Se non fossimo a conoscenza delle ventiquattro edizioni passate, oggi saremmo qui a dire che Quelli che il Calcio non ha motivo di esistere. In una giornata di riposo come è da tradizione la domenica, il programma di Rai 2 condotto da Luca e Paolo diventa quasi ‘controproducente’ per la fatica che si fa nel seguire tre ore di totale confusione.
Altro che miscela di sport, spettacolo, musica e intrattenimento. Il nuovo Quelli che il Calcio è più un piatto organizzato alla rinfusa, troppo abbondante, senza un’anima e uno stile, aggrappato alle ricette di una volta ma cucinato e presentato male. Per dirla alla Bruno Barbieri di MasterChef? Un ‘mappazzone‘.
Tra le note dolenti c’è la conduzione multipla. Non che il solitario Nicola Savino sia stato sempre impeccabile, ma vedere Luca e Paolo così spaesati in studio dà proprio la sensazione del disagio, che i due sono invece soliti arginare. Finché si aggrappano al copione riescono nel loro intento, ma Quelli che il Calcio non è Camera Cafè e qualche battuta e gag studiate a tavolino non bastano per portare a casa tre ore di diretta. Intervengono spesso insieme, disturbandosi, oppure, per non accavallarsi, non intervengono proprio. E’ in questi ‘buchi’ che dovrebbe almeno inserirsi Mia Ceran, ma la cartelletta in mano non dà certo la patente di padrona di casa. Alla giornalista, però, va data fiducia.
Inspiegabile la quasi assenza di colori, per una trasmissione che ha nel suo dna il divertimento. Una grafica spenta, a tratti incomprensibile, va ad arricchire (si fa per dire!) uno studio mezzo vuoto, dove la band dei Jaspers è messa in un angolo, fuori da ogni inquadratura; gli ospiti e gli opinionisti sono ‘imbalsamati’ dietro a un bancone alla destra dello schermo, mentre alla sinistra un tavolo bianco accoglie la postazione tecnica di Emanuele Dotto. In mezzo girano a vuoto i tre conduttori.
Ma se si esce dallo studio la situazione non è certo migliore, anzi. Il Chiosco di Kebab con Federico Russo, allestito in Corso Sempione a Milano, ha tutta l’aria di una Edicola Fiore dei poveri, mentre Mimmo Magistroni (Dj Angelo) in spiaggia non strappa risate nemmeno ai ‘pulcini’, alle prese con la riproposizione dei gol appena segnati sui campi di Serie A. E se l’inviato Francesco Mandelli ci mette la faccia e vola fino a Helsingborg, in Svezia, per entrare nel Museo dei Fallimenti, un applauso va a Ubaldo Pantani per la sua riuscita imitazione del tecnico della Juventus Massimiliano Allegri.
1. Claudio75 ha scritto:
18 settembre 2017 alle 12:32