1
novembre

AMARCORD: GUIDO NICHELI

Guido Nicheli @ Davide Maggio .it

La scomparsa ravvicinata di Pavarotti e Sabani ci ha insegnato che anche la morte, come la vita e lo spettacolo, è soggetta a fenomeni per così dire imprevisti. Pavarotti osannato e vittima di sciaccallaggio e sensazionalismo di varia natura e genere, Sabani dimenticato e proprio per questo strumentalizzato.

C’è però una scomparsa, avvenuta proprio in questi giorni e più precisamente il 28 ottobre 2007, che ha rivelato un’altro aspetto ancora: l’affetto della gente quando è genuino diventa trascinante anche se a morire è un attore che non si è di certo distinto per le sue spiccate qualità artistiche.

Questa è in breve la storia di Guido Nicheli, attore caratterista più per passione che per mestiere tornato alla ribalta proprio grazie alla sua scomparsa.

O forse sarebbe più corretto dire attore per caso e uomo messo duramente a prova dalla vita. Rimasto orfano di padre, quando aveva appena un anno, Guido ha dovuto occuparsi fin dalla più tenera età della sua famiglia. Da qui sono nate la sua concretezza e il suo approccio alla vita un pò “mordi e fuggi”.

Perchè Guido voleva, prima di tutto, riuscire a vivere alla grande. E proprio per questo, una volta terminati gli studi, aveva iniziato a lavorare nello studio dentistico del cugino. Luogo dove è stato scovato da Stefano Vanzina che con grande lungimiranza lo ha voluto nel film Il padrone e l’operaio.

Nonostante il discreto successo ottenuto attraverso quest’esordio, Guido seguendo il pragmatismo che lo ha sempre contraddistinto, ha continuato a lavorare con il cugino, concedendosi solo di tanto in tanto qualche partecipazione al cinema in film come Cattivi Pensieri, Saxofone, Una vancanza bestiale e Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi.

La prima grande svolta è avvenuta grazie alla pellicola Viuuulentemente Mia a cui ha fatto seguito il cult Eccezzziunale Veramente, per il quale Nicheli è stato scelto da Enrico Vanzina.

Ed è proprio qui che è nato Nicheli il Grande Cumenda, amato e odiato dalla gente per lo stereotipo che incarnava con sfacciataggine e veemenza. Un archetipo riuscito, vincente, in grado di dividere in tutta la sua villaneria che l’attore ha portato in scena nei suoi successivi lavori: Vacanze di Natale ‘83 e Sapore di Mare, solo per citarne alcuni.

Il Dogui, così come amava farsi chiamare (anagramma di Guido) era però uno che amava lanciarsi e stupire. Ed proprio questo lo ha spinto, nel 1985, a fare una scelta che nessuno al suo posto avrebbe mai fatto, soprattutto in quel periodo: recitare nel film drammatico Scemo di Guerra diretto da Dino Risi e nel quale l’attore era doppiato in siciliano. Quella sua piccola follia l’ha condotto direttamente al Festival di Cannes.

Il dramma però poteva essere solo una parentesi per uno che sulla sua pelle ne aveva già vissuti tanti (ad esempio la perdita del figlio nel ‘70) e così Nicheli già l’anno dopo è tornato al suo unico, grande amore, la commedia.

E soprattutto all’apoteosi. Gli anni più prolifici della sua carriera perchè il cinema italiano in quel periodo si sposava perfettamente con le sue doti che l’attore ha prontamente mostrato in film come Yuppies, giovani di successo, Professione Vacanze, Montecarlo Gran Casinò e Tutti in palestra.

Un impiegato della risata alla milanese che doveva ancora conoscere la sua stagione d’oro. Un periodo che gli ha regalato un’altra volta ancora Enrico Vanzina, proponendogli di volare a Roma a registrare il pilot de I ragazzi della III C.

Anche in questo caso un successo, il più grande in verità, in grado di proiettarlo ancora una volta verso il cinema. Nicheli, durante e dopo la fine della serie, ha infatti partecipato ad un numero impressionante di pellicole tra le quali pare giusto ricordare: Occhio alla Perestrojka, Abbronzatissimi, Anche i commercialisti hanno un anima, Favola, SPQR, Vacanze sulla Neve e Fantozzi 2000 – La clonazione ma anche a fiction di discreto successo come Ma il portiere non c’è mai?.

Nicheli però non era uno che amava proporsi, aspettava sempre la chiamata. Troppo libero di testa e di corpo, libertino ed orgoglioso per sottoporsi al massacro della telefonata compiacente. Ed è per questo motivo che dopo la fiction, sono arrivati gli anni del silenzio, interrotti poi da film flop Vita Smeralda di Jerry Calà.

