Michele Santoro vuole cambiare il passo. Revolucion! E così, quella in onda su La7 a partire da domani sera sarà l’ultima edizione del suo talk show. Il giornalista lo ha annunciato con una lettera rivolta direttamente ai telespettatori, ai quali egli non aveva mai nascosto il proprio desiderio di cambiamento.
“Voi sapete che io ho sempre sentito la necessità di battere strade nuove e per questo motivo ho deciso che questa sarà l’ultima stagione di Servizio Pubblico“
ha scritto il conduttore, confermando invece il ritorno sugli schermi di AnnoUno, il format da lui stesso ideato e condotto da Giulia Innocenzi, “per far comprendere a tutti la mia voglia di novità“.
Santoro ha motivato la sua decisione con un’analisi (abbastanza lucida) sull’attuale panorama televisivo, nel quale i talk show stanno mostrando i segni del tempo.
Servizio Pubblico: Michele Santoro scrive ai telespettatori
“Non condivido la scelta di riempire all’inverosimile la programmazione di trasmissioni d’approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto (…) L’overdose dei cosiddetti talk non mette soltanto a nudo la stanchezza di un genere. Anche con i reality il pubblico aveva subito una vera e propria aggressione, ma quando ha cominciato a stancarsi, sono stati subito sostituiti da altri programmi. Ma mentre i reality costavano, cosa ci può essere di meno costoso e di più facile da realizzare di un talk? Un altro talk. Così assistiamo all’incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un’incredibile moltiplicazione dell’offerta“
ha scritto il giornalista. Secondo il conduttore, la crisi del talk show disvelerebbe un generale impoverimento della tv, del nostro sistema industriale, della nostra democrazia, degli editori e più in generale della nostra classe dirigente. Ovviamente, senza dimenticare il “quasi monopolio del ventennio berlusconiano“.
Michele Santoro: dall’editto bulgaro a Grillo e Renzi
“Quando Berlusconi emanava il suo editto bulgaro, quando usava tutto il suo potere per mettere a tacere Annozero, voi (e per voi intendo anche tanti che in quegli anni votavano Forza Italia) vi siete battuti contro la censura e ci avete dato la forza per sopravvivere a qualsiasi attacco. Oggi non esistono per fortuna pericoli di quel tipo. Ma quando Grillo celebra la morte dei talk o quando Renzi sostiene che queste trasmissioni costruiscono un’immagine negativa dell’Italia siete portati a considerare innocue queste affermazioni e a dar loro ragione. Invece sbagliate. Prima di tutto perché ai politici dovrebbe essere proibito di fare qualunque affermazione che limiti la libertà di pensiero e di informazione“.
I toni usati da Santoro si fanno accorati. Michele ricorda i tempi delle sue tele-battaglie contro il miglior nemico Berlusconi, ormai andati. Oggi – dice il giornalista – i tg, con qualche eccezione, tendono a riprodurre l’ordine esistente, mentre i cosiddetti talk sono costretti a cercare filoni nuovi. Poi il conduttore si rivolge nuovamente ai telespettatori:
“Spetta a voi fare la selezione, cambiare canale, far sparire le imitazioni senza identità. Vi chiedo di seguirci attivamente, di criticarci severamente, di reagire alla nausea. La lunga avventura politica e culturale che ha assorbito la mia vita e quella di tanti miei collaboratori non sarebbe esistita senza di voi, senza il pubblico“.
Servizio Pubblico, domani al suo debutto stagionale, si presenterà con uno studio in cui le sedie sono state rovesciate, “per frantumare il salotto televisivo e provare a cambiare le modalità e il ritmo della nostra narrazione“. La verità è che, oltre al salotto, Santoro si è frantumato qualcos’altro: troppo paludosi i talk show per uno come lui. Da qui, la promessa del conduttore: “ce la metterò tutta. Poi, l’anno prossimo, cominceremo insieme un nuovo viaggio“.
1. griser ha scritto:
24 settembre 2014 alle 16:46