28
settembre

Big Show: filo conduttore cercasi, ma soddisfacente performance di Pucci

Big Show - Andrea Pucci

Big Show - Andrea Pucci

Era stato presentato come uno spettacolo dotato di una pluralità di elementi e la promessa è stata mantenuta. Forse troppo, verrebbe voglia di dire. Al suo esordio, Big Show, il programma di Italia 1 affidato alla conduzione di Andrea Pucci, è sembrato un mix di tonalità, sfumature e riflessioni differenti. Godibile per una prima serata disimpegnata, ma forse provvisto di un’identità troppo sfocata, difficile da inquadrare con precisione.

I monologhi comici a cui il cabarettista ha abituato il pubblico di Colorado si sono alternati ad interviste spiritose, sketch irriverenti e momenti più prettamente emozionali. Una sorta di grande calderone, dunque, al cui interno sono confluiti gli spunti più disparati, senza che vi fosse però un filo conduttore in grado di raccordarli, di dar loro una logica omogenea.

Capace di strappare il sorriso il momento dedicato alla rubrica send to all, durante la quale il cellulare dell’ospite di turno (che nel primo appuntamento è stata Simona Ventura) viene ’sequestrato’ per inviare a tutti i suoi contatti un messaggio dal contenuto imbarazzante. Decisamente meno calzanti, a nostro giudizio, sono parse invece le incursioni di tipo romantico-sentimentale: dalla signora delle Seychelles che ha riabbracciato suo fratello dopo tanti anni (citofonare a Carrámba! che sorpresa) al giovane che, con la complicità di famiglia e datore di lavoro, ha avuto la possibilità di cantare di fronte alla platea, coronando in tal modo il suo sogno più grande. Se l’obiettivo era quello di cogliere alla sprovvista il pubblico in sala, probabilmente ci si è riusciti. La mancanza di una coerenza d’insieme rischia, però, di confondere lo spettatore, dandogli l’impressione di star assistendo ad un potpourri fin troppo caotico.

Nonostante la molteplicità di elementi chiamati in causa, la performance del cabarettista milanese non può certo dirsi insoddisfacente. Supportato dalla verve genuina di Katia Follesa, Andrea Pucci ha dato ancora una volta prova di essere un buon animale da palcoscenico. Convincono i suoi timidi approcci al mondo della conduzione, sebbene vi siano delle sbavature, ma il suo piatto forte resta senza dubbio la materia comica. È lì, specie nei monologhi recitati quasi tutto d’un fiato, sostenuti da una buona resa della mimica facciale, che riesce a ‘bucare lo schermo’, dando il meglio di sé.

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1 Commento dei lettori »

1. aaaaa ha scritto:

28 settembre 2017 alle 16:09

la signora non era argentina ma delle Seychelles



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