10 a Carlo Conti. Non ci sono dubbi: il 2015 ha incoronato il conduttore toscano. Carlo Conti ha centrato il traguardo più importante di ogni carriera catodica che si rispetti, il Festival di Sanremo. Ha vinto riportando quell’indispensabile sapore pop sul palco dell’Ariston. Occhio ai deliri di onnipotenza, però: il Sanremo bis l’avremmo evitato. Mediano con il gusto del gol.
9 a Maria De Filippi. E’ una macchina da guerra che, pur trincerandosi dietro i suoi fortini non manca di rafforzarli stagione dopo stagione. D’accordo, possiede “benefit” che altri non hanno, ma la verità è che ha una capacità straordinaria di riconoscere quando è il momento di cambiare che nel suo mondo significa introdurre variazioni, anche piccole, su schemi consolidati. Boss.
8 ad Amadeus. Il 2015 è stato l’anno di una nuova consacrazione per il conduttore ravennate. Il periodo buio è finito e Amadeus si gode i rinnovati successi di Reazione a Catena e Mezzogiorno in Famiglia ma soprattutto l’inaspettato esito di Stasera Tutto è Possibile che l’ha riportato in prima serata. Il programma comico di Rai2 è da annoverare tra le rivelazioni degli ultimi 365 giorni di televisione. Revenant.
8 a Paolo Bonolis. Il boom delle due puntate de Le Iene presentano Scherzi a Parte – che diciamo era tutto fuorchè irresistibile – sono la prova di un talento pressochè unico nel coinvolgere e convogliare pubblico. Con il format giusto riesce a fare la differenza come pochi (forse nessun) altri. Nel mezzo, il successo della serata Expo, il flop all’Arena di Verona (Canale 5 non è Rai1) e la conferma di Avanti un Altro. Fuoriclasse.
7 a Giorgio Panariello. Dopo tanta assenza, c’era più di un dubbio sull’effettiva forza del comico toscano. E invece Panariello tiene anche quando poi il programma non è da ascrivere negli annali. Vecchia volpe.
7 a Salvo Sottile. Il giornalista siciliano è tornato prepotentemente alla ribalta dalla porta principale, dopo le delusioni a La7, con Estate in Diretta e Domenica In. E se da un lato fa strano vederlo alle prese con l’intrattenimento, dall’altro questo gli attribuisce autorevolezza impedendo gli “svacchi” che alla domenica pomeriggio sono sempre in agguato. Salvo di nome e di fatto.
6 a Belen Rodriguez. La separazione da De Martino più che l’impegno in Piccoli Giganti o la comparsata a Don Matteo la pone in rampa di lancio per il 2016. Belen è un fenomeno da studiare, misto di naturalezza e sfrontatezza; nessuna come lei smuove le masse, conosce e cavalca i social network. Cuore vagabondo.
6 a Enrico Mentana. Finiti i tempi d’oro, il TGLA7 ha ancora un ruolo centrale per la rete ma i picchi di un tempo sono ben lontani. Il Mitraglia non lesina prese di posizione che fanno discutere (come quelle contro la riforma Rai); tuttavia il nemico non è accattivante tanto quanto lo era Berlusconi. Vedova allegra.
6 ad Alessia Marcuzzi. In contesti ad alta dose di trash, lei rimane pulita. E’ l’amica compagnona che tutti vorrebbero, peccato che quando hai a che fare con un programma che “punisce” i vip dovresti sfoggiare un fare sardonico. E così, prevedibilmente, a L’Isola dei Famosi non solo il confronto con Simona Ventura è stato impietoso, ma la Pinella è stata pure schiacciata dall’effervescenza di Mara Venier. Al contrario, al GF si è mostrata più sicura e autorevole, rispetto agli inizi, ma giocoforza inerme di fronte ad una scaletta da incubo. Programmi come il Coca Cola Summer Festival sono la sua dimensione ideale, e anche a Piccoli Giganti non sarebbe stata male. Riccioli d’oro.
6 a Paola Perego. Via Insegno, dentro Sottile e soprattutto Maurizio Costanzo con la sua squadra autoriale, Domenica In ha assunto una sua identità e l’algida conduttrice può tirare un sospiro di sollievo dopo stagioni infauste. Chiude l’anno con l’infelice Il Dono, ma le ragioni dell’insuccesso sembrano in minima parte riconducibile ad un’inefficace conduzione. Promossa con debito.
1. fabolous ha scritto:
4 gennaio 2016 alle 17:33