Evidentemente a Mamma Rai non era bastata la lezione di qualche settimana fa, quando dalla messa in onda della serie TV americana Le regole del delitto perfetto su Rai 2 erano state tagliate le scene di baci e passione tra ragazzi gay. Evidentemente non le era bastata l’indignazione di chi aveva coniato e diffuso su Twitter l’hashtag #RaiOmofoba, e nemmeno le dure prese di posizione della produttrice Shonda Rhimes e di Jack Falahee, attore tra i protagonisti della serie. Ci si era difesi parlando di un “eccesso di pudore”, per poi correre ai ripari trasmettendo due sere dopo la versione “uncensored”.
Non ci è voluto molto tempo (esattamente tre settimane) per ricascarci. Ieri sera alle 21 Rai 4 ha trasmesso il film di Ferzan Ozpetek Mine Vaganti. Una esilarante commedia del 2010 che, per i pochi che non l’hanno vista, ha tra i protagonisti Riccardo Scamarcio, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci: un film corale, come tipico di Ozpetek, che in una colorata Puglia racconta intrecci e intrighi tipici della famiglia italiana. E tra questi intrecci e intrighi, se ne facciano una ragione, è inserita anche la storia di un ragazzo gay (Tommaso, il protagonista del film interpretato da Scamarcio) che deve fare i conti – soprattutto – con la sua famiglia.
La messa in onda era stata addirittura orgogliosamente annunciata con un tweet di Giancarlo Leone, ex direttore di Rai 1 e da qualche mese al coordinamento editoriale dei palinsesti tv:
Un classico da non perdere del grande @FerzanOzpetek ! #minevaganti https://t.co/7VH7g8hLP2
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 31 luglio 2016
Ma al momento della visione, per gli spettatori del film è arrivata la sorpresa. Mine vaganti era trasmesso con il “bollino rosso”, ossia con lo specifico invito a non mostrare la pellicola a un pubblico di bambini. Avete capito bene, una strisciolina di colore rosso ha campeggiato per tutta la durata del film – a tratti persino comico – sotto il logo di Rai 4: scelta inspiegabile secondo molti, che ancora su Twitter hanno fatto notare l’accaduto tra le polemiche. “Film come Mine Vaganti DEVONO essere visti dai minori, così imparano che il mondo non è bianco o nero, ma colorato”, scrive un utente. “Mine Vaganti trasmesso con il bollino rosso. Io me lo ricordo come una divertente e brillante commedia, mi devo essere perso le scene XXX”, commenta un altro.
Ebbene, secondo l’AgCom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – il bollino rosso è da apporre in caso di “programmi nocivi per i minori”, mentre per il Ministero dello Sviluppo Economico si parla invece di programma “sconsigliato a un pubblico di minori”. Poco cambia, la questione è una: Mine Vaganti è un film che sei anni fa, quando parlare di omosessualità era forse più difficile di oggi, era riuscito con delicatezza e normalità a inserire questa tematica nella quotidianità di una famiglia italiana. Un pezzo di un mosaico, di pari dignità e di pari importanza rispetto agli altri tasselli, che per questo merita di essere trattato alla stessa maniera e non di essere “bollato” come non adatto a un pubblico di minori.
Una pellicola come questa, e l’ipotesi non ci sembra nemmeno troppo azzardata, dovrebbero vederla proprio i bambini (googlando abbiamo scoperto che qualche insegnante lo ha mostrato a scuola), perché non è marchiando un film a tematica gay che si arriva all’accettazione dell’omosessualità. Anzi. Semmai si ottiene esattamente l’effetto contrario. Ma se è vero che errare è umano e perseverare è diabolico, a questo punto il dubbio sorge spontaneo. Si tratta davvero di una discriminazione deliberata da parte del servizio pubblico italiano?
1. heiii ha scritto:
1 agosto 2016 alle 12:37