Si conclude finalmente la battaglia tra Rai e Sky. Come riportato da Repubblica, l’AGCOM ha finalmente posto fine alla querelle che vedeva da una parte l’azienda pubblica richiedere a gran voce che i suoi palinsesti venissero trasmessi nella loro totalità sul satellite (dietro ad un lauto compenso ovviamente), dall’altra Sky che invece si ritrovava oscurati i programmi di cui non erano disponibili i diritti per la visione. Ma tra i due litiganti da oggi gli spettatori godono e nel giro di qualche settimana non dovranno (si spera) più ricorrere alla digital key né allo switch tra decoder satellitare e decoder terrestre per godere dei palinsesti delle reti generaliste Rai.
L’azienda pubblica dovrà inviare entro 30 giorni una proposta di contratto “equa e ragionevole” a Sky per la trasmissione dei suoi canali e non potrà più ricorrere a giustificazioni sui diritti pur di oscurare i propri canali sulla pay tv, mentre Sky dovrà appunto pagare viale Mazzini per i canali pubblici che mostra ai propri clienti. D’altronde – come si legge nella delibera approvata a maggioranza – è un diritto e un dovere per la Rai chiedere un compenso economico per il rilievo dei programmi e per il valore reputazionale del brand.
Per Luigi Gubitosi si tratta di una vittoria importante della sua gestione, anche se rimane ancora aperta la questione relativa alla rinuncia del rinnovo contrattuale tra Rai e Sky per i canali Rai e l’offerta RaiSat ad opera di Mauro Masi, canali passati successivamente free sul digitale terrestre. I dipendenti hanno infatti presentato un esposto alla Corte dei Conti della Regione Lazio per danno erariale (350 milioni di euro per 7 anni) e per violazione del principio di universalità della diffusione delle trasmissioni, chiedendo un risarcimento da parte dello stesso Mauro Masi e dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
L’indirizzo imposto da AGCOM, peraltro, sembrerebbe avallare seppur indirettamente l’esposto presentato. Staremo a vedere come si evolverà la situazione.