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Summertime: banale e lento il Tre Metri Sopra il Cielo di Netflix

di Roberto Mallò

14/05/2020 - 19:06

Summertime: banale e lento il Tre Metri Sopra il Cielo di Netflix
Summertime - Netflix
Coco Rebeca Edogamhe e Ludovico Tersigni - Summertime

Se avere uno degli attori più apprezzati dal pubblico teen di Skam Italia basta per avere qualche click, di certo non basta per rendere interessante gli 8 episodi Summertime, la quarta serie italiana prodotta da Netflix con protagonisti Ludovico Tersigni, il Giovanni Garau della produzione TimVision e l’esordiente Coco Rebecca Edogamhe. Così come non basta basarsi su un libro di grande successo, Tre Metri Sopra il Cielo – che già all’epoca del suo trionfo (è uscito nel 1992 per poi diventare un fenomeno alcuni anni dopo) si distingueva per semplicità e linearità – per avere una serie avvincente.

Summertime: un racconto lento che esplode solo negli ultimi episodi

Summertime racconta la storia di un amore giovanile, quello tra Summer e Alessandro, scoppiato in piena estate nella riviera romagnola. Lei è stata costretta e crescere troppo in fretta per aiutare la madre nell’educazione della sorella Blue (sì si chiamano Summer e Blue!), lui ha avuto tutto dalla vita, tranne la comprensione di papà Maurizio, un ex motociclista professionista che sogna per il figlio la stessa carriera da campione che ha avuto in passato.

Summer e Alessandro si incontrano per la prima volta ad una festa e si innamorano l’uno dell’altra, anche se si rincorrono – senza nemmeno darsi un bacio – per oltre metà stagione. Tra pretesti ed incomprensioni diluite all’inverosimile, elementi che danno vita ad una narrazione lenta e prolissa, i due capiscono poi di non poter più stare separati e consumano il loro amore in fretta e furia negli episodi finali (lo stesso giorno del primo bacio, arriva anche la prima volta, a dispetto del carattere perfetto e ‘misurato’ di Summer, alla sua prima esperienza con l’amore). Nella storia mancano i colpi di scena veri e propri e spesso si intuisce ciò che sta effettivamente per succedere nelle vite dei giovani protagonisti.

La recitazione acerba, portata avanti nella maggior parte dei casi da attori alle prime armi, rende ancora meno sopportabile i numerosi cliché che avvolgono i personaggi, a partire dalla ribelle e omosessuale Sofia, in cerca perenne di nuove avventure perché non può avere Summer, la ragazza che davvero ama e di cui si accontenta di essere la migliore amica. Alzi la mano chi non ha mai visto un risvolto del genere! Il conflitto interiore dei personaggi non viene mai scandagliato e sfocia in una sceneggiatura lacunosa – ma eccessivamente melensa, quando si parla di Summer e Alessandro – capace di toccare vari argomenti senza mai arrivare al dunque.

Punti di forza sono regia e fotografia che riescono a rendere al meglio il paesaggio della riviera romagnola. Bella da ascoltare la colonna sonora, coadiuvata da Giorgio Poi, con i brani di Francesca Michielin, Achille Lauro, Coma_Cose, Tommaso Paradiso e tanti altri. Ma siamo sicuri che per una storia banalotta rivolta ad adolescenti “sognatori e sognatrici” non sarebbe stato idoneo un pop italiano contemporaneo ma più tradizionale?

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