Roberta Petrelluzzi



19
settembre

Un Giorno in Pretura: Roberta Petrelluzzi riparte in seconda serata dall’omicidio di Maria Bonaria Contu

Roberta Petrelluzzi

Roberta Petrelluzzi

Il sabato notte di Rai3 torna a tingersi di noir. Al via questa sera – alle 00.20 – la nuova stagione di Un Giorno in Pretura, la storica trasmissione dedicata ai casi più noti e discussi della cronaca nera e giudiziaria del nostro paese. Alle redini c’è sempre lei, Roberta Petrelluzzi, conduttrice, ideatrice e colonna portante del programma, che guiderà il racconto nei meandri delle vicende più oscure e misteriose degli ultimi anni.




17
marzo

Un giorno in Pretura: 30 anni di processi con Roberta Petrelluzzi. Da stasera le nuove puntate

Un giorno in Pretura

Trent’anni di cronaca televisiva tra aule di giustizia, arringhe, requisitorie, dibattimenti e sentenze. Un Giorno in Pretura taglia lo storico traguardo dei tre decenni in onda e si attesta come il programma più longevo di Rai3. La trasmissione condotta da Roberta Petrelluzzi, che ha raccontato con immagini e testimonianze originali i principali casi giudiziari del Paese, tornerà stasera alle 23.55 per un nuovo ciclo di puntate.


1
aprile

Un Giorno in Pretura: il ritorno su Rai3 per il trentesimo anno

un giorno in pretura michele misseri

Michele Misseri a processi

I processi non passano mai di moda. Stasera dalle 23.40 torna con la nuova edizione Un Giorno in Pretura, storica trasmissione di Rai 3 impegnata a seguire le principali vicende giudiziarie italiane. La conduttrice, ideatrice e regista, Roberta Petrelluzzi, dopo trent’anni è la stessa di sempre, a cambiare sono i protagonisti dei tanti casi dibattuti nelle aule dei tribunali. Nel corso del tempo, alcuni (tra i tanti) sono risultati più appassionanti di altri e continuano a godere di grande considerazione da parte del pubblico e della redazione del programma.





31
maggio

DECRETO SULLE INTERCETTAZIONI, LA TV-REALTA’ LANCIA L’ALLARME PER SALVARE LE SUE INCHIESTE

La legge “bavaglio” non s’ha da fare. Sente la mannaia sul collo, così la tv realtà lancia il suo ultimo appello: no al decreto sulle intercettazioni. Lo fa con urgenza e senza mezzi termini, proprio oggi che il provvedimento dell’esecutivo passa all’esame del Senato con la concreta possibilità di un’approvazione entro la settimana. Dalle barricate l’opposizione è già sul piede di guerra e annuncia un fermo ostruzionismo che potrebbe costringere il governo a ricorrere alla fiducia. Tra le diverse voci che in questi giorni si sono espresse contro le restrizioni previste dal ddl, dagli schermi tv si leva forte quella dei programmi di inchiesta e informazione giudiziaria. “Report”, “Un giorno in pretura” e “Chi l’ha visto?” avvertono come reale il pericolo di restare ‘imbavagliate’ e protestano di fronte alla possibilità di vedere limitato il loro lavoro.

Norme severissime. Di fatto il disegno di legge sulle intercettazioni prevede un giro di vite significativo, con provvedimenti che impediranno alla  tv-realtà di infiltrarsi nei processi e di raccontarne particolari e notizie più scomode. Le telecamere, infatti, non potranno entrare nelle aule di tribunale senza il consenso di tutte le parti, e i giudici non potranno più rilasciare dichiarazioni. Tuttavia i giornalisti professionisti e pubblicisti potranno riprendere o registrare una conversazione all’insaputa dell’interlocutore purchè ci siano reali finalità di cronaca: la cosiddetta norma “salva Iene”. In molti riconoscono la necessità di dover regolamentare l’uso e la diffusione delle intercettazioni, anche nei programmi tv, ma certo alcune di queste restrizioni rischiano di rivelarsi un autogol per la maggioranza stessa.

L’urlo della Gabanelli. Tra gli appelli più sentiti, e anche più critici nei confronti del governo, quello di Milena Gabanelli, storica conduttrice di Report. La giornalista, che già aveva lanciato un allarme sul ddl in diretta tv all’inizio della trasmissione (VIDEO DOPO IL SALTO), ha dichiarato a Repubblica“Sono convinta che la questione intercettazioni vada regolamentata, ma credo che questo governo non sia legittimato a fare niente perché è troppo coinvolto. E poi lo vogliamo dire? Per come è messo il Paese in questo momento è possibile che il Parlamento sia bloccato a discutere solo di questo?”