Viaggi, bella vita caratterizzata dal mare dei Caraibi, dallo sport e dalle ghefi come le avrebbe chiamate lui, donne procaci che adorava conquistare. Questo era Guido Nicheli che abbiamo visto in video per l’ultima volta nelle telepromozioni di suonerie per cellulari.

Anticonformista, intelligente in maniera sorpredente, mai vittima dei suoi stessi clichè che portava avanti con grande fierezza, amava portare in scena semplicemente se stesso perchè, come diceva lui, la sua comicità, che piacesse o meno, era assolutamente spontanea e di successo.

Anche negli ultimi anni della sua vita, decisamente meno fulgenti ma sempre mirati a mordere la vita con passione, curiosa sagacia e una buona dose di menefreghismo. Anche di fronte alla morte che, come amava ripetere, non lo spaventava perchè “tocca tutti senza distinzioni”.

L’uomo delle occasioni perse che non si è mai piegato di fronte a nulla anche quando questo lo ha portato a fare grandi rinunce ma Guido Nicheli era così. Senza mezze misure, un pò come le sue frasi, a tratti irritanti, a volte divertenti.

E con la bonaria strafottenza che lo ha sempre caratterizzato probabilmente avrebbe chiuso  con una delle sue celebri frasi il suo lungo percorso.

See you later, arrivederci a tutti. Fine Messaggio.

  • Il suo soprannome, Dogui, era impresso anche sul campanello di casa;
  • Era molto amico di Salvador Dalì e per lui ha anche posato;
  • Ha partecipato alla piece teatrale La Tappezzeria.



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11 Commenti dei lettori »

1. Stefano ha scritto:

1 novembre 2007 alle 11:04

E chi se lo dimentica… l’‘imprenditore milanese per eccellenza… Ti ricorderò per sempre



2. susanna ha scritto:

1 novembre 2007 alle 11:59

Secondo me rimanere schiavi di un solo personaggio non è salutare per un’‘artista…ma non so neanche se lui si ritenesse tale o se lo facesse per hobby. Si sarà comunque divertito un sacco. ;)



3. France ha scritto:

1 novembre 2007 alle 17:39

Personaggio irresistibile, specialmente come papà di Sharon!



4. marco ha scritto:

1 novembre 2007 alle 18:53

Per me resta un mito..un’‘attore eccezionale che ho molto amato



5. quiz-addicted ha scritto:

1 novembre 2007 alle 20:19

nooo…cavoli, ultimamente dare una sbirciatina a questo blog mi porta solo brutte notizie…sigh…il mitico dogui…sono stata la sua vicina di casa per qualche mese…avevo fatto amicizia col suo cagnolone che veniva a dormire sul mio zerbino. Lui era cordiale, e parlava proprio come zampetti! Non era un attore…era proprio se stesso! Mitico dogui! Strano che nemmeno qui in zona abbia sentito la notizia…è davvero un peccato che non sia stato dato risalto alla sua scomparsa…



6. Avanguard ha scritto:

2 novembre 2007 alle 00:22

Stefano credo che proprio per questa sua caratteristica non verrà mai dimenticato :-) Susanna in linea generale concordo, in questo caso non saprei invece, perchè ha preso questo suo lavoro sempre con un gioco. Lui non faceva altro che portare in scena se stesso e senza pretese :-) France credo che quello sia stato per lui IL RUOLO eheh Marco lo è stato per molti, soprattutto negli anni 80 dove cuccare era un credo :-) Quiz ussignur non dire cosÃ. Noi omaggiamo i grandi artisti del passato che siano in vita oppure no. Ti ringrazio comunque per il bel racconto che arricchisce senz’‘altro questo post.



7. Elena ha scritto:

2 novembre 2007 alle 11:53

Personaggio mitico anche per me…Mi faceva morire nel ruolo del Cummenda…



8. Lullibus ha scritto:

2 novembre 2007 alle 16:14

ma ci sono tanti argomenti di cui parlare in questo periodo andate a parlare di ste cavolate!



9. Richard ha scritto:

3 novembre 2007 alle 00:02

A me era simpatico, poi è bello sentire un pò di Milano nella comicità . Dispiace proprio perchè comunicava se stesso agli altri! Saluti



10. Ale85 ha scritto:

3 novembre 2007 alle 07:55

Nicheli mi è rimasto simpatico. Intanto c’‘ è la notzia che Enzo Biagi, un Grande del Giornalismo Italiano è in gravi condizioni.



11. Avanguard ha scritto:

3 novembre 2007 alle 20:09

Elena già , il suo personaggio più riuscito ed in realtà l’‘unico :-)

Richard concordo era un grande comunicatore a modo suo

Flavio/Ale85 grazie dell’‘informazione



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