Non ci vuole un genio. Per confezionare un programma come Skroll bastano un minimo di fantasia e tanto buon tempo. Perché, al di là delle ambizioni, la nuova striscia quotidiana dell’access prime time di La7 non è nient’altro che un’accozzaglia di video e contenuti estrapolati dai social media e buttati successivamente in onda. Il curatore Makkox, nome d’arte del fumettista Marco Dambrosio, ci mette solo la propria firma ed elabora i contributi proposti suggerendo accostamenti o dissonanze. L’esito, però, spesso non è entusiasmante e induce anzi alla noia.
Ad una prima visione, anche il telespettatore più distratto non potrà non notare la somiglianza tra Skroll e Blob, lo storico programma di Rai3 che da oltre vent’anni smonta e rimonta la tv con originalità e sarcasmo. Il programma di La7 ripete la medesima operazione attingendo però contenuti dalla rete: in questo caso, tuttavia, la copia non sempre si avvicina alla causticità dell’originale.
Per usare un termine in voga dalle parti di La7, potremmo dire che Skroll è un Blob per «webeti», cioè per coloro che considerano la rete come il nuovo ed unico specchio della società (non ci riferiamo quindi all’accezione negativa data a quel termine dal suo inventore, Enrico Mentana). “Un programma webete“, peraltro, è anche la ironica – ma non troppo – dicitura che compare nella sigla. Nel nuovo spazio di Makkox c’è un po’ di tutto: si va da Papa Francesco alle Instagram stories di Fabio Volo, Barbara D’Urso e Fedez, dal jogging di Simona Ventura al dibattito sulle legge Fiano. Le immagini scorrono, si susseguono, spesso infastidendo il telespettatore per la loro scarsa nitidezza dovuta alla trasposizione televisiva dei filmati web.
Le chiavi di lettura indicate dal curatore fumettista sono certamente un valore aggiunto, ma è altrettanto vero che anche le sue intuizioni più valide rischiano di non essere colte negli oltre venti minuti di trasmissione. Il format, inoltre, sembra non valorizzare abbastanza lo stesso Makkox, che invece risultava assai più incisivo con le sue vignette agrodolci e pungenti ideate a Gazebo.
In ogni caso, al di là dei contenuti (che variano da puntata in puntata con esiti quindi imprevedibili), forse il problema di Skroll è proprio la collocazione, che non regala i risultati sperati ed ammoscia pure il traino al TgLa7 di Mentana (Josephine Ange Gardien, oltre ad ottenere ascolti maggiori, poteva portargli un pubblico diverso rispetto al suo zoccolo duro). A proposito: se gli ascolti rimarranno insoddisfacenti (ieri solo lo 0.6%), quanto ci metterà il Mitraglietta a Skroll-arsi di dosso il programmino che da qualche settimana lo precede?
1. enzo ha scritto:
19 settembre 2017 alle 15:59