Sanremo 2008



3
marzo

SANREMO 2008 : BILANCIO DI UN FESTIVAL

Festival di Sanremo 2008 (Pippo Baudo, Piero Chiambretti, Lenny Kravitz) @ Davide Maggio .it

Con la vittoria dei giovani Sonhora e della coppia Giò di Tonno – Lola Ponce è calato il sipario sul 58° Festival di Sanremo.

Un’edizione che ha fatto discutere, ma lo ha fatto probabilmente per l’aspetto più arido ma al tempo stesso fondamentale di qualunque programma televisivo : gli ascolti.

Ed infatti non può dirsi che il colpo di fulmine dei vincitori nei confronti della kermesse canora ci sia stato anche da parte del pubblico che, come mai prima d’ora, ha preso le distanze dal Teatro Ariston.

Si è gridato subito al flop martedi mattina, dati auditel alla mano. E non poteva che essere così, vista la non sempre calzante ma assolutamente consolidata tradizione in base alla quale la promozione o la bocciatura del più importante evento televisivo italiano avviene subito dopo la diffusione degli ascolti della prima serata. Senza possibilità di salvezza.

A prescindere dal termine ”flop” per il quale nutro una sincera avversione e che sembra  quasi onnipresente sulla bocca di coloro che gioiscono di un insuccesso, è indubbiamente vero che il Festival è risultato un po’ lento e non propriamente esaltante. Sono venute a mancare quella caratteristiche che gli avrebbero permesso, come abbiamo visto qui, di elevarsi al rango di evento senza rimanere in quello più ristretto di programma televisivo.

Ma nonostante questo Sanremo 2008 io lo promuovo e lo faccio perchè ritengo la formula di Baudo l’unica in grado di dare il giusto lustro ad una manifestazione come quella di cui parliamo. Pur con le mancanze di cui sopra, abbiamo assistito nei giorni scorsi ad una trasmissione elegante ed educata, entrata nelle case dei telespettatori in punta di piedi rispettando una tradizione televisiva forse non al passo con i tempi ma perfetta per un palcoscenico classico come quello del Festival.

Anche la musica, inizialmente criticata per la scarsa qualità, non si è rivelata così scarsa come si era detto da principio. Diversi sono stati i brani apprezzabili presentati quest’anno. L’iniziale critica ha probabilmente potuto “contare” sulla complicità della scaletta “sbagliata” della prima serata che ha visto all’opera artisti meno ”desiderati” a differenza di quelli che hanno animato il palco il giorno successivo. Forse si riteneva di dover puntare sul secondo appuntamento, da sempre meno seguito rispetto all’esordio, forti dell’immancabile pubblico (che questa volta è, però, mancato) della premiere.

Si è poi potuto far leva su una bellissima scenografia, un buona fotografia e una altrettanto buona regia, tutte espressioni di uno staff che avrà anche messo in scena l’apoteosi del classico ma che ha avuto la difficile capacità di proporre un classico di qualità. Una tradizione interrotta soltanto da uno straordinario Piero Chiambretti  che ha calcato il palco dell’Ariston da vero fuoriclasse andandosi a candidare, per quanto mi riguarda, come uno dei migliori intrattenitori della nostra televisione. Un mix geniale di ironia, sarcasmo, brio e professionalità che ha meritato quel palco senza dubbio alcuno.

Un mix che però non è bastato per attirare quel pubblico che nemmeno lo scorso venerdi è riuscito a preferire la kermesse di RaiUno a I Cesaroni.

E così anche questo Festival un po’ sottotono sta per finire negli annali. Ma prima di archiviarlo anche sulle pagine di questo blog, un ultimo sforzo e una comunicazione.

Come l’anno scorso possiamo stilare gli “In&Out” di questa edizione. Inizio proponendo per gli “In” la battuta (non troppo battuta, in realtà) di Piero Chiambretti durante una conferenza stampa, quando, alla provocazione di un giornalista de Il Sole 24Ore che proponeva visti gli ascolti una chiusura del Festival, risponde  : “Scusi, ma quante copie vende il Sole24Ore? Beh, perchè non lo chiudete? Stia zitto imbecille“. Mentre per gli Out proporrei senza dubbio la giuria di qualità che ha “dato i numeri” in entrambe le finali.

