Continua a far discutere la querelle esplosa tra Giovanni Ciacci e Carlo Freccero. Accusato ingiustamente di essere stato condannato per ricettazione al termine di una causa legale intrapresa dalla Rai ai suoi danni, ospite di Pomeriggio Cinque l’ex volto di Detto Fatto ha chiarito nuovamente la sua posizione sulla spinosa questione, confermando – di fronte a Barbara D’Urso – la sua volontà di procedere legalmente contro il direttore di Rai 2.
Visibilmente scosso, Ciacci ha detto di non stare bene (“Mi sta girando la testa“) ed ha spiegato che il contenzioso con la Rai va avanti da circa 5/6 anni, anche se ancora non si sarebbe arrivati al primo grado di giudizio. L’opinionista, dopo aver insinuato che qualcuno gli stesse appositamente “facendo del male“, ha inoltre chiarito in che circostanze si sarebbe verificato il ‘misfatto’:
“Sono stato intercettato e anche indagato, seguito dalla polizia per due anni (nel 2010, ndDM). Io facevo all’epoca il costumista, e avevo fatto una commedia di Edoardo con Massimo Ranieri e Mariangela Melato. Il vestito finale di Mariangela Melato, il vestito di pizzo rosso, ricordati bene questo particolare, è stato preso da un modello di Gattinoni, la casa di moda per la quale lavoravo (…). Questo vestito viene fatto su questa stoffa con quel modello là. Quindi io, a fine registrazione delle riprese del film, chiedo di poter portare questo abito ad una mostra di Gattinoni sulle dive della televisione, dove c’era un grande omaggio a tutti gli abiti realizzati per la televisione. E guarda caso, questa mostra era patrocinata dalla Rai. (…) Ho preso questa abito che mi è stato consegnato dai lavoranti, non mi ricordo la persona specifica, ma lo dirò nelle sedi opportune. (…) Dopo cinque anni Barbara, che io inizio a fare televisione e sono un po’ più nell’occhio del ciclone, mi arriva una telefonata: ‘Guardi lei è indagato per riciclaggio’ (lapus, voleva dire ricettazione, NDM). E io dico: ‘Come scusi, indagato per riciclaggio?’. ‘Si perchè ha portato l’abito alla mostra dalla sede Rai di Napoli ad una mostra. Perchè non aveva una bolla d’accompagno‘”.
Raccontato il fatto, la D’Urso ha spronato Ciacci a dare a Freccero il beneficio del dubbio, sottolineando che il diretto interessato si era già scusato pubblicamente per aver detto erroneamente ‘condannato’ al posto di ‘accusato’. Giovanni è stato però irremovibile:
“Che si fa a una persona? Gli si spara, poi, e dico: ‘Oh, ho sbagliato a sparargli?’ (…) Barbara sai che io dico solo la verità, anche quelle scomode”.
A quel punto Barbara, dopo avergli chiesto se ci fosse altro oltre la storia dell’abito (la risposta è negativa), ha insistito affinché Ciacci fosse più conciliante, ricordandogli che anche loro poco prima avevano confuso il reato di ricettazione con quello di riciclaggio:
“Un lapsus può capitare, Giovanni. Condannato, indagato. Io prima ho detto riciclaggio al posto di ricettazione, si è scusato… Sembra che sto qui a difendere Freccero e la Rai, mi sembra anche abbastanza assurdo, però è così“.
Ciacci, offeso e indignato per la mancanza di rispetto nei suoi riguardi, ha però asserito di non credere alle scuse di Freccero, dato che non si è degnato di fargli nemmeno una telefonata, e ha ‘invitato’ chi volesse controbattere alle sue parole a presentarsi nello studio di Pomeriggio Cinque. I panni sporchi, insomma, continueranno ad essere ‘lavati’ in televisione. O così sembra.
1. PaperSong ha scritto:
28 settembre 2019 alle 06:46