UPDATE del 24 Giugno 2014. Dopo aver annunciato la messa in onda speciale di ieri sera sia con sottopancia fisso durante gli episodi di domenica 22 giugno, sia ieri tramite l’account ufficiale Twitter, Rai 3 ha poi sorprendentemente deciso di non trasmettere Mr Selfridge nella serata di lunedì 23 giugno 2014 sostituendolo con un film!
Gli ascolti non sono affatto buoni, ma il prodotto è ottimo. E come molti altri del suo genere, purtroppo, evidentemente incompreso. Parliamo di Mr Selfridge, la serie trasmessa all’inizio dello scorso anno dalla ITV britannica e sbarcata su Rai 3 l’8 giugno 2014 dopo aver allietato gli spettatori paganti di Diva Universal.
Mr Selfridge: questa sera alle 21:05 su Rai 3 i penultimi episodi
Nonostante i due episodi trasmessi ieri abbiano conquistato appena il 3.22% e il 3.34% di share, questa sera si raddoppia con una nuova messa in onda che dunque anticipa già a domenica prossima il finale della prima stagione, composta appena da dieci episodi. Così come la seconda, che qualche mese fa in Inghilterra ha riscosso un gran successo di pubblico e creato aspettative per la terza, attualmente in produzione. La scelta di mandare in onda la serie anche di lunedì non è probabilmente dovuta alla voglia di vagliarne uno spostamento in palinsesto quanto alla necessità di esaurirla nel minor tempo possibile, il che è davvero un gran peccato.
Mr Selfridge: un perfetto connubio di narrazione e messa in scena
Perché Mr Selfridge è un vero piccolo gioiello televisivo, dove l’accuratezza della ricostruzione storica, delle scenografie e dei costumi dell’epoca si sposa alla perfezione con una sceneggiatura ricca, articolata, veloce e a tratti sorprendente che appassiona e cattura lo spettatore coinvolgendolo nell’universo filmico. La storia dell’uomo che diffuse in Europa l’idea dei grandi magazzini americani, sfidando il falso moralismo dell’epoca e mettendo il bello, il piacere al centro del concetto di acquisto, nasconde in sé quella di molti altri personaggi. Ovvero la sua famiglia ma soprattutto i suoi sottoposti, costretti a lasciare fuori dallo sfarzoso ingresso dei magazzini Selfridges i dolori e le meschinità della vita quotidiana, ma consci di poter contare sempre sull’appoggio di un capo condannato dalle proprie manie di grandezza a fare i conti di continuo con i suoi limiti emotivi.
Storie di tradimenti, gelosie, violenze domestiche e passioni si uniscono al racconto di una Londra di inizio novecento, in cui il perbenismo offuscava le menti e tentava di impedire alle donne di venire fuori dallo stallo in cui si trovavano e dalla posizione subalterna in cui erano confinate. Una realtà romanzata in cui sono calati personaggi realmente esistiti quali Sir Arthur Conan Doyle, Frank Winfield Woolworth ed Anna Pavlova ed in cui, se non riuscivano a farcela le opere politiche delle Suffragette, a mettere sullo stesso piano donne e uomini ci riuscivano le singole “eroine”. Come Rose, la moglie di Mr Selfridge, che dopo una vita passata a subire i tradimenti del marito riesce a riconquistarlo ripagandolo con la sue stessa moneta.
Un cast vario e brillante completa il quadro, merito innanzitutto del protagonista Jeremy Piven, sempre a mille all’ora ma capace con un solo sguardo di fare da fermo immagine carico di sottintesi e di non detto, ma anche di tutti i comprimari, che lavorano insieme per creare l’apparente armonia ma conservando ognuno il proprio spazio e la propria identità.
Praticamente, quello che sono chiamati a fare – bene! – i loro personaggi nella narrazione.
1. Ba Lordo ha scritto:
23 giugno 2014 alle 14:44