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dicembre

UNA MAMMA PER AMICA – DI NUOVO INSIEME: IL REVIVAL NOSTALGICO CHE RIESCE ANCORA A SORPRENDERE

una mamma per amica

Una mamma per amica

Il rischio più grande in cui il revival di una serie cult possa incappare è deludere gli stessi appassionati per la cui gioia è stato creato. In fin dei conti, si tratta pur sempre di un racconto televisivo, e una narrazione vuota affatica anche quando conduce al finale ideale.  È proprio questa la difficoltà che Una mamma per amica – Di nuovo insieme ha dovuto affrontare, nel tentativo di risollevarsi da un addio inconcludente. Visti però i quattro episodi che la compongono, si può ammettere che il risultato sia riuscito nel suo intento, sorprendentemente grazie a un epilogo per certi versi inaspettato (nessuno spoiler, non preoccupatevi).

Non era infatti ovvio che, nel lasciare alla storica ideatrice Amy Sherman-Palladino la libertà di scrivere il finale da lei previsto sin dall’inizio, Netflix avrebbe corrisposto le speranze dei fan. Pur frastornando, dunque, la conclusione soddisfa, sia per l’imprevedibilità sia per la buona costruzione della narrazione che conduce a essa.

Sviata ogni previsione (battuta finale compresa), l’“operazione nostalgia” è andata oltre il suo scopo principale, non limitandosi alla vita sentimentale delle protagoniste, come lasciato ingannevolmente intendere dalle anticipazioni, e mostrandone una sostanziosa crescita interiore. Rory, Lorelai ed Emily affrontano una fase di cambiamento cruciale e non banale, intersecando e scontrando tre linee narrative che danno linfa vitale al racconto (il confronto tra Lorelai e la madre è senza dubbio il più interessante). Fatta eccezione per un’atmosfera più fatata delle stagioni pregresse, tutto intorno a loro preserva le caratteristiche che hanno reso Una mamma per amica un cult seriale sempre vivo e attuale, indipendentemente dallo sguardo con cui la si giudichi.

Si ritrovano così i tratti caricaturali e i rimandi alla cultura pop odierna, da Neil Patrick Harris a Kiefer Sutherland, da Law & Order all’immancabile Il Trono di Spade, senza dimenticare la rete di riferimenti interna alla serie stessa. Di conseguenza, il risultato coinvolge tutti, riprendendo le fila degli episodi precedenti per i nuovi spettatori e strappando un sorriso malinconico agli appassionati. È il caso, ad esempio, dell’evoluzione di Emily ironicamente simboleggiata dall’assunzione fissa di una domestica (prima diversa in ogni puntata) e della battuta di esordio del defunto Richard, ora riaffidata in copione a nonna Gilmore.

Attenzione, però. Nella struttura si annida infatti qualche pecca. 90 minuti sono troppi per un episodio dai dialoghi tanto rapidi e dalla trama poco intricata, finendo per comporsi di passaggi superflui (a tratti comici e in altri casi più noiosi), perlopiù finalizzati ad assicurare un cameo a tutti gli abitanti di Stars Hollow. Di conseguenza, la buona resa finale emerge per lo più dal complesso delle puntate. Singolarmente, l’ora e mezza di apertura è procede infatti a singhiozzo (con il continuo “teletrasportarsi” di Rory tra Londra e il Connecticut, che mette alla prova anche la più convinta sospensione di realtà), facendosi risollevare dai più ritmati capitoli successivi.

Ciononostante, Una mamma per amica: Di nuovo insieme è senz’altro uno dei revival più soddisfacenti finora visti, proprio per la capacità di riuscire ancora a sorprendere appassionati e non, senza negare loro il sapore nostalgico di un salto nel passato. A questo punto, le idee per un potenziale seguito non mancherebbero e in fan lo invocano già a gran voce.

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1 Commento dei lettori »

1. xxxxx ha scritto:

9 dicembre 2016 alle 12:01

Se devono proprio fare una nuova stagione, che la facciano, ma abbiano almeno il coraggio di chiudere TUTTE LE STORIE.
Ieri ho visto il colpo di scena finale, e l’ho trovato inopportuno, inutile e deludente, soprattutto se si pensa che gli sceneggiatori hanno rotto le palle per un decennio perché il finale della settima stagione era troppo aperto e loro volevano chiudere la storia.
A questo punto, molto meglio il contestatissimo finale di Lost, che almeno chiude le storyline dei personaggi principali (e che, a mio avviso, spiega molte più cose di quanto sembri).
Ciò, è un vero peccato, perché queste quattro puntate nel complesso sono state molto ben scritte, interessanti, divertenti e davano degli spunti di riflessione.
Un mezzo capolavoro buttato in vacca, insomma.



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