Quaranta minuti di ritardo non li si perdonano ad una primadonna. Figuriamoci ad un Presidente del Consiglio, per di più in piena emergenza Coronavirus. Ieri sera, Giuseppe Conte ha annunciato una sua urgente comunicazione in video, spingendo le principali emittenti ad interrompere i programmi in onda in quel momento. Peccato però che «l’avvocato del popolo» si sia fatto attendere oltremodo ed abbia costretto i cittadini sintonizzati ad un’attesa non priva di ansia.
Il discorso del premier era atteso per le 22.45 e, infatti, a quell’ora il Tg1, Tg3 e Tg5 erano prontamente in onda con un’edizione straordinaria. Rete4, con Stasera Italia Weekend, aveva annunciato l’intervento di Conte da almeno mezz’ora. Ma di “Giuseppi”, all’orario stabilito, non si è vista nemmeno l’ombra. Sono passati cinque, dieci, venti minuti. E ancora niente.
Nell’ennesima giornata di guerra contro il Coronavirus, l’inspiegabile e inspiegato ritardo accumulato dal premier rispetto all’orario prefissato è diventato fonte di preoccupazione, stato d’animo peraltro amplificato dalla cassa di risonanza televisiva. Nei quaranta minuti di attesa, gli speciali giornalistici in onda cercavano per quanto possibile di prendere tempo, accrescendo così l’impazienza per gli urgenti provvedimenti che sarebbero stati annunciati da lì a poco.
Attaccata alla tv in attesa di informazioni, l’Italia ha ascoltato le parole di Conte solo attorno alle 23.20, quando dal profilo Facebook dello stesso premier (e non su un’emissione del servizio pubblico) è partito un discorso ridondante nella parte iniziale e poco esaustivo nei suoi contenuti centrali. Peraltro, utilizzando la modalità del collegamento video (giustificata come misura anti-contagio), il Presidente del Consiglio non ha ricevuto domande dai giornalisti, assenti.
Ma l’aspetto più contestabile dell’intera operazione comunicativa (aggravata dal suddetto ritardo) è che le nuove misure saranno valide da lunedì 23 marzo. Non comprendiamo quindi la necessità di aver monopolizzato l’attenzione mediatica (e televisiva in particolare) rispetto a delle comunicazione che il premier avrebbe potuto riferire senza l’allarmante urgenza manifestata ieri sera.
Coronavirus, Enrico Mentana polemico su Conte
Critiche a Conte, del resto, sono arrivate anche dal fronte televisivo. A seguito del discorso presidenziale, ieri Enrico Mentana si è sfogato su Facebook così:
“Se un governo decide di bloccare la gran parte delle attività produttive, prima stende il provvedimento, poi dirama un comunicato stampa con gli elementi essenziali, da quando è in vigore lo stop e fino a quando, quali settori riguarda e quali invece no e perché. Poi, e solo dopo, arriva il discorso del premier, che spiega perché si assumono decisioni così gravi, cosa c’entrano con la lotta contro il contagio, e tutte le belle frasi che abbiamo ascoltato, per poi essere bersagliati (noi, perché il premier non ha voluto domande) dai quesiti di chi chiedeva se la sua attività sia essenziale o no…“.
Il giornalista, a conclusione del suo post polemico, ha chiosato:
“Aggiungo: ora si viene a sapere che le misure entreranno in vigore solo lunedì. E allora che bisogno c’era di questa comunicazione emozionale a reti unificate?“.
1. PeppaPig ha scritto:
22 marzo 2020 alle 16:26