L’originale una spanna sopra le imitazioni. Ieri sera il ritorno di Furore su Rai2 -con l’edizione “20 years”- ha riportato tutti negli anni novanta. Arbitro di gara è di nuovo Alessandro Greco, in studio si respira lo stesso clima di festa di un tempo, il tifo da stadio non è cambiato e le due squadre sono ugualmente scatenate. Qualcosa però è cambiato: ci sono Gigi e Ross (“smilzo e baffetto” come li chiama il conduttore titolare) a capitanare lo schieramento maschile e quello femminile. I concorrenti vip sono invece un collage di vecchia e nuova generazione, tra i quali si accende subito la competizione. E se da una parte, spicca la personalità di Max Giusti, dall’altra a dargli del filo da torcere, c’è un’incontenibile Tina Cipollari.
Furore: il Tina Show dell’esordio
Non passa, infatti, un quarto d’ora dal fischio d’inizio e la prima tronista della storia si trova faccia a faccia con il giudice di gara a proporgli il pezzo forte tra i suoi tormentoni. Così, dopo il primo e unico punto guadagnato dai rivali, guardando Greco dritto negli occhi, gli regala un sonoro: “No Maria io esco”. E subito dopo chiede spiegazioni: “Chi ha osato dire che io ho stonato?”. Si salvi chi può, le sfide continuano e lei non sta un secondo al suo posto. Il conduttore dal canto suo, osa commentare: “…Tina Cipollari è stata proprio una Gemma“ e viene subito fulminato con lo sguardo. Infine, dalla squadra avversaria invocano: “Calmate Tina altrimenti ci accavalliamo con Uno Mattina”. Poco dopo si troverà anche a imitare le movenze di Lady Gaga sul bancone (qui il video). Sarà stata l’atmosfera dello scontro “uomini e donne” ma l’opinionista del pomeriggio di Canale 5, probabilmente in accordo con gli autori, ci ha messo pochissimo a conquistarsi la piazza, facendo capire chiaramente “chi comanda” in situazioni del genere.
Furore è ancora un riempipista
Parentesi Cipollari a parte, il quiz musicale, alla rentrèe sul piccolo schermo, è ancora un “riempipista”. Si canta tanto (e si canta davvero), si riguardano contributi video targati 1997 -all’epoca della prima edizione- ridendoci sopra, e si entra nel gorgo di un vintage che non smorza e quasi appassiona. Il format e il presentatore (ieri molto in forma) ricalcano fedelmente (forse troppo) lo schema di un tempo: i giochi cult come le Canzoni interrotte o il Karaoke arcobaleno regalano sempre quelle “note dolenti” che solo i più stonati sanno garantire e il match si accende di suoni e colori tipici di un dancefloor. Anche i due ex padroni di casa di Made in Sud, tra le novità di questa stagione, confermano una buona presenza scenica, a loro agio nel ruolo degli animatori di turno.
Insomma, la prima è andata, ma rimangono altre tre puntate in cui non sarà facile tenere alta l’attenzione, perchè il déjà-vu, puntata dopo puntata, non lo aiuterà certo a mantenere mordente. Molto dipenderà anche dalla scelta dei prossimi concorrenti.
1. Luca ha scritto:
1 aprile 2017 alle 12:19