La comunicazione, invece, è una lieta novella. Su questo sito è possibile scaricare gratuitamente alcuni brani di Sanremo 2008 oltre a tanta altra buona musica. Tutto gratis e assolutamente originale.

Con Sanremo, per quest’anno, è tutto.




1
marzo

SANREMO 2008 : LA BIONDA O LA BRUNA?

Bianca Guaccero, Andrea Osvart @ Davide Maggio .it

La sindrome dei neologismi inoffensivi (o presunti tali) non poteva non colpire anche il Festival di Sanremo.

Un pò come gli spazzini che ora vengono definiti operatori ecologici, anche le presenze femminili della kermesse canora da un po’ di anni vengono definite co-conduttrici ma nella sostanza sempre vallette rimangono, con tutto il rispetto per il ruolo!

Una bionda e l’altra bruna, l’una italiana, l’altra straniera, in un binomio quasi religioso, imprescindibile e allo stesso tempo caratterizzante per il palco del Teatro Ariston.

Dopo alcune infelici parentesi in cui il binomio aveva ceduto il posto a soluzioni differenti, quest’anno Bianca Guaccero e Andrea Osvart hanno riportato l’antica tradizione sul palcoscenico più importante del belpaese.

Ma come ad Amici il pubblico di Maria De Filippi è diventato tutt’a un tratto parlante, allo stesso modo le vallette di Sanremo hanno conquistato un posto decisamente diverso nella kermesse canora. O quanto meno ci hanno provato.

Vallette non più impacciate, non più portatrici sane di gaffe e perfette “portavoci” dell’eleganza della moda italiana ma aspiranti showgirl da lanciare o attrici da confermare.

E così accanto alla presentazione del cantante di turno e alle piccole “battute comandate e studiate” insieme a Pippo Baudo e Piero Chiambretti, Bianca e Andrea hanno potuto dar prova delle proprie qualità.

Ma a me, con tutta l’ammirazione possibile, non è piaciuta la presenza di questi “siparietti promozionali” che hanno allungato il brodo e oltre a non risultare essenziali non hanno fornito al Festival un valore aggiunto.

Performance che non hanno contribuito a cancellare un giudizio poco esaltante sulla Osvart o a plasmare un parere a tratti positivo a tratti no sulla bella barese.

Probabilmente creava più attesa la fatidica discesa dell’immancabile scalinata quando i maestri della moda italiana confezionavano appositamente degli abiti per la nostra manifestazione musicale più importante. Ma è venuta meno quella ritualità che accostava la valletta del Festival alla Madre Natura di Ciao Darwin (di cui è rimasta traccia, però, nei ballerini “presi in prestito” da Bonolis), ovvero una bellezza eterea pronta a dare sfoggio di questa sua qualità ammaliante senza per questo dover o voler dimostrare nulla. E soprattutto non a tutti i costi come invece è avvenuto in questo caso.

Performance senza appeal, decontestualizzate rispetto al Festival e arraffazzonate da un punto di vista squisistamente artistico, tese a far conoscere meglio Andrea e Bianca al grande pubblico.

Annedoti di “vita vissuta” citando un vecchio programma, balletti dallo spirito campanilistico, arricchiti da un “bel canto” supportato da improbabili playback. A quale scopo non si sa, dal momento che, almeno in linea di principio, alle due vallette o co-conduttrici che dir si voglia, si dovrebbe richiedere una conduzione garbata, piacevole senza troppi guizzi di personalità.

O almeno così dovrebbe essere nel corso di una kermesse canora, dove i conduttori, vallette comprese dovrebbero mettere la loro popolarità e le loro capacità al servizio del tema centrale del Festival.

Per dirla col claim di questa edizione del Festival di Sanremo, la parola dovrebbe andare alla musica!


28
febbraio

SANREMO 2008 : IL PLAGIO DELLA BERTE’, L’ULTIMA SPERANZA!

