Ma qualcuno sapeva dell’esistenza della cottura in sottovuoto? Paola stavolta aveva “ragione da vendere”: accollare ai concorrenti una cottura particolare come quella che la cattiva probabilità ha destinato all’aspirante MasterChef milanese è una tortura che nessuno avrebbe voluto subire. L’ingrediente misterioso di questa ennesima Mistery Box è stata infatti la “tipologia di cottura”, e solo la sorte è stata a decidere per gli otto superstiti. A vincere è stato Andrea, che aveva il brasato, ma a sorprendere sono stati anche Nicola con la frittura e Daiana con il bollito.
Andrea ovviamente ha avuto la possibile di scegliere il “piatto forte” del successivo Invention Test, e la scelta è ricaduta sul rognone. Il particolare ingrediente non è stata l’unica “cattiva” sorpresa per i concorrenti: ad Andrea è toccato anche l’onere di scambiare i cestini della spesa dei suoi colleghi, che così si sono ritrovati a rielaborare in men che non si dica le loro ricette. Vittime privilegiate Nicola e Ivan, i più temibili per il programmatore informatico, ma anche Maurizio nella speranza però che lui non venisse fatto fuori. Più avvantaggiate invece le donne, che, per dirla alla Bastianich, “contano zero”. Ah, piccolo dettaglio: tempo per la prova solo 30 minuti. Una bella sudata (citofonare Maurizio) per molti di loro.
Per questa sfida i giudici hanno risparmiate frecciate: Paola – che si è confermata uno dei concorrenti più ironici di questa edizione – è stata accusata di stare a MasterChef solo per noia mentre Marika di aver acceso, grazie alle interiora, per la prima volta il cervello (facendo comunque troppo poco). Ivan e Nicola invece si sono dati la zappa sui piedi da soli: il siciliano ha lasciato anche gli scarti nel piatto, mentre il lavapiatti non ha pulito per nulla il rognone, che quindi è risultato del tutto immangiabile. Ed è stato proprio quest’ultimo, dopo l’exploit del precedente Pressure, a dover abbandonare la cucina del talent show di SkyUno.