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dicembre

TUTTO PUO’ SUCCEDERE: LA QUOTIDIANITA’ DIVENTA PROTAGONISTA

tutto può succedere

Tutto Può Succedere

Tutto può succedere, il remake di Parenthood in 13 puntate partito ieri sera su Rai1, ha esordito presentando al pubblico i Ferraro, che in quanto a difficoltà personali non sembrano aver nulla da invidiare alle altre “famiglie delle fiction”. Lo diciamo subito: parliamo di una serie ben fatta (che peccato per i traumatici stacchi pubblicitari!). Una certa qualità realizzativa traspare sin dalla scena iniziale, quando Alessandro (alias Pietro Sermonti) esce di casa con la musica nelle cuffiette, la quale si espande man mano che anche l’inquadratura si amplia, come se lo spettatore fosse portato da fuori a dentro. Dentro alla scena così come dentro alla storia.

Le scelte musicali, da Silvestri alla Nannini passando per la sigla firmata dai Negramaro, costituiscono il più forte marchio del Made in Italy, il vero tratto distintivo che caratterizza e distingue il remake italiano dall’originale a stelle e strisce. D’altro canto, invece, le ambientazioni richiamano moltissimo l’originale USA, a partire dalla presenza in casa Ferraro dell’unica forse dependance rintracciabile sul suolo italico (per fortuna che c’è Roma sullo sfondo!).

Il promettente cast di attori ha mantenuto le promesse fatte, dimostrandosi all’altezza di una profondità narrativa che per ora si è solo intravista, ma che dovrà necessariamente arrivare perchè la storia regga. Gli attori paiono capaci di collocarsi sul crinale fra la riproduzione fedele dell’originale e l’innovazione data dall’aggiunta del proprio apporto personale. Un merito particolare va al cast dei piccoli, protagonisti silenziosi ma assoluti, è infatti attorno ai figli che ruotano le trame degli adulti.

Quanto alla credibilità della storia tutto è ancora da dimostrare. Il mix di commedia e family-drama ha certamente il pregio di alleggerire le vicende della famiglia Ferraro, ma rischia in questo caso di creare una storia dall’emotività sconnessa, in cui l’umore cambia troppo rapidamente, rimbalzando di continuo fra l’allegro e il sofferente. Delle buone basi sono state poste, ogni personaggio ha infatti presentato le sfide personali e familiari che dovrà affrontare nelle puntate a venire, costituendo l’incipit di una storia che nel complesso si presenta articolata nelle pieghe della quotidianità.

In conclusione il bilancio è positivo per la prima di Tutto può succedere, ma il difficile deve ancor arrivare…

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2 Commenti dei lettori »

1. patrizia marini ha scritto:

3 gennaio 2016 alle 22:57

Una fictiondove finalmente non vediamo la classica famiglia del mulino bianco e dove tanti si possono riconoscere e trarne riflessioni.



2. lory ha scritto:

16 febbraio 2016 alle 11:38

sto guardando tutto puo’ succedere dalla prima puntata e sono felice perchè mi sta aiutando molto con un figlio adhd con iperattivita’ , finora nessuno mi aveva spiegato come comportarmi, cosa fare, ma anche in altre situazioni e’ davvero fatto bene , parla dei problemi quotidiani che ci sono in una famiglia normale vi faccio i miei complimenti continuate cosi’



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