Pippo Baudo, Loredana Bertè - Bacio @ Davide Maggio .it

Ieri mattina in conferenza stampa, Pippo Baudo non aveva tutti i torti quando, parlando degli ascolti in calo del Festival di Sanremo, diceva “scazzottiamoci, prendiamoci a sputi in faccia, così il pubblico lo fottiamo, lo imbarbariamo e avremo un’Italia di merda“.

Ma credo che Baudo abbia tralasciato nella sua analisi i veri motivi che stanno decretando l’allontanamento del pubblico dal palco più prestigioso della nostra televisione.

La ragione fondamentale del “calo di interesse” nei confronti della kermesse canora risiede a mio avviso nella mancanza di tutti quegli elementi che trasformano Sanremo da programma televisivo in evento mediatico.

Pur promuovendo personalmente quest’edizione di Sanremo, il 58° Festival della Canzone Italiana evento mediatico non lo è o quanto meno non lo è al pari di alcune vecchie, passate, gloriose edizioni. Non riesce a catalizzare, come dovrebbe, l’attenzione dei telespettatori e non genera quella trepidante attesa che lo ha sempre caratterizzato per tre motivi fondamentali :

  • assenza di grandi ospiti internazionali;
  • assenza di grandi nomi italiani sul palco; 
  • assenza di brani qualitativamente interessanti

Il primo motivo pur dovendo rappresentare un aspetto quasi di second’ordine nel Festival della Canzone Italiana, ha da sempre contribuito a rendere il palco dell’Ariston una vetrina appetibile anche fuori dai confini italiani. Un’internazionalizzazione che consentiva al Festival di essere l’unico show in cui il telespettatore poteva apprezzare artisti di fama mondiale che approdavano appositamente nella cittadina ligure. Presenze altisonanti che davano quel pizzico di magia non solo al momento dell’esibizione ma anche… prima e dopo, creando un’atmosfera che solo il Festival sapeva regalare. 

Secondo e terzo motivo sono strettamente collegati. Baudo ritiene di essere un esperto musicale pur non essendolo, il problema è questo. Pippo è un grande uomo di spettacolo ma per la kermesse canora più celebre del nostro paese dovrebbe assicurarsi la consulenza di veri esperti del settore che possano garantire la presenza di musica di qualità, soprattutto da quando non si può più fare affidamento sui grandi nomi della musica italiana.

Lo snobbismo di alcuni grandi artisti nostrani, infatti, sta piano piano degradando il palco dell’Ariston a quello di Castrocaro. Si è dovuti ricorrere alla formula “super ospite italiano” per poter sperare di vedere all’opera i nostri migliori artisti nella città dei fiori. Ma la scelta non si è rivelata azzeccata. Anche quei validi interpreti che a Sanremo erano ben felici di esibirsi, si sono allontanati dalla gara sperando nella più qualificante possibilità di partecipare alla manifestazione come “super ospite”, preferendo evitare l’implicita etichettatura di cantanti di “serie B” per il sol fatto di scegliere di prender parte alla gara come un cantante “qualunque”.

La conseguenza è stata una generale perdita di spessore e un contestuale “svuotamento” del palco.

Ed è inutile perder tempo a parlare di “mancato processo di svecchiamento di Festival” o sentire le opinioni di chi, al contrario, ha addirittura avanzato l’ipotesi che il problema del Festival fosse una “chiambrettizzazione festivaliera poco in linea con il pubblico di RaiUno”.

Inutile parlare di mancato processo di svecchiamento perchè il Festival è una manifestazione istituzionale e tale deve rimanere, con tutte le implicite conseguenze che porta con sè l’istituzionalità di un evento; inutile parlare di “chiambrettizzazione” come causa del calo d’ascolti perchè sè è vero che il pubblico di RaiUno è decisamente più anziano rispetto a quello delle altre reti, non credo che a guardare l’ammiraglia della Rai ci siano delle mummie che possano vedere in Piero Chiambretti una minaccia alla senile tranquillità tanto desiderata dal pubblico di RaiUno.  

Bisognerebbe piuttosto puntare ai contenuti perchè nonostante le 3 assenze di qualche riga più su il Festival può godere di una struttura realizzata ad arte che aveva tutte le caratteristiche per poter fare di questo programma un evento eccellente.

