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Coronavirus, Rai3 e Rete4 si trasformano in «tele-pandemia». Ecco i dati Agcom

di Marco Leardi

02/04/2020 - 12:01

Coronavirus, Rai3 e Rete4 si trasformano in «tele-pandemia». Ecco i dati Agcom
Rete4, Barbara Palombelli

Se ne parla sempre, anche fin troppo. Ad ogni ora del giorno e pure della notte. L’argomento Coronavirus ha monopolizzato gli spazi televisivi, soprattutto in ambito informativo. Ma questa non è di per sé una notizia: basta accendere la tv per rendersene conto ed essere travolti da un esercito di esperti (talvolta improvvisati) e di virologi. Quella che probabilmente sfugge è invece la distribuzione della tematica in termini di tempo e in riferimento alle varie emittenti.

Una recentissima pubblicazione dell’Agcom ha registrato il tempo di argomento riservato al virus dai Tg e dagli approfondimenti delle principali reti nel periodo 1-10 marzo. Il report ha mostrato una certa complementarietà tra Rai e Mediaset: la prima più presente attraverso i Tg (63% del tempo in totale), la seconda attraverso gli approfondimenti extra-notiziari (64,44%).

Nello specifico, i Tg Rai hanno parlato di Coronavirus per un tempo mediamente superiore al 60%, con un exploit del , che nel periodo analizzato si è spinto al 73,49%. La terza rete si è tenuta davanti anche negli spazi extra-Tg (73,22%), seguita da Rai2 (59,39%) e da Rai1 (50,12).

Sul fronte Mediaset, è stata , a convogliare su di sé la maggior parte del flusso informativo, dedicando alla pandemia il 71,88% del tempo con il Tg4 e schizzando addirittura a quota 81,19% con gli appuntamenti extra-notiziario. Su entrambe le rilevazioni, tg ed extra, Tgcom24 (56,79% – 64,77%) ha superato Canale5 (51,61% – 49,74%).

Ampiamente convertita alla tematica Coronavirus anche La7. Il ha dedicato il 71% del tempo totale all’emergenza sanitaria e riservato ad essa il 72,87% negli spazi extra, principalmente occupati da talk show.

Le contingenze giustificano sicuramente lo sbilanciamento informativo nei confronti della pandemia in corso. Da una parte, infatti, è il pubblico stesso a richiedere aggiornamenti costanti e approfonditi; dall’altra però sta alle emittenti saper dosare i tempi e gli spazi dedicati alle notizie per evitare un effetto assuefazione che a lungo andare potrebbe inevitabilmente sopraggiungere.

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