Sergio Assisi
“Nella storia di un attore c’è sempre un medico o un commissario”. Sergio Assisi introduce così il protagonista della fiction che ha debuttato giovedì 6 settembre su Rai1: Il Commissario Nardone. Le sei puntate che compongono la serie sono nei cassetti di Viale Mazzini da qualche mese e trovano spazio in questo inizio di stagione, dando all’attore partenopeo la possibilità di rilanciarsi in tv dopo l’infortunio a Ballando con le stelle e lo scarso riscontro ottenuto dalla miniserie Zodiaco – Il Libro Perduto. Ecco cosa ci ha raccontato Assisi del nuovo personaggio e delle prossime fatiche in cantiere.
Cosa puoi dirci della tua interpretazione ne Il Commissario Nardone?
Nella vita di un attore c’è sempre un commissario o un medico, non solo in Italia, anche nelle fiction estere. Ecco, è arrivato anche il mio momento. La differenza con gli altri commissari sta nel fatto che si tratta di un personaggio realmente esistito e che tutta la storia si basa su fatti di cronaca realmente avvenuti negli anni ‘50. Mario Nardone è un commissario campano che è stato trasferito a Milano ed è stato in grado di trarre beneficio dallo spostamento. Maggiore è la responsabilità rispetto all’interpretazione di un personaggio di fantasia, per delineare il carattere di Nardone ci siamo dovuti basare sulle poche notizie che c’erano. Poi ho aggiunto la mia “napoletanità” e altri aspetti non presenti nella sceneggiatura.
A proposito di Napoli, sono numerosi i tuoi progetti legati alla città.
Cerco di portare la mia cultura ovunque, sono di un campanilismo sfrenato. Che sia un libro, o uno spot cerco di portare il mio bagaglio. Napoli è un mondo a parte, è innegabile che sia la culla della cultura, in molti criticheranno questa affermazione ma per me è così. I napoletani hanno una marcia in più, è un fatto genetico e io sono fiero di essere un testimone di ciò.
Quest’anno hai partecipato a Ballando con le stelle. Qual è il bilancio della tua partecipazione?
Estremamente positivo, al di là dell’infortunio. Anche se voi avete parlato di esperienza mal riuscita, ma anche ai grandissimi atleti capita di farsi male dopo essersi preparati a dovere. Il bilancio è positivo soprattutto per gli incontri fatti, sono rimasto molto amico di tutti coloro che hanno partecipato e ho trovato in Milly Carlucci una donna di altri tempi. E’ una persona di una galanteria e correttezza che non vedevo da tempo. Non tutti sanno, invece, che mi hanno scritto maestri di danza dalla Russia, da mezza Europa e italiani e mi hanno fatto i complimenti. Hanno visto potenzialità di cui non ero a conoscenza. Questo è più importante di un 4 in giuria.
Prenderesti parte a un altro reality?