Gioie e dolori, entusiasmo e delusione. C’est la vie direbbe qualcuno; ”la vita”, purtroppo - chioserebbe qualcun’altro -passa anche da Uomini e Donne. Il programma, infatti, ha chiuso i battenti venerdì regalando ai suoi fan due scelte di opposto sapore. Da un lato Ramona Amodeo che, a dispetto delle previsioni della vigilia, si è beccata un bel SI dal suo corteggiatore eletto, Mario; dall’altro Samuele Nardi che si è visto infliggere un sonoro NO dalla pretendente napoletana Teresanna.
Al di là degli esiti alterni, le ultime puntate della stagione - grazie altresì ad ascolti ottimi anche se ben lontani dai record del passato quando le scelte sfondavano il muro del 30% e dei 4 milioni di spettatori - hanno messo in evidenza come la vecchia formula dei troni sia tutt’altro che stantìa. Una dimostrazione di forza da parte del “cuore cerca cuore” che sembra allontanare lo spettro di un’ipotetica rimozione della formula tradizionale, nella stagione futura, a favore della versione over; cosa peraltro che non ci saremmo mai augurati.
Perchè chiametelo pure trash, “pornografico” o buco nero della televisione, ma noi, che rifuggiamo le etichette pseudo intellettuali, non smetteremo mai di difendere Uomini e Donne e i meccanismi sociali che sottendono al successo del programma. E se poi gli ascolti di quest’anno sono calati (22.3% la media di quest’edizione, al 25 maggio, gasata dal 23.7% di media del trono over) i motivi sono congiunturali (poco felice scelta di alcuni tronisti) e strutturali (eccessivo utilizzo del format), ragioni per le quali l’innesto “old” è stato più che azzeccato.