Il Festival baudiano ha potuto contare su una cura dei particolari che forse solo il presentatore di Militello è in grado di garantire e ha potuto contare su una conduzione che ha visto un Piero Chiambretti straordinario che ha tutte le carte in regola per poter aspirare ad essere incoronato come il miglior intrattenitore del belpaese.

Ma purtroppo la dura legge dell’Auditel parla chiaro e quel pubblico che in tanti definiscono mummificato, nonostante il clima perfettamente in linea con le proprie attitudini, il proprio responso l’ha dato fornendo un palese e tangibile segnale di mancato gradimento. Non resta adesso che sperare nella musica e nelle parole di Loredana Bertè che con il suo plagio sta riuscendo a smuovere un po’ le acque portando in scena quella ventata di polemica che in un grande evento non deve mancare MAI.

Non resta che scoprire cosa accadrà stasera alle 21.10 con il terzo appuntamento del Festival di Sanremo.

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27
febbraio

SANREMO 2008 : LOREDANA BERTE’ ESCLUSA PER PLAGIO. ECCO LA CANZONE ORIGINALE

Loredana Bertè (Sanremo 2008) @ Davide Maggio .it

Era in assoluto l’esibizione più attesa di questa edizione del Festival di Sanremo.

E Loredana Bertè non ha deluso tutti i telespettatori che la attendevano.

Oltre ad aver portato sul palco dell’Ariston una canzone di qualità, la Bertè si è distinta per una straordinaria interpretazione condita, come sempre, da quell’ingrediente che fa di un personaggio un artista con la A maiuscola.

Ho sempre pensato che un personaggio che fa spettacolo per essere definito Artista debba avere, quanto meno sul palco, una sorta di imprevedibile pazzia tale da generare in chi l’apprezza il dubbio se…”ci è o ci fa”.

Ma ormai lo spettacolo è fatto soltanto da chi conquista le copertine dei settimanali o da chi si accovaccia su un trono. Fortunatamente la Bertè è una delle eccezioni.

Godetevela…

Vi consiglio anche di guardare questa videointervista a Loredana Bertè.

E’ di questa mattina la notizia del plagio di Loredana Bertè che con Musica e Parole avrebbe plagiato un vecchia canzone del 1988. Si tratta di “Ultimo Segreto” inclusa nel LP “Sesto Senso” prodotto da Tulio De Piscopo e Alberto Radius, cantata da Ornella Ventura. Autore (Radius) e casa discografica (NAR) sono le stesse.

Ascoltate pure il file in streaming nell’IPOD di Davide Maggio.

Ore 20.01 VIA ANSA

Il brano Musica e parole di Loredana Berte’ e’ stato escluso dal Festival. La cantante si esibira’ fuori gara. Lo dice l’organizzazione. Dopo le verifiche della commissione selezionatrice, il brano e’ stato escluso dalla gara perche’ la parte musicale e’ la stessa del pezzo, firmato da Alberto Radius e Oscar Avogadro per Ornella Ventura. L’Organizzazione, raccogliendo l’invito del Direttore Artistico ha deciso di consentire, comunque fuori gara, l’esibizione dell’artista.


24
febbraio

SANREMO 2008 : LA PAROLA ALLA MUSICA

Sanremo 2008 scenografia @ Davide Maggio .it

Un assiduo lettore di questo blog ieri sera mi chiede se tra le pagine di DM ci sarebbe stato modo di parlare di Sanremo 2008. Alla mia risposta positiva, mi avverte : “Parla male di Baudo e perdi un lettore”. Frase, quest’ultima, che testimonia un amore per un mostro sacro del piccolo schermo italiano e tipica di chi apprezza un determinato tipo di televisione e, allo stesso tempo, è affascinato da quello che è, nonostante qualunque tipo di critica, il più importante evento televisivo del nostro paese. L’ho invitato a mettere nero su bianco qualche riflessione sull’imminente kermesse canora. Ed è ciò che Andrea Landi ha fatto nell’articolo che segue.

