Associazioni gay all’attacco di Bruno Vespa. Il conduttore Rai è stato oggetto di severe critiche da parte di alcuni esponenti della comunità omosessuale per un titolo comparso a Porta a Porta nella puntata di lunedì scorso. Nel programma della rete ammiraglia del servizio pubblico si parlava del caso Charamsa e nel vidiwall alle spalle del giornalista compariva la seguente scritta: “Lobby gay all’attacco di Francesco“. Tanto è bastato per scatenare il vespaio.
“Sono proprio incazzato! Stasera Vespa ha aperto porta a porta con la schermata che vedete, e poi ha pure aggiunto: “i gay seri sono preoccupati per quello che è successo”. Allora voglio sapere dalla Commissione Rai se è tollerabile che milioni di persone debbano sempre essere offese riconducendole a inesistenti lobby gay, se è mai possibile che la nostra vita sia mischiata con le lotte di potere interne alla gerarchie cattoliche, se è sopportabile che mai nessuno possa replicare a questo scempio della verità. Altro che Servizio Pubblico, questo è Servizietto Vaticano!!” ha tuonato Aurelio Mancuso, Presidente Equality.
A chiarire le intenzioni di quel titolo è stato lo stesso Bruno Vespa, con un tweet:
Quando parlavamo di lobby gay contro @Pontifex_it ci riferivamo a gruppi minoritari del mondo cattolico che agiscono sott’acqua
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) 6 Ottobre 2015
Il conduttore si è ulteriormente spiegato in trasmissione: “era evidente che non ci riferissimo alle associazioni gay“, precisando di aver riportato – apprezzandola – anche la dichiarazione della leader storica del mondo gay, Imma Battaglia.
“Ci riferivamo a dei movimenti che ci sono in una frazione piccola ma abbastanza insidiosa del mondo cattolico che, guarda caso, se ne viene fuori con una cosa di questo genere alla vigilia di un sinodo sulla famiglia” ha ribadito Vespa.
Quindi, nessuna discriminazione. E in effetti, nella puntata oggetto di critiche, la discussione si è limitata al caso Charamsa e all’ambito vaticano. Il titolo ‘incriminato’, inoltre, non è stato posto come un assunto incontestabile, bensì come oggetto di possibile confutazione già in apertura di dibattito. “E’ corretto questo titolo?” ha infatti domandato lo stesso Bruno Vespa all’ospite Massimo Franco, intavolando il confronto.
Le opinioni espresse in studio, tuttavia, sono state critiche rispetto alla clamorosa rivelazione di Charamsa, quindi ciò che si potrebbe rimproverare alla trasmissione Rai è eventualmente una mancata polifonia sull’episodio specifico. Ma non certo una discriminazione nei confronti dei gay, che di fatto non abbiamo ravvisato né nei toni, né nelle intenzioni. Di lobby gay, peraltro, si era parlato in tempi non sospetti anche sui principali giornali. Ma nessuno, in quel caso, si stracciò le vesti.
Costantino Della Gherardesca vs Bruno Vespa
Di parere opposto, però, è stato Costantino Della Gherardesca, che su Facebook si è scagliato contro Bruno Vespa. Riferendosi al suo programma, il conduttore di Pechino Express non ha usato mezze misure:
“Non è televisione di servizio pubblico, ma soprattutto non è buona televisione se non rispecchia la società in cui viviamo. La propaganda spiccia, mafiosa, avulsa dalla società reale, ha avuto il suo canto del cigno negli anni della TV di Berlusconi. E’ arrivato il momento di spazzarla via. Eliminare in modo definitivo queste carcasse balbettanti è un dovere della nuova dirigenza RAI“
Fabio Canino vs Bruno Vespa
Ancora più pesante il commento di Fabio Canino:
Magari ci fosse una lobby gay! Tu vespa saresti a pulire i cessi nei centri d’accoglienza!!!! pic.twitter.com/muUsyWOJyU
— Fabio Canino (@fabiocaninoreal) 6 Ottobre 2015
E così al Vespone, accusato di intolleranza, è stata riservata… tolleranza zero. Tutto coerente, no?
1. Giuseppe ha scritto:
7 ottobre 2015 alle 17:47