Studio più colorato e più dinamico, composizione più ricca della scena ma soprattutto Veronica Pivetti, chiamata a non far rimpiangere Neri Marcorè (anche se siamo sicuri arriveranno cordate di nostalgici a criticare il nuovo), elogiato spesso per la capacità di calarsi bene in una gamma vastissima di ruoli e di sfumature umorali. Risale a troppi lustri fa il passaggio di Roversi nella biblioteca mediatica per essere messo a confronto.
Per un pugno di libri, il programma più ’scolastico’ della vecchia triade del servizio pubblico, si presenta alla sua quattordicesima stagione con una veste parecchio interessante. Con quel fare a metà tra lo svampito e l’acidità da prof zitella la sorella dell’ex Presidente della Camera porta il suo tocco nel format riuscendo a creare un buon contrappeso con il serissimo Dorfles, vera e propria colonna letteraria della terza rete. Con i ragazzi Veronica ci sa fare: tra le fiction nei panni della docente e l’esperienza di doppiatrice per i cartoni animati forse non fa troppa fatica ad essere naturale tra i giovani.
Sicuramente un’impostazione più impertinente, con la Pivetti pronta a mettere il becco su tutte le curiosità che il gioco apre in scena. Gioca molto di più a fare la frivola rispetto a un Marcorè sicuramente ironico ma più ingessato. Stempera meglio, aiutata da un mood più easy, l’austerità del professorissimo prestandosi bene alla nuova velocità e alla maggiore spensieratezza dei vari quiz.