Norvegia



21
ottobre

GRANDE FRATELLO PROIBITO: NORVEGIA

GF Norvegia

Mancano pochi giorni all’inizio del Grande Fratello e  mentre a Cinecittà si corre per perfezionare gli ultimi dettagli di un’edizione molto più misteriosa rispetto al passato, nel resto del mondo la creatura di De Mol naviga a vele spiegate nelle sue mille varianti plasmandosi in base ai costumi e alle latitudini dei paesi che riadattano il concept originario.

Per arrivare pronti al grande evento (perché Gf è sempre Gf) torniamo a viaggiare per il mondo del Big Brother ma stavolta ci aggiungiamo un po’ più di pepe attendendo con ansia una svolta che risolva il dissidio tutto italiano tra audacia della premessa e moralismo degli effetti. Attraverso questo brevissimo viaggio nel ‘proibito’ dei palinsesti stranieri cerchiamo di estendere il nostro orizzonte di riflessione sul mondo che interseca la televisione contemporanea, non più mezzo unico ma piattaforma che non può ignorare le forme di comunicazione dei media contigui.

Nel Paese segretamente, ma mica tanto, solleticato dal piccolo scandalo della settimana relativo al sex tape di Belen Rodriguez, diffuso in rete e che ha fatto impazzire il web, è giusto guardarsi un po’ attorno per trovare la risposta ad una domanda, non nuova per carità: non sarà mica una cultura formalmente repressiva, vagamente medievale nel demonizzare il rigoglio delle foggie e della natura, a istigare un voyeurismo compensatorio? Il caso del Big Brother Norvegia può aiutarci a dipanare qualche nodo.




29
agosto

BIG BROTHER: UN MARCHIO ANCORA IN ESPANSIONE NONOSTANTE L’ETA’

Big Brother

Non c’è giorno dell’anno in cui almeno un paese al mondo non trasmetta Big Brother. Secondo Endemol il format è stato trasmesso nel 2010 in ben 81 nazioni. Dato impressionante, per certi versi inquietante e rivelatore della globalizzazione della creatività, della concentrazione delle risorse. Ma questo è. Mentre in Italia si prepara un’edizione ancora più lunga, nelle altre parti del mondo non si resta certo a guardare. Due grandi paesi europei come Germania e Regno Unito sono ad esempio nel pieno delle loro edizioni che, è importante segnalarlo, hanno sposato delle linee di programmazione molto meno conservatrici che in Italia.

In Big Brother Germany la formula spy game ha limato abbastanza l’effetto scandalistico, nonostante non siano mancati i colpi di teatro con rientri dei concorrenti e una fantasia nella prove che il nostro Gf non raggiungerà mai (concorrenti costretti a vivere come fossero nell’Ottocento, punizioni con sequestro di tutti i comfort, prove di resistenza e veglie notturne come nei reality di sopravvivenza). Buoni di conseguenza i risultati con un prolungamento della stagione e con la possibilità innovativa di televotare tramite il web con un sistema a crediti.

In Inghilterra prima della classica avventura nella casa per non famosi si è dato il via alla formula Celebrity Big Brother con una casa veramente splendida e l’arruolamento, ormai probabile, di personaggi illustri come Pamela Anderson. Una staffetta tra vip e nip che dimostra la vitalità del format a chi ne aveva decretato la morte qualche anno fa, già tra gli stessi inglesi. E adesso anche l’Ucraina, un’apertura storica dato che finora non aveva mai ospitato il programma. Lasciamo però alle parole di Marina Williams, CEO di Endemol per l’Europa Centro-Orientale il commento dell’evento:


23
luglio

AUTOBOMBE E SPARATORIA, NORVEGIA SOTTO SHOCK. MA LA TV NORDICA RIESCE A VINCERE IL TERRORE

Terrore in Norvegia, Oslo sotto attacco

Una bomba esplosa nel cuore di Oslo e poi, come in un brutto incubo, una sparatoria sull’isola di Utoya. Nel pomeriggio di ieri la Norvegia è crollata nel caos, piegata da un attacco che ha risvegliato in tutto il mondo lo spettro del terrorismo. Alle 16.26 una deflagrazione ha distrutto la sede del tabloid VG coinvolgendo anche gli uffici del Primo Ministro Jens Stoltenberg. Lo scoppio ha provocato feriti e vittime. A poche ore di distanza, sull’isolotto di Utoya (a 30km dalla capitale) un uomo travestito da poliziotto ha aperto il fuoco sui partecipanti ad un meeting del partito laburista: la strage si ripete, forse i morti sono venti-venticinque.

Da quel momento le tv di tutto il mondo hanno raccontato in diretta l’incubo della Norvegia, col fiato sospeso per la paura di nuovi ed improvvisi attacchi. Intanto sul web è comparsa una rivendicazione dell’atto terroristico da parte di un gruppo jihadista. La televisione di stato norvegese Nrk sta trasmettendo senza sosta news e immagini della tragedia nel corso di lunghe dirette. Nella serata di ieri l’emittente ha anche realizzato un’intervista esclusiva al Primo Ministro Jens Stoltenberg da una località non precisata “per motivi di sicurezza“. “I terroristi ci vogliono spaventare” ha detto il premier, invitando la popolazione a seguire le indicazioni che la polizia aveva divulgato in tv.

Nonostante il livello di allarme resti tutt’ora altissimo, suscita una dovuta riflessione il fatto che le emittenti televisive norvegesi continuino ormai da ore ad informare i cittadini mostrando loro le immagini crude della tragedia con toni pacati che non lasciano alcuno spazio alle suggestioni. In una circostanza così drammatica, la volontà dei media nordici sembra proprio quella di fare informazione in modo asettico e completo, impedendo che la paura si diffonda pericolosamente via etere.