bambino, ovvero il piccolo Yoda protagonista, è già un simbolo, attorno al quale ruota il nuovo franchising Disney, che ospita le prime due stagioni sulla propria piattaforma plus.
Matteo Martari ha conquistato il suo primo ruolo da protagonista assoluto nella fiction di Rai2, tratta dai romanzi di Massimo Carlotto. Malinconica, eccessiva, a suo modo romantica ma sui generis e pulp, la fiction ha spiazzato il pubblico e portato alla ribalta comprimari validissimi, che da anni impreziosiscono i titoli Rai senza il giusto riconoscimento, ed ha offerto una nuova sfumatura del poliziesco italiano.
Netflix riesce nell’intento, comune a tutti ma strumentalizzato dai più, di valorizzare la figura femminile e raccontarne l’emancipazione e il desiderio di riscatto ed uguaglianza, senza scadere nel banale. Qui la protagonista è una donna ebrea appartenente ad una comunità ultra ortodossa che, nell’America di oggi, vive sottoposta a restrizioni e costrizioni di quello che siamo soliti considerare trapassato remoto. La sua fuga è un inno alla libertà.
La serie Netflix che narra dal 2016 la storia dei Windsor, pur giunta alla quarta stagione, riesce a rinnovarsi, puntando i riflettori su Carlo e Diana e sul loro matrimonio sfortunato. Il cast eccezionale, una scrittura vivace e la fedele ricostruzione di scenografia, trucco e costumi, rendono intrigante un racconto ancorato all’attualità, che fa discutere e aggiunge all’aspetto storico un tocco pruriginoso che non gusta.
Le buffe vicende dell’aspirante comica Midge e della sua famiglia allargata hanno offerto nella terza stagione, disponibile su Amazon Prime Video, un punto di vista diverso dal solito: la protagonista, ottenuto un grande ingaggio, realizza il suo sogno e parte con la sua agente per un tour nel quale fa da spalla ad un grande artista. Ma la vita di prima la chiama e lei, sebbene così spregiudicata e libera per gli anni ‘60, si rivela ancora impreparata per quella nuova, facendo sorridere e riflettere con le sue peripezie, i suoi monologhi e, perchè no, le sue mise da urlo.
La soap opera di Rai 1 ha dimostrato di non avere nulla da invidiare né alla fiction che fu nelle prime due stagioni, né alle più blasonate e chiacchierate telenovele della concorrenza. Con i suoi picchi di share del 17%, un cast variegato, una scenografia luccicante e familiare allo stesso tempo, e i tanti intrighi che legano i personaggi, si è guadagnata un posto fisso nel palinsesto dell’azienda pubblica. Che solo qualche anno fa voleva chiuderla e oggi, invece, ne ha fatto il vanto del proprio pomeriggio.
OZARK 3
Le vicende della famiglia Byrde continuano a tenere banco su Netflix senza mostrare segni di stanchezza, anzi. La terza stagione, disponibile da marzo, si muove tra crisi interne, nuove alleanze e affari sempre più loschi legati al cartello messicano. Ma, soprattutto, offre al pubblico un finale mozzafiato che acuisce l’attesa per l’arrivo della quarta.
Apple Tv+ fa goal con una sitcom su un “improvvisato” allenatore di calcio, Ted Lasso. Non ci sono toni grotteschi nè grevi, prevale una leggerezza di fondo, non banale ma introspettiva. E’ uno dei rari esempi di serie tv, ambientata nel mondo dello sport, riuscita.
1. stefanor ha scritto:
1 gennaio 2021 alle 16:00