6
febbraio

Sanremo 2020, le pagelle della seconda serata

paolo palumbo

Paolo Palumbo dall'account twitter di Rai1

Promossi

9 a Paolo Palumbo. La presenza del più giovane malato italiano di sla sul palco dell’Ariston è un pugno nello stomaco, ben più efficace di mille monologhi o parole retoriche. Il fatto che la sua storia sia abbinata ad una canzone autobiografica toglie quella percezione di forzato che si avverte quando il Festival vuole lanciare messaggi. Delicato.

8 ai Ricchi e Poveri. Amadeus riesce a riunire, dopo 40 anni e dissidi che sembravano insormontabili, il gruppo evergreen della canzone italiana. Un piccolo evento che porta tanta musica e carica sul palco dell’Ariston. Più ricchi che poveri.

8 a Fiorello che mantiene la promessa e si veste da Maria De Filippi. L’apertura del Festival stupisce anche stavolta grazie al mattatore siciliano che interviene “en travesti” tenendo fede alle parole di ieri. Un passo avanti.

6 ad Emma d’Acquino e Laura Chimenti. In termini di appeal hanno aggiunto ben poco alla kermesse, a conti fatti però i due mezzibusti del TG1 sono riuscite a ritagliarsi dello spazio evitando il pericolo di sembrare fuori luogo o impacciate. Scarsi e poco efficaci, però, i monologhi arrivati in chiusura di serata. Senza infamia e senza lode.

6 alla seconda serata del Festival di Sanremo 2020. Si inizia bene per poi addentrarsi in una palude di ospiti ed esibizioni che annacquano la gara. Sarebbe stato un tantino diverso se almeno avessimo assistito a delle interazioni degli ospiti con il cast o a dei momenti particolari. Il cast è slegato: vorremmo vedere Fiorello più volte sul palco ma per meno, Tiziano Ferro non esibirsi “fuori gara”, e non comparire e scomparire le vallette. Less is more.

Bocciati

5 a Sabrina Salerno. L’ex diva degli anni 80 spreca la sua gran reentrè, tra accenni di gaffes e impaccio nelle presentazioni. Perchè non studiare un minimo il copione? Di positivo c’è soltanto la sua spontaneità. Saltata in scaletta la sua esibizione sulle note di Boys. Calendiva.

4 a Gigi D’Alessio, ospite per celebrare i vent’anni della sua Non Dirgli Mai, canzone arrivata decima al Festival. Nel 70esimo anniversario della kermesse musicale ricordare proprio questo anniversario lascia un tantino perplessi. Inappropriato.

3 all’ossessione di Fiorello per gli ascolti. Che sia la diretta su Rai1 o la conferenza stampa, Rosario non manca di fare riferimenti continui ai dati auditel confermando implicitamente la teoria secondo la quale abbia rifiutato negli ultimi anni i grandi show per paura di un flop. Non pensarci.

1 alla scaletta della seconda serata del Festival di Sanremo 2020. Il primo big in gara si è esibito alle 22 e a mezzanotte soltanto la metà dei cantanti aveva calcato il palcoscenico. Al Festival di Sanremo non possono mancare gli ospiti ma non si può nemmeno pensare di mettere in un angolo la gara, soprattutto quando si tratta di far ascoltare le canzoni per la prima volta e le guest non sono di chissà quale grandezza. All’1.15 il monologo di Emma D’Aquino sulla libertà di stampa è la mazzata finale.



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