Sin da piccolo a fine febbraio ho sempre avuto la certezza di due cose : si avvicina la primavera e si avvicina Sanremo. Benchè la prima cosa riporti alla mente la gioia, la vita, i colori e il risveglio dai torpori invernali ho sempre preferito la seconda.

Che ci volete fare, è cosi. Prendetemi per pazzo, per scellerato, ma da che mondo è mondo se sei appassionato di tv il tuo orologio biologico ha il suo mezzogiorno in Sanremo.

Il Festival è un evento religioso, è un rito, ogni anno c’è la sua celebrazione. E a poco serve che tutti lo diano per spacciato, che tutti dicano “ha stancato, basta non lo guardo più” perché alla fine tutti lo guardiamo, tutti diamo un’occhiata per rimanere rapiti dai colori dell’Ariston, per sentire una canzone del nostro cantante preferito o per vedere se Pippo nazionale è ancora lì che tiene botta!

Eh già, perché per chi non lo sapesse Pippo c’è, per la tredicesima volta. Baudo e Sanremo sono come pane e nutella, uno tra i binomi più azzeccati nella storia. Il palco dell’Ariston è casa sua, l’Ariston è casa sua; potrebbe camminare ad occhi chiusi, non sbaglierebbe un passo!

Con lui a condurre Piero Chiambretti, un altro che pare essersi innamorato del Festival ed infatti, quest’anno, ci torna per la terza volta dopo l’esperienza di conduttore insieme a Mike Bongiorno e Valeria Marini nel 1997 e dopo essere stato padrone di casa al DopoFestival nella passata edizione.

E come da copione sanremese non mancheranno le due vallete, la bionda e la mora, quest’anno due attrici : l’ungherese Andrea Osvart e l’italianissima Bianca Guaccero.

Sul fronte musicale ci aspetta un festival con tanta musica : 34 canzoni in gara, divise nelle due classiche categorie “Big” e “Giovani”. Sembra che ce ne sia davvero per tutti i gusti : si va da evergreen come Toto Cutugno o Little Tony a idoli dei teenager come i Finley o Paolo Meneguzzi, dalla “trasgressiva” Loredana Bertè al più tranquillo Michele Zarrillo, dal rap di Frankie Hi-Nrg Mc al raffinato pianoforte di Sergio Cammariere. Da tenere d’occhio anche i giovani tra i quali spiccano due nomi, due figli d’arte, Daniele Battaglia, figlio dei Pooh, anzi di Dodi Battaglia dei Pooh e Francesco Rapetti, figlio di Mogol.

Tanta altra musica con gli ospiti internazionali, Leona Lewis, Kylie Minogue, i Duran Duran solo per citarne alcuni e con gli ospiti italiani (Giorgia, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi e i Pooh) che si esibiranno nella puntata del venerdì.

E può mancare il DopoFestival? Come già aveva detto Davide, durante le notti sanremesi ci terranno compagnia Elio e le Storie Tese con Lucilla Agosti e Lucia Ocone.

Gli ingredienti perché la magia di Sanremo si ripeta ci sono tutti o almeno così si spera. Lo spera soprattutto il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce che col Festival apre il suo periodo di garanzia. Da parte sua Mediaset (che durante la settimana festivaliera sospende il suo periodo di garanzia) non sembra volere intralciare più di tanto la strada a Pippo e soci : il Grande Fratello è stato spostato al mercoledì e nelle altre giornate troveremo soltanto film in replica, salvo il venerdì dove è piazzato un cavallo vincente, i Cesaroni (tra l’altro con la puntata che vede protagonista Maria De Filippi). Riusciranno nell’impresa, per ora riuscita solo al Grande Fratello, di affondare Sanremo?

Prepariamoci dunque alla scorpacciata. Da lunedì il palinsesto televisivo sarà tutto fiori e musica direttamente dal ponente ligure perché è la tradizione, perché è la liturgia p più semplicemente, come ci insegna il buon maestro Pippo Caruso, PERCHE’ SANREMO è SANREMO!

[Sito ufficiale del 58° Festival di Sanremo]

[Comunicati Stampa 58° Festival di Sanremo]