Lino Guanciale ha scelto la via del paranormale. Dopo il grande successo de La Porta Rossa, fiction nella quale ha vestito già per due stagioni i panni di un poliziotto “fantasma”, l’attore si appresta ad interpretarne un altro che ha un dono speciale, quello di vedere e sentire le ultime cose che hanno visto e sentito i cadaveri in cui si imbatte. Si tratta de Il Commissario Ricciardi, protagonista della nuova fiction tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, già padre de I Bastardi di Pizzofalcone.
Il Commissario Ricciardi: Lino Guanciale gira la nuova fiction a Taranto
La serie, ambientata a Napoli nel periodo fascista, si sta girando a Taranto ed avrà per protagonista questo personaggio sui generis, “nato” nel 2006; il romanzo che ha presentato al pubblico Luigi Alfredo Ricciardi si intitola Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi (primo titolo Le lacrime del pagliaccio) ed è stato il primo di una lunga serie, che potrebbe offrire ai telespettatori anni e anni di narrazione.
Lino Guanciale criticato per le sue dichiarazioni sui propri ruoli
Ma è davvero troppo presto per dirlo: Guanciale, si sa, non ama tornare troppe volte sul luogo del delitto e preferisce non fossilizzarsi per troppe stagioni negli stessi ruoli. Che questo non sia però così “nuovo” ne è cosciente lui stesso, tanto da aver dichiarato a Radio Capital che “se uno deve correre il rischio di incorrere in un’etichetta televisiva, tra il solito medico, il solito avvocato o uno che ha a che fare con l’aldilà a vari livelli, io preferisco questo, ha una certa originalità“.
Le sue parole hanno però scatenato malcontento tra i suoi stessi appassionati, che vi hanno letto una sorta di critica nei confronti dei personaggi interpretati finora, ad onor del vero fin troppo simili tra loro. Guanciale ha rispedito al mittente tali accuse, pubblicando sulla sua pagina Facebook un lungo messaggio nel quale ha chiarito la sua posizione e difeso il lavoro svolto finora.
“Solo per chiarezza… Non ho mai sputato nel piatto in cui ho mangiato e mangio, e credo di aver sempre rispettato chi mi segue (anche in caso di mancata reciprocità su questo fronte). Ho parlato oggi, in un’intervista, di “solito avvocato” e “solito medico”, parlando di protagonisti televisivi, in termini ASSOLUTAMENTE IRONICI. Se qualcuno ha letto nelle mie parole un accento spregiativo nei confronti di alcuni dei personaggi che ho interpretato finora mi dispiace, non era certo mia intenzione che arrivasse questo. Alludevo semplicemente al fatto che, obiettivamente, molti protagonisti, non solo italiani, per altro, rientrano in queste categorie, che sono senz’altro fra le più frequenti nel panorama televisivo. Il mio “solito” alludeva a questo… va preso così, come sinonimo di “frequente” o “tipico”, non come sinonimo di “noioso” o “scarsamente interessante”. Il rispetto che ho per gli spettatori, i primi committenti e i primi giudici del lavoro che faccio, non mi farebbe nemmeno sognare di esprimermi spregiativamente. Anche perché ai personaggi “soliti” che ho avuto la fortuna di interpretare devo molto, e ad essi mi legano anche ricordi personali importanti e molto cari. Spero di aver chiarito l’ambiguità che evidentemente qualcuno ha percepito nelle mie parole… credetemi, il primo ad aver amato i miei lavori e i miei personaggi, sotto tanti punti di vista, sono stato proprio io”
La partenza è stata tutta in salita, dunque, ma per i prossimi mesi Guanciale si dedicherà anima e corpo a quella che la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta ha definito una “serie evento”. Diretta da Alessandro D’Alatri, Il Commissario Ricciardi è una produzione Rai Fiction e Clemart.
1. pigiamotta over ha scritto:
7 giugno 2019 alle 15:42